Oltre che efficace sintesi di tanti altri dati, dalle percentuali alle palle perse, parametrare i punti ai possessi giocati è il modo migliore per valutare l'efficacia della singola azione media a prescindere dai ritmi a cui si gioca. L'unico modo per mettere sullo stesso piano partite come quella di Scafati, in cui la Mens Sana ha giocato 72 possessi, e quella con Cagliari, in cui ne ha giocati 90. E' insomma il dato grazie a cui si può dire che, sempre in media (ma con alti e bassi che vedremo), la Mens Sana ha avuto fin qui il quarto miglior attacco del girone, comunque a livelli di eccellenza, con 0.972 punti segnati per ogni possesso giocato, alle spalle di Agrigento (0.982), Biella (0.979) e Tortona (0.975), queste ultime compensando con l'efficienza i propri bassi ritmi di gara (rispettivamente 11esima e 13esima per numero di possessi). La media del campionato, per capirsi, è 0.945. Le ultime sono Reggio Calabria (0.883... e questo mette in una luce un po' diversa ogni ragionamento sulla "grande prestazione difensiva" di domenica, ma tant'è), Rieti (0.901) e Scafati (0.919, che però compensa tenendo alto il numero dei possessi, e soprattutto con la difesa, che vedremo).
Queste differenze apparentemente minime di decimi, centesimi, millesimi, fanno risaltare ancora di più le prestazioni offensive della Mens Sana contro Agrigento (1.18 punti per possesso), Eurobasket (1.2 punti per possesso) e Latina (1.14 punti per possesso). Sebbene non vinta nei regolamentari, la "migliore" delle altre partite è stata quella con Napoli (0.96, come a Trapani), e poi proprio Reggio Calabria (0.95, più o meno all'altezza del dato medio del campionato). Il punto più basso? Biella (0.79). Il comune denominatore delle cinque vittorie sono le percentuali da tre, mai sotto il 38% in queste cinque partite, e mai sopra il 31% in tutte le altre partite. In fin dei conti questa stretta correlazione è nota da tempo, facendola meno lunga di così. Più precisamente, a oggi i dati aggiornati parlano di 42.3% nelle vittorie e 26.2% nelle sconfitte: 9.4 triple segnate nel primo caso e 4.8 nel secondo, che fa quasi 14 punti di differenza. Una voragine.
Allargando un attimo lo sguardo alla distribuzione dell'intero attacco, e a proposito di triple, tra le quattro partite vinte ai regolamentari (dunque esclusa ancora Napoli) e le altre sette, praticamente a parità di tiri dal campo (64 circa), la Mens Sana ha spostato 4 di quelle conclusioni dal tiro da due al tiro da tre. Sembra ininfluente? Non lo è, innanzi tutto perché è un'inversione di tendenza per la squadra col maggiore divario tra tiri da due presi (43.9 di media, più di tutti) e tiri da tre presi (20.1, meno di tutti). Ma soprattutto non è ininfluente perché - per ragioni tecniche legate alla contingenza delle singole partite, naturalmente non sono risultati costruibili sulla carta! - in quelle quattro partite vinte ai regolamentari non solo la Mens Sana ha tirato più da tre ma anche meglio (dal 29% al 41.9%), e per inciso anche meglio da due (da 47.8% a 59.5%). Mal contati, fa una differenza di circa 18 punti segnati!
Un dato troppo ghiotto per non istigare un giochino: vedere cosa sarebbe successo nelle partite non vinte se la Mens Sana avesse tirato con le percentuali delle vittorie (59.5% da due e 41.9% da tre), e se nei successi avesse tirato con le percentuali delle partite non vinte (47.8% da due e 29% da tre). Certo, ci sarebbero anche i tiri liberi e tutto il resto, è evidentemente fantabasket e non è per dire che certi ritmi di efficacia offensiva siano tenibili sempre, non può essere questo il ragionamento, è chiaramente un assurdo, non siamo impazziti. E' banale che le partite non si giocano a tavolino, e tantomeno col bilancino del farmacista per distribuzione di tiri e percentuali. Ma è una simulazione che aiuta a vedere che finora la differenza nel campionato della Mens Sana l'hanno fatta SOLO le percentuali offensive. Ma tipo differenza tra il giorno e la notte.
Messa così, la conclusione che serve fare canestro per vincere sembra banale. Ma evidentemente non è l'unico modo per vincere: c'è la battaglia per avere più possessi, attraverso recuperi o rimbalzi d'attacco; c'è la difesa per evitare che siano gli altri a segnare. La correlazione tra percentuali e risultati non è qualcosa a cui abbandonarsi ma da combattere, per tirar fuori qualcosa anche dalle giornate storte. A percentuali invertite, come si vede, i risultati sarebbero ribaltati. Tutti. Sì, anche quello di Reggio Calabria. Ma solo con un possesso di differenza. Basta per dire che veramente per la prima volta in stagione domenica il risultato della Mens Sana non è dipeso solo dalla prestazione offensiva (come detto, nella media) quanto piuttosto da quello che è riuscita a non subire dall'altra parte del campo (come detto, anche per limiti di chi c'era di fronte, peggior attacco del campionato). Per averne una misura più chiara, torniamo ai punti per possesso, difensivi in questo caso.
Tanto eclatanti erano stati i citati dati offensivi contro Agrigento, Eurobasket e Latina (tanto che negli ultimi due casi la Mens Sana si è potuta permettere le peggiori prestazioni difensive della stagione dopo Trapani, rispettivamente a 1.12 e 1.00 punti subiti per possesso), quanto lo sono stati dall'altra parte del campo a Reggio Calabria, con soli 0.86 punti subiti per possesso. Il miglior dato in stagione per la Mens Sana, che con 0.978 punti subiti di media non è la difesa più porosa del campionato solo perché come detto in avvio ci sono Napoli (0.988) e, di un pelo, Treviglio (0.979). Il che mette in una certa luce sia i soli 71 punti segnati nei regolamentari coi partenopei, sia viceversa il massimo stagionale di punti segnati in trasferta, dieci giorni fa a Treviglio. Comunque distanti anni luce non solo dalla bionica Casale (0.878) ma anche da Scafati (0.899), che come detto fa di necessità virtù rifacendosi nella propria metà campo dei limiti offensivi.
Anche in questo caso isoliamo il dato con la più alta correlazione con l'abbassamento dei punti per possesso: lo scarso successo avversario al tiro da tre. Le tre migliori giornate difensive sotto la media campionato, e peraltro le sole tre sotto la citata media campionato di 0.945, sono arrivate contro Agrigento (0.93), Scafati (0.89) e Reggio Calabria (0.86). Ovvero le tre partite con la minor percentuale da tre degli avversari (due volte il 21% e una volta il 25%), le tre partite in cui le avversarie si sono fermate a 5 triple segnate. Riportare agli occhi la partita di domenica a Reggio Calabria, quando la Viola nel momento decisivo a sparato a salve da tre punti (0/4 da tre nei tiri che nel finale potevano darle il vantaggio o la parità) aiuta a raffigurare meglio l'importanza del dato.
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Quindi la ricetta è semplice? Basta far tirare da tre le avversarie, tanto sparacchiano e annacquano le percentuali? Evidentemente dipende dalla giornata di tiro di chi c'è di fronte e da come su quei tiri da tre comunque si difende, per provare a sporcare quelle percentuali. Perché poi arriva Cagliari, che ha caratteristiche marcate, tira 29 volte da tre e ne segna 9. Oppure si va a Trapani, si lasciano praterie prima a Ganeto e poi a Jefferson, e loro ci vanno a nozze: 27 tiri da tre, 13 segnati. Ma sempre per trarre delle conclusioni, la buona notizia è che la Mens Sana ha visto come, per meriti propri o demeriti altrui, le partite si possono vincere anche nella propria metà campo: non è ancora una nuova strada aperta, quanto l'aver vissuto in prima persona che un altro modo di vincere le partite è possibile. La cattiva notizia? Che sia nelle giornate di eccellenza offensiva che nelle migliori dall'altra parte del campo la chiave è stata la più volatile possibile in questo gioco: il tiro da tre punti. Ma è un inizio, auspicabilmente.
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