Da Tortona a Tortona, allora in casa stavolta in trasferta, di quel 22 aprile ultima giornata dello scorso travagliato campionato, tra gli uomini di campo sono rimasti solo... Janko Cepic e Pippo Franceschini. C'è un gruppo nuovo che si sta formando, e continuerà a farlo sul campo. Chiamato oltretutto a partire di rincorsa. E' il momento di vedere come parte, e come partono gli altri.
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Il precampionato dà indicazioni, non sentenze. Intanto ha detto che ci sono giocatori pronti a rendere più di quanto si pensava, giocatori che hanno dato meno di quanto si pensava e dovrebbero tornare ai loro livelli, e giocatori che hanno dato meno di quanto si pensava e la loro dimensione potrebbe restare quella. La preparazione perfetta non esiste, non si è mai vista: inconvenienti ci sono sempre. Quella della Mens Sana ha fatto i conti con la presenza a singhiozzo di Carlos Morais, che ha impedito di inserirlo come necessario a livello offensivo ed è evidente in un campionato con due stranieri quanto sia importante ognuno di loro: pur non essendo per scelta il go-to guy che molte squadre hanno, anche i frammenti di precampionato hanno confermato la bontà delle sue caratteristiche.
E la Mens Sana ha fatto i conti con le lunghe assenze di due ragazzi come Janko Cepic e Todor Radonjic, che dalle oscillazioni prestagionali avrebbero avuto meno da perdere e più da guadagnare, approfittando di eventuali spazi aperti dagli assestamenti altrui per dimostrare di poter scalare gerarchie. Quello che sembra aver fatto Ion Lupusor, che partiva con credenziali superiori rispetto al nono e decimo posto delle rotazioni, ma che ha saputo usare la ricerca dei nuovi equilibri per instillare la speranza di poter entrare tra i primi cinque, titolare aggiunto.
Come Lupusor potrebbe aprire (più del previsto) scenari diversi rispetto all'idea di base di andare a lungo con la coppia Pacher-Poletti, o in subordine coi quattro piccoli facendo scalare Ranuzzi, allo stesso modo quanto fatto vedere da Sanguinetti e Prandin ha fatto salire rispetto alle previsioni estive le quotazioni di possibili assetti con tre piccoli. Poter contare su tanti palleggiatori, una scelta chiara al momento di formare la squadra, contando anche Morais, alleggerisce naturalmente anche Marino, un giocatore così impattante sugli equilibri tecnici (anche emotivi, ma ora non c'entra) che certo saranno utili accorgimenti per tirarne fuori il meglio. Se la panchina ha fatto intravedere di poter offrire delle risorse, si parte anche sapendo che lui, Ranuzzi e Poletti hanno bisogno, in maniera diversa, di un periodo di assestamento.
Non è un tema nuovo quello dell'atipicità che si è scelto di percorrere, ma il precampionato ha evidenziato la centralità della questione dei rimbalzi, che si parli dell'assetto con Poletti-Pacher, o con Lupusor o Ranuzzi al posto di uno dei due e/o di quello con tre piccoli. Per dire, Pacher (il giocatore più forte della squadra, opinione personale) a Reggio Calabria aveva di fianco un giocatore come Baldassarre. Potrà dare una mano Morais, servirà presenza di tutti, ma di certo è un aspetto del gioco delicato per una squadra che, apparentemente senza tanti punti nelle mani e sicuramente per dichiarato manifesto programmatico, vorrà puntare molto sulla difesa e sul gioco in campo aperto. E se a tavolino è più facile farsi domande, non per mancanza di fiducia, adesso sarà il campo a dire questa atipicità quali domande porrà agli avversari, a cui potrebbero fare fatica a rispondere.
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Se un anno fa la Mens Sana cominciava col budget più alto del girone (...), quest'anno davanti a tutti nei pronostici sembrano partire, in ordine sparso, Tortona non solo per investimenti ma anche per esperienza e qualità, la Virtus Roma così luccicante al rilancio delle proprie ambizioni, e Scafati capace di unire alla forza anche una solidità che potrà fare la differenza. Ma ciò non toglie che possano inserirsi nella corsa alla promozione diretta messa in palio dalla regular season, in ogni girone, anche Casale, Eurobasket e Capo d'Orlando, che ha in Triche e Parks forse la miglior coppia americana del campionato.
Se sul fondo Cassino è candidata al ruolo di fanalino di coda, e Bergamo e Legnano proveranno a evitare i playout (quest'anno quasi sinonimo di retrocessione), più su squadre come Treviglio, Agrigento e la "senese" Biella (con Saccaggi, Harrell e Vildera) sembrano poter fare bene rispetto a quanto hanno speso, inserendosi nella bagarre a ridosso delle prima in cui, oltre alla Mens Sana, ha senso immaginare Latina (solida, storicamente punta molto sul quintetto), Rieti (con una forte componente ambientale) e Trapani (forte seppur non profonda).
Da qui potrà inserirsi qualcuno nei quartieri alti anche perché, abitualamente, delle big annunciate in estate poi ce n'è sempre più di una che stecca. Come a Ovest, dove realtà come Montegranaro e Ravenna proveranno a giocarsela col blasone e le possibilità di Fortitudo, Treviso, Udine e Verona, mentre in coda le due squadre di Piacenza, Imola e Roseto si giocheranno il posto al sole fuori dalla zona retrocessione e playout. Si parte così, al netto di valutazioni che si riveleranno sbagliate, ma anche al di là di tutte le variabili non tecniche che possono intervenire su una stagione. E se tutti inevitabilmente pensiamo a quelle economiche, poi ci sono anche gli infortuni.
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Abituale laboratorio per giovani coach in rampa di lancio come Vertemati (Treviglio), Carrea (Biella) e Ferrari (passato a Casale) o habitat naturale di veterani come Ciani (Agrigento), Gramenzi (Latina) e Sacco (passato a Legnano), quest'anno l'A2 ha vissuto ancor più di altri anni l'infornata di allenatori di categoria superiore di cui fa parte Moretti ma anche Calvani (Scafati), Bucchi (Virtus), Sodini (Capo d'Orlando), Corbani (Eurobasket), per limitarsi al solo girone Ovest. Eppure capiterà che anche la qualità venga messa in discussione in una stagione che, finalmente con 3 promozioni per 32 squadre, ma anche ben 5 retrocessioni, sicuramente sarà molto più inquieta e nervosa del solito.
La Mens Sana l'affronterà oltretutto con 3 punti di penalizzazione, un reminder che riapparirà molesto ogni settimana quando si guarderà la classifica, e che peserà subito finché non si riuscirà a mettere la testa fuori dall'acqua, continuerà a pesare per un po' finché non ci si riuscirà a mettersi qualcuno alle spalle, e poi peserà per tutto l'anno fino alla fine quando ci sarà da fare i conti, e una vittoria in più o meno si sa quanto faccia la differenza, figuriamoci due.
Per cui se oneste valutazioni tecniche e il peso specifico del budget con cui si è fatto il mercato collocano la Mens Sana nella classe media del girone, e se poi troverà la quadratura del cerchio c'è fiducia che possa giocarsela con tutti, la zavorra da portarsi dietro obbligherà a mettere in conto tutto, sapendo di doversi rimboccare le maniche più degli altri, con minor margine d'errore, in questa una giungla.
La testa ci si fascia quando ci si rompe, non prima. Ma senza manavantismi né (men che meno!) gufate, è solo naturale considerare che a stagione in corso possano aggiungersi ulteriori difficoltà. La verità? L'obiettivo più importante è essere ancora qui, tra un anno, a parlare della Mens Sana in A2. Al di là di tutto quello che potrebbe accadere, la consapevolezza di quanto ci sarà da stringersi tutti insieme aumenterà la capacità di godersi il basket e l'anima che questo gruppo di lavoro riuscirà a tirar fuori sul campo. A Siena tante squadre hanno lasciato il segno anche così. Buona stagione.
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