Lo so, vi aspettavate le pagelle di Francesco Anichini per
risollevare un po’ il morale dopo il ko con Rieti. Ma quel bravo ragazzo si
farà sentire nei prossimi giorni. Per sostituirlo parliamo di statistiche e,
tanto per cambiare, di Turner…
Come se nella settimana che ha preceduto la sfida non fosse accaduto nulla, contro Rieti si è preso lo stesso numero esatto di tiri (17) che si era preso a Reggio Calabria. Distribuiti diversamente fra mid range (di andare al ferro non se ne parla…) e arco dei tre punti, ma sempre 17 sono stati. I palloni che gioco forza non sono andati all’infortunato Ebanks non sono finiti nelle mani dell’ex Cremona.
In dodici partite di campionato Elston Howard Turner jr si è
preso la media di 15,1 tiri a partita. Leggendo il totale dei tiri tentati
sembra che ogni gara sia una serata in ufficio in cui timbrare il cartellino.
Una volta viaggiato attorno al minimo sindacale siamo a posto. Il massimo
stagionale di conclusioni in una singola partita è 18 (con Napoli e a
Treviglio), il minimo è 12 (a Trapani, a Biella e con Cagliari). Una linea
piatta, monocorde, che neanche l’assenza dell’altra ‘stella’ (sempre che sia il
caso di parlare di stelle) ha saputo rivitalizzare.
Guardiamo se la distribuzione ci dice qualcosa di più. Ci
dice che fino ad oggi Turner ha tirato 124 volte da due e 58 da tre. Quindi il
68,1% delle conclusioni sono da due (praticamente sette su dieci); non abbiamo statistiche complete che ci
dicono esattamente come siano distribuiti i 124 tiri da due, ma non si va
troppo lontani dalla realtà se almeno un centinaio, di quei 124, sono stati
pull up jumper e fade away shot.
Il punto però è un altro: se Turner sta sopra quella percentuale che indica il rapporto fra tiri da due e bombe, la sconfitta è automatica. Se invece sta sotto (quindi se aumenta il numero di tiri da tre), cinque volte è arrivata la vittoria e una volta soltanto è finita male (con Cagliari). Nella grafica vediamo i picchi di Casale (14 tiri su 15 da due) e Scafati (14 su 17, si parla sempre di distribuzione, non di realizzazione). Mentre poi si notano i 7 tentativi da tre (su 16 totali) con Agrigento, i 6 su 13 con Roma, i 10 su 17 di Reggio Calabria.
Il punto però è un altro: se Turner sta sopra quella percentuale che indica il rapporto fra tiri da due e bombe, la sconfitta è automatica. Se invece sta sotto (quindi se aumenta il numero di tiri da tre), cinque volte è arrivata la vittoria e una volta soltanto è finita male (con Cagliari). Nella grafica vediamo i picchi di Casale (14 tiri su 15 da due) e Scafati (14 su 17, si parla sempre di distribuzione, non di realizzazione). Mentre poi si notano i 7 tentativi da tre (su 16 totali) con Agrigento, i 6 su 13 con Roma, i 10 su 17 di Reggio Calabria.
Fin qui l’aspetto numerico. Poi è chiaro che ci sono le
difese avversarie che lo portano a fare certe cose piuttosto che altre, c’è una
limitata serie di soluzioni che lo liberano per il tiro da tre, c’è anche la
scarsa propensione dei compagni a buttarla nel cesto, cosa che evidentemente può
indurlo a forzare il suo classico tiretto dai 5 metri.
Mettiamoci pure le non perfette condizioni fisiche dei due play domenica contro Rieti che hanno scombinato il piano partita. Usiamo tutte le attenuanti possibili e immaginabili. Però poi il conto va presentato. E il conto per ora ci dice che quando i coach avversari dicono “Siena è una squadra con due americani fortissimi”, in realtà non è altro che un ritornello utile per far riempire qualche riga di giornale.
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Le statistiche di Turner gara per gara (in verde le partite vinte) |
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