lunedì 5 febbraio 2018

St.Sal.Stats: Finali roventi, chi si prende la responsabilità?

“Ho sbagliato più di 9000 tiri in carriera. Ho perso almeno 300 gare. 26 volte, ho avuto la palla per vincere la partita e ho sbagliato” (Michael Jeffrey Jordan)

Ecco, se anche il più forte giocatore di tutti i tempi ha sbagliato per ben 26 volte il tiro per vincere una gara, figuriamoci se lo stesso errore non può commetterlo Devin Ebanks. Sgombrando il campo dagli equivoci, non è colpa dell’ex Lakers se a Napoli è andata male (opinione personale, per carità). Certo, se segnava... ma con i se non si va da nessuna parte. Nei finali punto a punto ci sta che una volta vada a finire bene, un’altra male; all’andata contro Napoli, fu uno sciocco fallo di Fioravanti su Turner a permettere all’ex Cremona di segnare i due liberi per agguantare la proroga. A distanza di qualche mese Kyzlink ha restituito il favore, solo che non si era avanti di due… Detto questo, come gioca la Mens Sana i propri finali punto a punto?

Il primo testa a testa nei minuti conclusivi fu proprio contro i partenopei all’andata. Erano due squadre diverse, va detto; in ogni caso all’altezza degli ultimi due minuti, sotto 69-71, la Mens Sana tirò con Lestini da tre e Casella dal medio raggio, quindi pareggiò con i già citati liberi di Turner. Nel supplementare fu decisiva una tripla di Casella sul +1, quindi due liberi di Saccaggi e una schiacciata di Lestini per dare corpo all’85-79 finale.
Erano altri tempi… una settimana dopo altro finale serrato. Sotto di due (61-59) Ebanks sbaglia per due volte il canestro del pareggio, quindi commette un terzo errore con Scafati a +4, poi la mano di coppale arriva da una persa di Saccaggi a 16 secondi dalla fine.

A Reggio Calabria si entra negli ultimi due minuti avanti di due (70-68), lo stesso punteggio a tabellone che c’era sin dal 36esimo. In quella situazione la Soundreef aveva sbagliato due tiri con Sandri e due con Turner (ancora tu, ma non dovevamo vederci piu?), quindi, con il cronometro già sotto i due minuti restanti, fallisce un’altra conclusione con Sandri e una con Simonovic. Poi è il montenegrino a siglare il primo ‘gol’ dalla lunetta per il 71-68, quindi è ancora lui che firma il 73-68 con la schiacciata in contropiede.
Il finale di Legnano può essere considerato punto a punto? Beh, sì. Al 37’48” Siena è avanti di uno (68-67), poi incassa il controsorpasso di Zanelli. Da allora Ebanks si fa stoppare, Turner omaggia gli avversari con una persa, Sandri sbaglia da fuori, Ebanks prima segna da due poi sbaglia da tre, Sandri accorcia ancora, Turner sparacchia da tre, Ebanks perde palla; il tutto mentre Legnano fa 4/4 dal campo e 4/4 dalla lunetta.

Arriviamo alla sfida con Casale. Allo scoccare del minuto 38 Siena è avanti 62-61: qui intervengono un tiro sbagliato di Ebanks, Vildera che non capitalizza il rimbalzo offensivo, un altro jumper sul ferro di Turner. Poi sul -1 una persa di Ebanks, mentre di là Sanders zittisce il palazzo con una tripla. Sotto di 4 Sandri mette una tripla, poi il finale è tutto legato all’esecuzione dei liberi sui falli sistematici. Il disperato tentativo sulla sirena di Turner non sfiora il tabellone.

Ad Agrigento la super rimonta dei padroni di casa sta per concretizzarsi sul 75-77 quando Kyzlink converte a canestro la tabellonata di Saccaggi dalla lunga distanza. Poi, sul +4, la prodezza di Ebanks in 1vs3 che vale il +6. Da lì, sono solo tiri liberi messi a segno (e un contropiede mal gestito da Kyzlink che però non viene pagato a caro prezzo).
Il conto sarebbe 3-3. Tre vinte e tre perse quando all’altezza degli ultimi due minuti il gap è di un solo possesso tra la Mens Sana e la sua avversaria. Poi c’è il finale di Napoli: negli ultimi due fatidici minuti si entra avanti di uno (70-69). Sandri sbaglia da tre, Vildera perde palla, Ebanks si incarta contro un non precisato avversario ma il numero 8 biancoverde cattura il rimbalzo che potrebbe valere la vittoria. Riapertura per Saccaggi, penetrazione e scarico per Sandri libero da tre, con il risultato che tutti conosciamo. Poi, dopo i liberi ballonzolanti (il primo specialmente) di Turner, la doppia rimessa: nella prima la palla va a Saccaggi, ma Napoli ha un fallo da spendere; nella seconda, Ebanks sostanzialmente libero per un tiro dalla media, sbagliato, e Sandri che non riesce a ribadire a canestro (la stop lamp si accende dopo il suo tentativo, c’è motivo di presumere che sarebbe stato buono, anche se sul suo tabellino non figurano né il rimbalzo né il tentativo).

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Tutto questo per dire cosa? Che probabilmente sì, manca un vero go-to guy. Nella rielaborazione dei finali concitati troviamo sovente il nome di Sandri, oltre naturalmente a quello di Ebanks, l’unico vero punto di riferimento offensivo di un certo spessore. Difficilmente una palla che pesava l’hanno avuta in mano gli altri. Considerando ‘punto a punto’ le partite in equilibrio ai -2 minuti dalla fine, il bilancio è 3-4 (il 42,8%), assolutamente in linea con quello generale (8-11, il 42,1%). Un bilancio perdente, come è perdente per ora questa stagione travagliata.

     
   
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