martedì 25 dicembre 2018

Panico da zero a dieci: I ripensamenti, la 'Strategia Bruce Lee', il dito

"Adesso tocca a te!"
Citazione tratta da 'L'Urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente' nella scena in cui Bruce Lee affronta l'ennesimo lodo

10 Ripensamenti I miei, quando in questo punto stavo per lodare la velocità con cui Casella è riuscito in dieci secondi a cancellare tutti i buoni ricordi al PalaSclavo. Poi però mi sono fermato a pensare: “Ma quali buoni ricordi?

Qui ritratto Casella quando è passato a salutare i ferri del palazzetto
9 Aria Fresca Non la trasmissione di Carlo Conti, ma l’aria che in settimana sembrava mancare totalmente, con voci, smentite, conferme delle voci e smentite delle conferme delle smentite delle voci. Aria che invece è riapparsa, come quando riemergi dopo essere stato sott’acqua quel minuto di troppo… In pochi forse ci credevano ma la società ha ancora una volta trovato risorse per tirare avanti quando la situazione sembrava di totale crisi.

8 Bergamo Le difficoltà del primo tempo di Bergamo nel tiro dalla lunga distanza avevano probabilmente illuso la Mens Sana di poter reggere in una partita che a livello fisico e psicologico era segnata fin dalla palla a due. Quando la mira è tornata dalla parte dei ragazzi di Dell’Agnello infatti si è tutto concluso nel giro di pochi minuti. Molto lucida Bergamo in tutte le sue scelte, come quella di raddoppiare costantemente un Morais che già aveva poca voglia di suo, o di seminare di piccole trappole su tutti gli schemi offensivi della Mens Sana. Poi molto ci hanno messo anche i biancoverdi, coi loro 15 minuti scarsi di autonomia in cui comunque avevano fatto vedere di poter reggere botta e fare bene ad armi pari. Solo che è durato un po’ poco...

7 Enrico Pallazzo Un'americanata, però bella, quella di chiamare Umberto Ceccherini, per cantare l’inno d’Italia in apertura di partita. Anche se la musica non aiutava molto nell’interpretazione lirica, costringendolo spesso a rincorse, è stato un bel momento, uno dei pochi della serata. Voto 4-- al fatto che nessuno si sia alzato dagli spalti urlando "Ehi ma quello è Enrico Pallazzo!!"

"Ehi ma quello è Umberto Ceccherini"
6 Navigare a vista 70% è la percentuale degli stipendi che secondo le dichiarazioni di Filippo Macchi è stata corrisposta (in modo difficoltoso e dopo giorni di tensione) ai giocatori. In attesa che a gennaio arrivi la liquidità che a quanto pare c’è ma a dicembre era difficile recuperare tutta insieme. Non so voi ma in una stagione di nove mesi essere a questo punto dopo a malapena quattro non mi fa sentire proprio bene.

5 Presenze Massiccia, roboante, quasi ingombrante. Si parla della presenza del main sponsor mensanino, On Sharing, in questi giorni (ma forse in generale sempre). Sponsor la cui conoscenza per quanto ci riguarda è tuttora ferma alla (vuota) pagina Facebook e al (vago) sito. Di solito in momenti di difficoltà si può tentare di chiedere aiuto proprio agli sponsor, offrendo nuovi spazi, allargando l’offerta, ma con queste premesse è diciamo difficile.

4 Verticale Come il crollo della classifica della Mens Sana. Eravamo rimasti alla bella vittoria contro Roma, che ci aveva fatto vedere una squadra tonica, talentuosa, grintosa, con voglia di fare bene e anche di stupire. Una squadra che, come diciamo da inizio anno, non si vedeva a palazzo da molto tempo. Ci eravamo lasciati con l’euforia dell’alta classifica e di una stagione tutta da scoprire, ci ritroviamo con l’amarezza delle tre sconfitte consecutive, di cui è difficile dire quante siano imputabili ai veri valori presenti in campo. Dall’essere ai vertici alti della classifica al ritrovarsi nei bassifondi è stato un attimo, con l’ansia di avere alle spalle squadre che in realtà sono costruite per essere molto più in alto e che quindi con molta probabilità prima o poi si sbloccheranno. Oltre i punti di penalizzazione altre beffe, altre occasioni buttate al vento per quella che poteva essere una bella stagione e invece si sta rivelando tutt’altro.

3 A chi importa? È quello che mi viene da chiedere quando vedo un palazzetto semi deserto dopo una settimana simile. Quando tutto quello che viene fuori è uno striscione della Brigata. Quando dopo una brutta partita le persone se ne vanno a nemmeno metà dell’ultimo quarto, senza considerare che il punto ora come ora non è la partita. Quando in città ci si preoccupa della Mens Sana con due post su Facebook, un’interrogazione comunale a cui si risponde vagamente e finisce lì. E allora mi fermo a chiedermi che ne è dello sport a Siena, che ne è del calore, della voglia di vedere una partita o un pallone rimbalzare. Mi chiedo se in una città sempre più fredda c’è ancora qualcuno (oltre ai soliti noti) che ha a cuore quello che sta succedendo. Come si sia arrivati a questo punto è una domanda che non smetterà mai di martellarmi, perché ci piace riempirci la bocca su come la pallavolo sia uno sport trapiantato a Siena con nessuna tradizione e un tifo ‘venuto con la piena’, ma quant’è la differenza al momento che la separa con la pallacanestro? Con una curva ormai semi vuota, delle gradinate in cui sono più gli spazi deserti che quelli pieni, non pensate che sia poi così grande. O in generale non pensiate che non siano i numeri verso cui si sta dirigendo anche la pallacanestro. Lo sport a Siena sta morendo, e non gliene frega niente a nessuno.

2 Storie di vita vissuta Sorprendersi quando i tifosi reagiscono in un certo modo davanti a simili notizie è ingenuo. Dopo quello che hanno passato nel 2014 è chiaro che al minimo accenno di crisi le orecchie si drizzino, la ferita è ancora troppo fresca, i ricordi troppo brutti. Tutti noi ci ricordiamo di aver ascoltato per anni un pifferaio, che incantava con le sue melodie, salvo poi farci risvegliare tutti al contatto dell’acqua gelida. Come recita quel vecchio e saggio adagio “Per colpa di qualcuno non si fa più credito a nessuno”. Sempre per questo motivo ci vorrebbe qualcosa di più delle promesse da mettere sul tavolo.

1 “Strategia Bruce Lee” (cit) Ovvero la tecnica di affrontare un nemico alla volta quando si presentava, che tanta fortuna ha portato nella filmografia di Bruce Lee. Auguriamo alla società di sconfiggere tutti i Chuck Norris che le si presentano davanti, sapendo che a gennaio ce ne sono svariati di mattoni da infrangere a mani nude.

"Daje arzate Zivanovic"
0 Non la luna, il dito La storia del “non si fa più credito a nessuno” vale per i tifosi, ma vale a maggior ragione per chi cerca di fare informazione in città. Chi ha scritto di Mens Sana sia pre 2014 che post sa bene quanto sia inutile e totalmente dannoso tacere davanti a certe situazioni. Non sta a me dare lezioni di deontologia, sono la persona meno indicata, e anche solo su questo stesso blog ci sono persone che potrebbero farlo molto meglio. Posso quindi solo parlare per me stesso, più dal lato tifoso che da quello giornalistico. Un’informazione precisa e scrupolosa non può mai essere un danno per una società, è semmai una ricchezza in più per la tifoseria, che può reagire, conoscere e informarsi. Se ci sono dei problemi portarli alla luce e parlarne è un dovere, non un’opzione. E da tifoso pretenderò sempre questo dall'informazione. Per questo fa ridere che si dia la colpa dei problemi al fatto di averne scritto, come invece è doveroso fare. E se c'è qualcuno là fuori che crede a questa favoletta mi dispiace, ma non avete imparato niente.




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7 commenti:

  1. Un articolo il Tuo che tra il serio (molto) e faceto (pochino) ha riassunto tutta la situazione della nostra amata.
    Sono d’accordo che l’informazione sia sempre da preferire al non detto e anzi mi mancano gli spazi che il basket ha via via perso nell’informazione locale (specie quella radiofonica).
    Piuttosto quello che mi ha lasciato perplesso, la scorsa settimana é stata la concomitanza di tanti eventi tragici tutti concentrati in quel martedì nero che poteva diventare nerissimo: lodo in scadenza non pagato e stipendi scaduti non pagati, già di per se un carico tremendo, al quale si è aggiunto il sistema di recupero crediti della polisportiva che é stato quello che ha avuto un effetto mediatico, se possibile, ancora più devastante: luci e riscaldamento spenti!!!
    Questa concomitanza ha assunto l’aspetto di un vero e proprio agguato preparato e ben congegnato.
    Certo, ripeto, che i problemi ci sono e sono terribili ma, mi chiedo, possibile che prima si arrivi a staccare luce e riscaldamento per poi accontentarsi di semplici promesse di pagamenti futuri, le stesse promesse che da tempo la polisportiva riceve?

    E se anche fosse stato un agguato premeditato, cui prodest???

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  2. Sono d'accordo sul fatto che se ti accontenti delle promesse allora puoi evitare di fare scene come lo staccare la corrente. Ma bisogna anche considerare le pressioni sulla Polisportiva, il giorno in cui dovesse staccare la spina veramente verrebbe (nuovamente) additata come responsabile, anche se si tratterebbe soltanto di avere quello che giustamente chiede. Non è una situazione facile nemmeno per loro.

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  3. Grazie! Capito qualcosina in più....

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  4. Io sono uno di quelli che non è venuto al palazzetto quest'ultima volta. Perché? Perché il bagno di sangue era nell'aria e di venire ad incazzarmi non ne avevo voglia. Ma con queste premesse societarie ma come si fa ad alimentare entusiasmo? Ora che si cominciava a vedere una squadra vera ci ha pensato la società a tagliarle le gambe. Il pesce puzza dalla testa...

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  5. Ciao Francesco, con il voto 3 a chi importa? hai messo il dito nella piaga. A me fa senso vedere gli spalti vuoti in una gara dopo una settimana del genere. A dimostrazione che quando vincevi tutti lì a bearsi e farsi vedere (aggratis), quando c'è da sgomitare e togliersi il dito dal c... non si vede più nessuno!
    Come dice Eugenio se il pesce puzza dalla testa (e sono d'accordo) si va al palazzetto e si protesta contro chi si ritiene responsabile, non si mette la testa sotto terra! Ma ormai, come dici te, a chi importa? Mauro

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  6. Ciao Mauro, per me il discorso forse è ancora più ampio e complesso. Ormai non si parla più di gente che viene a palazzo solo per le vittorie, se prendi i numeri di 15-20 anni fa erano il triplo e di vittorie ce n'erano ben poche. Eppure c'era fermento, c'era voglia di vedere la squadra, c'era in generale voglia di sport in città, anche con buoni numeri in trasferta (ultimamente a quanto siamo? Massimo 10 persone nelle trasferte?). Credo che gli ultimi anni non solo abbiano lasciato questa città più povera economicamente, ma anche più povera di spirito. Pure l'età media a palazzo si sta alzando in maniera preoccupante, e questo è un fatto di cui prima o poi si dovrà parlare... Con queste premesse direi è chiaro che ogni forma di protesta o presa di posizione finisce con due mezze parole e uno striscione

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  7. Credo che questo sia uno dei post più importanti pubblicati su Palla al cerchio e ringrazio Anichini per essere stato così chiaro nel aver portato alla superficie dei concetti che molti tifosi forse non hanno ancora elaborato (io per primo). Ovviamente quello che fa più male è il "3", come in diversi hanno giustamente notato e non possiamo che annuire (in silenzio?). Bene anche la presa di posizione in "0", tacere su certe situazioni negando l'evidenza è tremendamente dannoso, oltre che inutile. Di certo non aiuta nemmeno lanciare notizie e mezze rettifiche come ha fatto ieri RadioSienaTV sulle luci del PalaEstra. In questo modo si rischia di far sembrare nel giusto quelli che parlano di accanimento degli organi di informazione locale sul "malato" Mens Sana 1871 (ieri più che cronaca sembrava di leggere un giallo...)

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