"Se sei a corto di argomenti, usa la statistica. Nessuno
starà a fare i calcoli necessari a contraddirti"
L’ultimo quarto di Roma è ancora sotto gli occhi di tutti. Appena
quattro punti segnati in dieci minuti, una cosa da far venire i brividi. Sì, alla Mens Sana non era mai capitato in Italia da quando le gare sono suddivise in
quattro parti. Era successo di peggio una volta in Europa, a Barcellona:
dicembre 2008, il primo periodo finisce 25-3 per i blaugrana. Ecco, però dall’altra
parte non ci sono Cesana, Fanti e Venuto, ma Basile, Navarro, Andersen,
Ilyasova, in una squadra che a fine competizione si piazzerà al terzo posto… un periodo storto, in cui non c’è modo di fare
canestro, può capitare anche ai gruppi migliori, qual era quello della
Montepaschi 2008/09.
RECORD NEGATIVI - Alla Mens Sana nei campionati di serie A e A2 è
successo 37 volte, su quasi 2700 periodi giocati, di segnare meno di dieci
punti in un singolo tempino. È una cosa che può succedere, tanto che si fa
prima a dire quando non si è mai verificato nel corso di una stagione: nel 2003/04,
nel 2006/07 e nel 2009/10. In tutti gli altri tornei, anche quelli
stradominati, c’è stato almeno un periodo di gioco piuttosto stitico, con meno
di un punto per minuto. Certo, il precedente limite era fissato a 6: nella
stagione passata a Latina, il terzo periodo (6-23), e nel 2013/14 a Sassari (6-13,
sempre il terzo, in una partita che fu comunque vinta, 62-60). Per questo il 4 di Roma entra di diritto nel libro dei record negativi.
ULTIMO PERIODO - La sensazione è che la Mens Sana abbia
perso le ultime partite perché arriva col fiato corto nel finale. A Roma è
stato indubbiamente così (almeno i numeri ci suggeriscono questo), ma i 13 ko
stagionali sono tutti arrivati in fondo? No, anzi. L’unico vero tracollo nel
finale prima di Roma è stato a Legnano, quando Saccaggi e compagni iniziarono
avanti di uno l’ultimo periodo, tornando a casa però con un 82-72 sul groppone.
A Biella il parziale finale vide la Mens Sana sotto di 8, ma partendo già da
una corposa base di -10. Con Scafati il quarto periodo è stato negativo (-5),
ma il +14 al decimo minuto era già stato lentamente eroso strada facendo da Ranuzzi
e soci. Solo con Rieti si sono persi tutti e quattro i periodi (guarda un po’,
mancava Ebanks…). Ci sono però ben cinque partite (a Trapani, a Scafati, con
Cagliari, a Treviglio, a Tortona), in cui è stata la partenza ad handicap a
condizionare tutto lo svolgimento della partita.
CIFRE QUA E LA’ - La Soundreef 2017/18 ha segnato
complessivamente 406 punti nel primo periodo, 416 nel secondo, 406 nel terzo e
405 nel quarto, per medie attorno a 19,5 punti per parziale. Qualche difformità
in più c’è nei punti complessivamente subiti per periodo: 409, 418, 405 e 423. Ma
se ragioniamo in termini di medie, sono 19,3 nel caso migliore e 20,1 in quello
peggiore.
Separiamo vittorie e sconfitte. Scoprendo l’acqua calda, si
nota che nelle vittorie vengono segnate medie di 23,6…22,2…22,5 e 21,7 per
periodo, mentre nelle sconfitte si scende a 16,7…18,3…17,3 e 17,7. Non c’è che
dire, una bella differenza, cosa che invece non c’è in termini di rendimento
difensivo: 20,1…18,5…21,1 e 20,3 le medie per periodo in caso di vittoria, che
invece nelle sconfitte diventano 19,0…20,7…18,1 e 20. Non è un paradosso: si subisce
meno quando si perde, ma aumenta esponenzialmente il rendimento offensivo nelle
vittorie (o si segna decisamente meno nelle sconfitte, si può rigirare il
discorso come meglio si crede).
CONCLUSIONI - Non c’è, statisticamente, un periodo di gioco migliore o
peggiore per questa squadra. In stagione mai si era verificato un quarto
periodo da meno di dieci punti, anzi; per sedici volte si era andati sopra
quota 15 punti e nove volte oltre quota 20 negli ultimi dieci minuti. Per contro,
dodici volte si è stati sotto quota 15 nei primi due parziali, undici nella ripresa.
A parte Biella, c’è sempre stato almeno un periodo da venti punti in ogni
partita. Segno che da qualche parte il potenziale per mettere punti a tabellone
c’è. A Roma questo potenziale si è nascosto bene, anzi è sparito del tutto, nel
momento sbagliato.
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