La vittoria con Trapani ha fatto emergere tante cose buone per la Mens Sana. In primo luogo la difesa, con Siena alla terza prova consecutiva di assoluto spessore. Ed è da quella metà campo che la Mens Sana ha trovato gli input per far bene anche in attacco. Il motivo lo abbiamo detto prima: in questa Mens Sana, il sistema, la combinazione dei diversi fattori, conta più della singola variabile.
Non si spiegano altrimenti i 22 punti di Daniele Sandri, miglior realizzatore contro i siciliani al pari di Ebanks: l’ex Virtus Roma è un giocatore di sistema, un elemento che cioè deve essere messo in condizione di far bene (tiri in ritmo dagli scarichi, spaziature, ecc…) per rendere al massimo. Sebbene con una dose maggiore di estro - i canestri contro la Lighthouse lo testimoniano -, la stessa cosa si può dire anche di Tomas Kyzlink: all’esordio di fronte al suo nuovo pubblico, il ceco si è presentato con un discretissimo biglietto da visita. In numeri: 14 punti e 4 assist in soli 22 minuti d’impiego. Il tutto arricchito, sia per Sandri che per Kyzlink, da un apporto difensivo notevole e assolutamente integrato con il resto della squadra.
Se pensiamo a ciò che succedeva con Turner, oggi a Napoli e prossimo avversario della trasferta di domenica, il paragone diventa impietoso per l’ex biancoverde che, difensivamente parlando, era quello che matematicamente si potrebbe definire lo «0 moltiplicatore»: per quei pochissimi che non lo sanno, il risultato dà sempre 0…
Se a questo si aggiungono la crescita in fase realizzativa di Saccaggi, i canestri e l’impatto di Ebanks e anche le tre triple ben auguranti del rientrante Borsato, l’equazione ‘Mens Sana’ non è più irrisolvibile per il trio Mecacci-Monciatti-Franceschini.
Del resto, un algoritmo viene definito come «una sequenza ordinata e finita di operazioni elementari che conduce a un ben determinato risultato in un tempo finito». E, passo dopo passo, «con studio, lavoro ed esercizio» (frase tipica di ogni buon prof di matematica), questa Mens Sana sembra essersi rimessa in careggiata. Anche l’obiettivo-playoff, classifica alla mano, non è più una chimera. Il prossimo step potrebbe essere, intanto, rimettersi in pari col fattore campo, rimediando in trasferta alle sconfitte casalinghe: per farlo, serve ora una vittoria in esterna.
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Vildera et labora. Quando lavoro e sacrificio pagano
Da assiduo lettore di questo blog , sempre carico di spunti e dati esplicativi , mi urge evidenziare e richiedere un focus su Giovanni Vildera a mio avviso elemento indispensabile dell'algoritmo mensanino . Vildera è il terzo miglior rimbalzista Italiano del nostro girone per numero assoluto di rimbalzi ed il miglior Italiano sempre del nostro girone per rimbalzi catturati al minuto giocato .
RispondiEliminaPer questo motivo , andando in controtendenza ed auspicando che Simonovic si rimetta al più presto , ritengo che un inserimento nel roster di un nuovo lungo sia inutile financo possibilmente dannoso . Gradirei conoscere il Vostro parere , grazie
grazie per l'assiduità, e per la gradita indicazione.
RispondiEliminanel merito: sì, è da sottolineare che c'è anche Vildera, con un ruolo importante, nella crescita recente della Mens Sana e più specificamente nel ruolo del gruppo italiano come motore di questa crescita. fino alla sesta giornata non aveva mai giocato più di 20 minuti, da allora ha superato quel minutaggio in 9 partite su 12, e (certo complici i problemi di Simonovic) nelle ultime 5 partite di fila. il maggiore spazio si è alimentato da (e a sua volta ha alimentato) un rendimento che ha cominciato a salire, come per Sandri, nelle ultime 9 partite, fino a raggiungere una certa solidità e concretezza nelle ultime 6, legittimando così la promozione in quintetto avvenuta da allora (da Legnano in poi). tanta roba (cit.)
detto questo, è altrettanto evidente che un rendimento del genere senza flessioni non possa durare per tutto l'anno, e la prima prova ne è l'esperienza della scorsa stagione dello stesso Vildera, che crebbe visibilmente di colpi tra dicembre e gennaio, fino al culmine dell'eroica prestazione a Casale con l'intero reparto sulle spalle, salvo poi pagare una fisiologica flessione da metà febbraio in poi, da cui è riemerso poi solo nelle ultime due-tre settimane di campionato. e se è vero che il rientro di Simonovic ne alleggerirà il carico (sì, ma quando? nel mezzo lo aspettano almeno altre due, ma più probabilmente tre partite di lavori forzati), è anche vero che la flessione fu inevitabile l'anno scorso quando condivideva il reparto con un americano da 28 minuti di media, figuriamoci quest'anno con accanto un 18enne di cui supportare i lampi e tamponare i passaggi a vuoto.
tutto questo per dire che sì, di un centro c'è bisogno anche se Vildera sta giocando molto bene, perché non si può chiedergli di reggere un reparto da solo, perché il rientro di Simonovic non è una soluzione ai cali di forma che arriveranno, ma anche perché ogni settimana bisogna inventarsene nere per limitare con soluzioni tattiche assortite i lunghi avversari, scoprendosi però magari in altre zone del campo e fasi del gioco. invece "basterebbe" un bel corpaccione - o comunque un giocatore anche scarso ma con una combinazione funzionale tra taglia, sostanza difensiva e solidità a rimbalzo (né Vildera né Simonovic le hanno tutte e tre) - per respirare di più e non dover sempre inseguire in area con soluzioni d'emergenza, che peraltro di recente hanno funzionato al punto da nascondere bene questa necessità.
mi scuso per la lunghezza (è la bellezza di parlare di basket)