La questione è che ogni sconfitta del genere, per la Mens Sana, è uno strappo nei confronti della propria gente. Che, stanca di una stagione che non decolla, non sta più di tanto a distinguere tra sconfitta e sconfitta, tra trasferta e trasferta. In casa di Legnano la Mens Sana non aveva giocato male, e la trasferta precedente a Reggio Calabria l'aveva vinta. La buona notizia è che, a dispetto di quanto l'emotività suggerisca, non stiamo parlando di un disastro senza soluzione di continuità, il trend era diverso. La cattiva notizia è che rispetto alle ultime due partite fuori casa la Mens Sana ha sicuramente fatto un passo indietro.
IL GIOCATORE
Non il miglior giocatore, ma il giocatore del giorno: Elston Turner. A cui è stato fatto notare anche con le maniere forti nell'intervallo che quel primo tempo da 2 punti e 1/6 al tiro in 15', anche rifiutando conclusioni, era una presa in giro. La sua ripresa da 18 punti totali e 7/11 al tiro (5/8 da due, 2/3 da tre), di cui 12 punti in cinque minuti subito dopo il riposo appunto, ha finito per essere solo una conferma. Perché - certo insieme alla tattica e all'efficacia nella propria metà campo - è stato praticamente il fattore che ha fatto la differenza tra il -19 di inizio ripresa e il -5 al 26'30". Peraltro uno show solitario, avulso dai compagni. Déjà-vu... Dove l'avevamo visto? Eh sì: Scafati. Primo tempo da 5 punti che sembrava uno sciopero bianco, secondo da 16 che sembrava un'azione dimostrativa. Allora fu esonerato Griccioli, alla terza sconfitta su cinque partite. Mecacci, che pure a sua volta ne ha perse tre delle ultime cinque, e sei su dieci per restare in media, oggi non rischia l'esonero. Ma capire quella metamorfosi tra primo e secondo tempo - cosa è successo, cosa si è acceso - è la variabile attorno a cui si gioca l'ultima speranza per considerare Elston Turner "a bordo". Perché se non si trova un modo per canalizzare costruttivamente quel cambio di marcia, impresa mai riuscita finora in stagione quindi evidentemente non banale, allora Turner può anche essere accompagnato alla porta, qualunque sia il costo. Perché un giocatore che "decide" di fare due metà di partite di questo livello, vuol dire che ha "deciso" di fare altre 14 partite non a quel livello, e messa così non è accettabile. Figuriamoci per uno che è pagato quanto tre suoi compagni messi insieme.
IL MOMENTO DECISIVO
Sarebbe stato bello segnalare qui il 16-2 di parziale in cinque minuti nel secondo quarto con cui la Mens Sana è risalita dal 51-32 al 53-48 al 26'30", anche grazie al ricorso alle zone, salvo poi tornare a scivolare indietro per entrare nel quarto periodo con lo steso -14 su cui si era aperto il terzo. La partita era un piano inclinato, certi sforzi non possono durare all'infinito e quando ti fermi ricominci a scendere per inerzia, per gravità. A mettere la partita su questo piano inclinato, già vissuto con un 11-0 sul finire di primo tempo dopo essere tornati a -6, era stato il parziale di 8-0 in un minuto di Tortona per il primo allungo in doppia cifra sul 24-14 a 10'44". Ad aprirlo era stata la bomba di Quaglia di fine primo quarto, quando sul 16-14 c'era ancora un fallo da spendere, proseguito poi nel secondo parziale con una tripla di Gergati per il +8, elevato in doppia cifra quando - dopo due errori al tiro di Lestini e uno di Casella da oltre l'arco - ancora Quaglia ha completato l'8-0. Nel momento in cui Ebanks e Saccaggi erano a rifiatare, e in campo c'erano Lestini a catalizzare l'attacco e Turner a fare il play.
LA STATISTICA
"Fate canestro per favore". Il grido si è levato, genuino e disarmante, dal settore mensanino degli spalti alla ripresa del gioco dopo l'intervallo. La Mens Sana nel primo tempo aveva sbagliato 19 dei 30 tiri da due e 5 dei 6 tiri da tre. Più o meno a parità di possessi, la differenza di 14 punti la faceva fin lì il 7/16 da tre di Tortona contro l'1/6 della Mens Sana. Tortona ha chiuso a 12/31 da tre, 39%. Certo, ha aiutato che Sorokas, uno che nelle ultime 10 partite aveva sbagliato 23 tiri su 26 da oltre l'arco, si è inventato contro Ebanks una giornata da 5/8 da tre. Ma Tortona è questa, arrivava a questa partita come la miglior squadra del campionato al tiro da tre: quella che ne tirava di più (27.9), ne segnava di più (10.7), e con una percentuale (38%), seconda solo a Trapani. 44 punti segnati nel primo tempo, 42 nella ripresa: Tortona ha fatto una partita regolare. Non la Mens Sana: 30 punti nel primo tempo, 42 nella ripresa. I 14 punti di divario finali sono gli stessi di fine terzo quarto e di fine secondo quarto. E' che in termini di fatturato complessivo la Mens Sana in trasferta è questa: era arrivata a Voghera come una squadra da 69.4 punti fuori casa, col 26% da tre e 4.4 triple segnate di media. Tutt'altra cosa rispetto ai 90.6 punti in casa col 38% da tre e 9 triple segnate. Stavolta si è fermata a 3/12 da tre. In otto trasferte, solo tre volte (Treviglio, Trapani, Reggio) è andata oltre le tre triple segnate. Di quanto si siano sbattuti Vildera, Sandri, Casella e Saccaggi non si può dire niente, ma tra i mensanini nessuno è andato oltre il 50% al tiro su azione. Così come si fa a vincere?
LA CHIAVE
Il calendario. Se all'andata le trasferte di inizio girone in casa delle big erano accettabili motivi di sconfitta, al ritorno - quando ci si aspettava di arrivarci abbastanza forti da poter guardare certe avversarie negli occhi - quelle stesse partite in casa diventano un'ultima spiaggia a oltranza. Perché oggi la Mens Sana, già sconfitta due volte al PalaSclavo, non sa quanto la aiuterà giocare in casa con Casale, Trapani, Scafati e Biella. E allo stesso tempo non è abbastanza forte neanche per immaginare di andare a riprendersi quei punti sicuramente in casa di Agrigento, Eurobasket, Cagliari, Latina... La partita in casa di Tortona doveva servire anche a questo, a mantenere dopo Reggio Calabria e Legnano la consapevolezza di riuscire comunque a giocarsela in trasferta. Non è andata così. Tutto questo ammesso e non concesso che sia proprio questo - vincere in casa, perdere fuori - quello che la società chiede a questo punto alla stagione. E da quello che la società vuole da questa stagione, per come si è messa, dipendono anche i possibili interventi sul mercato. Difficile è capire quali potrebbero raddrizzare la stagione. Chi di dovere ci sta già ragionando da settimane.
LA DICHIARAZIONEMatteo Mecacci, coach Mens Sana: "Abbiamo approcciato male la partita, e finché c'era ancora gara l'abbiamo lasciata scappare via troppo facilmente, con poca presenza mentale anche di alcuni giocatori entrati dalla panchina, e la giovane età non è una scusante. Sarebbe troppo facile dire che salviamo la reazione dei secondi due quarti, la realtà è che serviva una prestazione diversa dal punto di vista mentale e di energia che oggi abbiamo fornito forse per i primi cinque minuti della partita".
LE ALTRE
Al giro di boa, fine andata, la Mens Sana arriva con 6 vittorie e 9 sconfitte. I playout sono tornati a due punti di distanza, perché tranne Napoli (a 4 punti) tutte le attuali dirette concorrenti della Mens Sana hanno vinto. A -2 ore ci sono Treviglio (10), che ha nientemeno che battuto Biella seconda, e le due romane Virtus (10), che ha superato Latina, ed Eurobasket (10), che è andata a vincere di 38 (!) ad Agrigento. La Mens Sana (12) può sperare al massimo di coinvolgere le tre squadre che la precedono di due punti, quindi oltre alla citata Latina (14), anche Rieti (14), che ha perso con Legnano, e Reggio Calabria (14), che ha vinto con Napoli. Guardando a fasce di campionato di livello tecnico meno sconfortante, le quattro squadre che vanno alla Final Eight di Coppa Italia saranno Casale (24), che ha battuto di 21 Scafati (18) nel big match di giornata, e le tre squadre a quota 20: Biella, Tortona e Trapani, che ha perso in casa con Cagliari. E proprio da Casale, a Siena, parte domenica il girone di ritorno della Mens Sana.
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Il primo squillo di una difesa vagabonda, tra attacco top e incidenza delle triple. In numeri
La verginità, il (solo) cotone, i dolori e i cinque minuti
In trasferta, a basso punteggio, senza i punti di Ebanks. Something different, letteralmente
Il collettivo, i close out, le chiacchiere, gli arbitri
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