Michael Carlson è probabilmente il giocatore più in crescita
di Latina, passato dai due punti dell’esordio contro Casale fino ai 24 contro
la Mens Sana, in un crescendo rossiniano che lo sta delineando come uno dei
migliori stranieri del campionato. La Mens Sana lo ha subito dal primo
all’ultimo minuto, quando ha segnato quelle due triple consecutive che hanno
definitivamente affossato le speranze della squadra di Moretti. Imbarazzante a
tratti per la facilità con cui ha trovato soluzioni vicino al canestro, non c’è
mai stato un vero e proprio antidoto alla sua presenza, anche se pure lui ha
subito il momento del rientro della Mens Sana nel terzo quarto. Alla fine ha
chiuso con un significativo 25 di valutazione, frutto anche di sei falli subito
e su un percorso quasi immacolato dalla lunetta, 9/10.
IL MOMENTO DECISIVO
Sarebbe facile indicare i minuti finali, quando una vittoria
che sembrava pronta per essere agguantata è sfuggita per un soffio. Ma in
realtà la sconfitta della Mens Sana è maturata molto prima, nella cronica
difficoltà di mettersi in ritmo nel primo tempo, o nell’impossibilità di
trovare un punto di riferimento stabile in quelli che dovrebbero essere i
leader tecnici della squadra. Come detto anche da Moretti la sconfitta è nata
quando Latina ha accumulato quel +9 nel secondo quarto, costringendo quindi la
Mens Sana a rincorrere, affrettarsi e forzare per i restanti minuti, sempre
alla ricerca dello strappo positivo o di quel qualcosa che avrebbe fatto girare
tutto alla perfezione
LA STATISTICA
23. Sono i tentativi di tiro che la Mens Sana ha scagliato
in più degli avversari durante alla partita, segno di un Pace (come chiamano in
Nba il ritmo di gioco) maggiore degli avversari, ma anche di un ritmo
affrettato, di tante conclusioni forzate senza ritmo. Effetto anche dei tanti
rimbalzi offensivi presi, ma che sono a loro volta frutto delle troppe volte in
cui il pallone ha incontrato il ferro invece della rete. Perdere quando si
trovano 24 punti da seconde opportunità dovrebbe essere piuttosto difficile,
così non è stato.
LA CHIAVE
L’assenza di Marino ha probabilmente fatto perdere gli
equilibri dell’attacco della Mens Sana, che si è fossilizzato sul
perimetro troppo a lungo senza nemmeno
tentare di aprire la scatola di Latina. Le percentuali non hanno affatto
aiutato da questo punto di vista, ma sia Pacher che Poletti sono andati troppo
a sprazzi per non far risaltare la supremazia dei lunghi di Latina. La palla
vicino a canestro non è praticamente mai arrivata, nonostante i tentativi di
creare triangoli offensivi che raramente si sono formati. Questo ha costretto
spesso ad azioni all’ultimo secondo, creando forzature e situazioni in cui
l’attacco ha faticato tremendamente a trovare il ritmo.
LA DICHIARAZIONE
Paolo Moretti, coach Mens Sana: “La cosa che più mi lascia l’amaro in bocca è che continuiamo a non fare passi in avanti di maturità, quelli che sono necessari per far sì che siano i nostri avversari a batterci e non noi stessi. Sono troppi i punti facili che concediamo nella partita, punti che ti costringono a dover recuperare ed essere sempre in difficoltà. Per l’ennesima volta i nostri avversari hanno fatto meno difficoltà di noi (…) Credo ci sia una motivazione alla nostra non qualità offensiva, abbiamo costretto Morais e Prandin a gestire il pallone e quando sei a rincorrere acceleri i possessi”.
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