venerdì 18 gennaio 2019

Pick-and-Tom: La capacità della Mens Sana di mettere in mezzo il lungo avversario

Prendi i punti di forza del tuo avversario e trasformali nel tuo bersaglio preferito. Non so se qualcuno abbia mai detto una stupidaggine del genere. Nel caso di risposta negativa, sono pronto a prendermi tranquillamente la paternità di siffatta massima. Se in sede di vigilia dell’ultimo turno potevamo facilmente individuare le caratteristiche più temibili di Tortona nei freschi rinforzi di gennaio e nella tenuta difensiva, conservata anche nei momenti bui, ebbene coach Moretti ha scelto di attaccare in maniera continua oltre che chirurgica proprio la difesa ospite, mettendo nello specifico Lydeka in praticamente tutti i pick&roll giocati dai mensanini nella gara.

La ricetta dello chef aretino sulla panchina senese? Mettere un centro lituano di quasi 120 kg nel frullatore per 26 minuti, aggiungere penetrazioni al ferro degli esterni e pick&pop dei lunghi, quindi frullare il tutto fino a ottenere un composto succoso. Si può fare anche con i Garri stagionati. Il risultato: il buon Tau è stato costretto a spendere ogni goccia di sudore sul parquet nella rincorsa degli esterni (praticamente tutti quelli del quintetto biancoverde) ma la vittoria ha arriso comunque a quelli in maglia nera. Perché, come in cucina, la riuscita di un piatto non determina necessariamente la bontà dell’intera cena.

In fase di approccio alla gara si sentiva dire da più parti: “Dai, cosa ci fa questo in A2? Lydeka è un lusso, è fuori categoria. Non c’entra nulla con quest’altri, poveretti”. Niente di più sbagliato. Non importa da quale serie sei sceso: a 35 anni suonati, se non sei abbastanza agile da correre dietro agli esterni sul perimetro, puoi andare in difficoltà. L’ex-Cantù e Pesaro (fra le altre) è un lungo di sostanza, capace di dare un contributo considerevole sotto canestro, in difesa e a rimbalzo, con la sua grande fisicità. Stare dietro a quello che fanno Poletti o Pacher è tuttavia un altro mestiere. E questo non è sfuggito alla Mens Sana che, fin dai primissimi possessi, ha dimostrato di avere idee piuttosto chiare.


Marino chiama lo schema, che prevede l’uscita di Morais per giocare il pick&roll. Come spesso succede, i due lunghi ai gomiti della lunetta invertono la propria posizione. Questa abitudine diventa la regola quando ci sia da mettere Lydeka nel frullatore. Blocco di Poletti sul difensore dell’angolano, con il lituano che rimane nella terra di mezzo, lasciando spazio al suo uomo ma senza aiutare in maniera convinta sulla penetrazione di Morais. L’errore al tiro non annulla l’enorme spazio lasciato all’esterno senese nella via per il ferro. Più tardi infatti troverà anche il canestro.
Grazie alla conclamata pericolosità al tiro di Poletti e Pacher, Lydeka ha dovuto tenere alta la soglia di attenzione per tutti i 26 minuti in cui è rimasto in campo, finendo in debito di ossigeno ma soprattutto accumulando una sequela di intuizioni non esattamente impeccabili, anche per via della scarsa confidenza coi compagni – questo gli va riconosciuto.

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Presto il lituano, consigliato opportunamente da coach Ramondino, ha dovuto compiere delle scelte. La principale preoccupazione del suo staff era quella, correttamente, di non costringerlo al cambio difensivo, tentando di mascherare il più possibile la poca mobilità. Così facendo però, lo spazio davanti agli attaccanti mensanini si è, a dir poco, duplicato.


Tau si interpone fra Marino e il canestro, sconsigliando l’attacco al pitturato del capitano biancoverde. I tempi del suo aiuto e recupero però sono decisamente dilatati. Poletti brucia tale goffo e tardivo tentativo di uscita, mettendo palla per terra e arrivando tranquillamente fino in fondo. L’impatto dell’ex-Limoges col campionato di A2 non dev’essere stato semplice. Praticamente ogni attacco senese di sabato sera era pensato per coinvolgere il centro lituano, senza soluzione di continuità. Azione dopo azione, per tutta la partita. Che fosse sulle piste di Pacher o di Poletti, poco importava: il gesto di Marino avrebbe comunque scatenato quella serie di movimenti, studiati a tavolino per creare il gioco a due fra un esterno e l’uomo di Tau. E allora Lydeka doveva flettere le lunghe gambe, mettere il sederone a terra e fare il possibile per limitare i danni.


Bertone si schianta sul blocco di Pacher. Lydeka decide saggiamente (o forse no?) di arroccarsi nell’amato pitturato, per contenere la penetrazione del funambolico Marino. Pacher ha 6 metri di spazio per concludere dalla lunga distanza. Praticamente un tiro da allenamento.

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Sarebbe curioso, oltre che istruttivo, conoscere il dato dei canestri segnati dai mensanini quando si sono trovati di fronte alle braccia del lituano. Poletti, Pacher… ma anche Morais, quando Lydeka ha avuto la malsana, anche se a volte necessaria, idea di cambiare uomo in difesa. Un’autentica beneficiata. Per non parlare di tutti quei tiri aperti che eccezionalmente, ma non sorprendentemente, sono finiti fuori dal bersaglio e che in genere, in stagione, hanno quasi sempre trovato maggiore fortuna. Alla fine si sono contati 11 assist della premiata ditta Marino-Morais. Avrebbero potuto benissimo essere almeno il doppio. Raramente avevamo visto in precedenza il numero 8 senese affettare l’area avversaria con simili scorribande. Di fronte all’efficacia dei propri piccoli ed alla solidità di Ranuzzi, Moretti ha scelto di congelare in panchina Radonjic e Lupusor, ovvero gli anelli della catena biancoverde che stanno perfettamente in mezzo fra i giocatori interni e quelli esterni.

Quando Ramondino ha sostituito Lydeka con il rodato Garri, la musica non è cambiata. L’avversario di tante battaglie ha preso esattamente lo stesso posto del collega all’interno del mirino dell’artiglieria senese.

Come successo per Tautvydas, cambiare sui pick&roll difficilmente si è rivelata l’opzione giusta. Qui Garri, finito sulle piste di Marino (ancora lui…) ha il suo bel da fare per provare ad arginarlo. La Mens Sana riconosce immediatamente il mismatch, Moretti apre le braccia, quasi ad incoraggiare la giocata dei suoi, Poletti libera opportunamente il rettangolo verde. Con queste premesse, Tommy non ha grossi problemi a lasciare sul posto il più pesante avversario e pennellare nel cuore dell’area uno dei suoi raffinati assist di serata.
Cambiare non è possibile, l’aiuto e recupero è macchinoso. Cosa possiamo fare? Si sarà chiesto Ramondino, assistendo all’ennesima incomprensione fra i suoi.


Il contatto Spizzichini-Lydeka genera il cortocircuito della difesa. Prandin ringrazia.
Nelle fasi finali la scelta dell’allenatore è ricaduta forzatamente su un quintetto più leggero e il volenteroso Lydeka ha trascorso sostanzialmente 8 degli ultimi 12 minuti a osservare da bordo campo i nuovi compagni, impegnati nel tentativo di chiudere la pratica Siena. Come abbiamo detto all’inizio, il fatto che il piatto/piano partita sia riuscito non è stato sufficiente per portare a casa la vittoria/gradimento dei commensali. Anzi, si può dire che la mangiata sia andata proprio di traverso agli smaniosi biancoverdi. Questo probabilmente perché, sul parquet come in cucina, nel dosaggio del sottomano conclusivo con la prediletta destra di Morais è venuta meno la regola del qb, quanto basta. Dall’altra parte, Blizzard non ha mai avuto bisogno di dimostrare di saper salare le pietanze.   



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