“Oggi i giornali hanno pubblicato una nuova statistica. A
quanto pare tre persone su quattro sono il 75% della popolazione”.
Tempo di bilanci di metà cammino. Cosa hanno detto le prime
quindici giornate di campionato. Al giro di boa del torneo le tendenze della
squadra sono chiare.
6 vinte, 9 perse. Cosa cambia a livello di percentuali? Fin
troppo facile individuare nei tiri da tre una chiave statistica. Nelle nove
sconfitte la Mens Sana è 41/166 dall’arco, un misero 24,7%; nelle sei vittorie
è 56/130, ovvero un consistente 43,1%. Gran parte della differenza sta lì,
perché anche la percentuale da due è migliore, ma non così tanto (56% contro
50%) nelle partite vinte rispetto a quelle perse. Meglio pure dalla lunetta,
quando si vince, soprattutto per numero di tentativi: sono 22,3 per gara nelle
vittorie, si scollina a malapena quota 15 (15,6, per la precisione) nelle
sconfitte. Se si aggiunge che quei 15,6 vengono tirati col 67,9%, a fronte
dell’82% delle vittorie, ecco un altro aspetto che demarca la linea fra partite
perse e vinte. E il numero dei possessi? Ce ne sono tre esatti di differenza
(80,8 e 83,8) fra quando si perde e quando si vince. Non una differenza così
netta.
Da un punto di vista individuale? Spiccano le cifre di
Daniele Sandri. Ha incrementato il suo minutaggio da 23,4 a 29,1 minuti, è
passato da 6 a 8,7 tiri dal campo, da 6,2 a 11 punti per partita, che diventano
15 se si considerano soltanto le ultime sei partite. Ha numeri meno appariscenti
a rimbalzo (2,1 catture di media in meno per gara rispetto alla gestione Griccioli)
ma giustifica con la maggior produzione offensiva (da 1,8 a 2,7 assist inclusi)
la sua presenza sul parquet. Come è facile intuire, anche Vildera (da 13 a 20,8
minuti) e Simonovic (da 6 a 16,5 minuti) hanno incrementato sensibilmente il
loro tempo di impiego col cambio di corso.
C’era una volta Lestini. L’ex Matera ha cifre
sostanzialmente analoghe con i due coach: 3/5 da due e 6/16 da tre con
Griccioli, 3/6 da due e 7/19 da tre con Mecacci, 10 rimbalzi (tutti difensivi)
con entrambi. Eh, ma da una parte i dati sono da dividere per cinque presenze,
dall’altra per nove… erano 19,2 i minuti con la precedente gestione tecnica,
sono 8,2 quelli con l’attuale (e il dato sembra destinato a diminuire ancora).
E le stelle? Stanno a guardare… Turner è sempre lo stesso
(lo avevamo già detto). Con Griccioli o con Mecacci, quando si vince o quando
si perde, il suo rendimento sostanzialmente è sempre analogo… tira un po’ di
più da tre con Mecacci (5,2 tentativi di media contro 4) e nelle vittorie (6,5
contro 3,7), per il resto è la linea piatta di cui si era parlato anche qua. Diverso
il discorso per Ebanks, che nelle vinte tira meno e meglio, ma va più volte in
lunetta. Cosa che faceva sicuramente di più nelle prime cinque giornate (quando
giocava centro), tirando oltre otto liberi per partita contro i 5,6 delle
restanti dieci gare.
E quindi? Niente, i numeri sono questi qua. Turner non alza
mai il livello dell’asticella personale, Ebanks è un fattore offensivo
rilevante (ma paga dazio sulla sponda difensiva, per chiarimenti provare a sondare
il livello di soddisfazione di Sorokas dopo la partita di domenica scorsa).
Sandri è diventato con il tempo il terzo violino (o il secondo?), gli altri
danno quello che possono. “Siamo questi”, avrebbe detto qualcuno. E finché rimarremo
questi, non ci sarà da stupirsi di galleggiare attorno al 40% di vittorie.
***
Il primo squillo di una difesa vagabonda, tra attacco top e incidenza delle triple. In numeri
La verginità, il (solo) cotone, i dolori e i cinque minuti
In trasferta, a basso punteggio, senza i punti di Ebanks. Something different, letteralmente
Il collettivo, i close out, le chiacchiere, gli arbitri
La verginità, il (solo) cotone, i dolori e i cinque minuti
In trasferta, a basso punteggio, senza i punti di Ebanks. Something different, letteralmente
Il collettivo, i close out, le chiacchiere, gli arbitri
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