"Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni sorta di malattia e di infermità" - Matteo 10:1
Quante cose sono cambiate? Molte. Quasi tutte.
Quante cose sono cambiate? Molte. Quasi tutte.
Ci voleva? Beh di certo proporre uno “shock” tecnico e tattico ha pagato dividendi immediati ed è stata una scelta proficua.
Sulla questione dei quintetti e della nuova struttura ha già scritto con chirurgica precisione StSal, quindi affronteremo in questo mio contributo cosa è cambiato nello specifico del campo.
Nel dettaglio?
Il primo bel segnale, senza dubbio, i 61 punti segnati all’intervallo. 61.
Dato dalla coralità, dal giocare insieme, dall'essere tutti coinvolti.
SCELTE PER ELSTON
Ad esempio.
Permettere a Turner di scegliere su quali blocchi uscire e costringendo la difesa ad inseguirlo, chiave per limitare il palleggio del buon Elston e garantire quanto prima un vantaggio sulla difesa.
SIMONOVIC – LESTINI: GLI ECLETTICI
L’ingresso di Simonovic nel quintetto di partenza ed un utilizzo sopra ai 20 minuti (probabilmente destinato a crescere) ha chiarito una volta per tutte le intenzioni “aziendali”.
Dare al ragazzo la possibilità di toccare il campo con continuità per una doverosa crescita per “liberare” Ebanks in un ruolo probabilmente più idoneo.
E quindi un 5 con spiccate caratteristiche di giocatore eclettico, capace di giocare fronte a canestro e sopra il ferro per liberare tutto il talento del buon Devin, a cui è concesso di giocare con la palla in mano in più parti del campo.
Mentre dell’ex compagno di Kobe è stato fin qui più facile tracciarne il talento anche sotto la gestione Griccioli, questa nuova struttura ha prodotto azioni spettacolari del giovane montenegrino (che ha finalizzato alley-hoop ed a finire pick and roll giocati con il campo molto aperto) ma anche, ottimi tiri per Lestini, la cui struttura non rende forse merito alle capacità balistiche.
SCORRIBANDEVIN
Il campo più aperto per il buon Devin, messo in condizioni di giocare maggiormente dal palleggio 1c1 fronte a canestro ma anche di poter giocare passaggi consegnati con i compagni (hand-off) per poi riattaccare dal palleggio.
IN-OUT & EXTRA PASS
Un discreto equilibrio del gioco ha quindi consentito di usare il campo non solo per correre da canestro a canestro (nord-sud) ma anche da un lato all’altro (est-ovest), costringendo una malcapitata Eurobasket ad inseguire.
Qui una delle novità: l'utilizzo degli esterni in post basso, capaci di giocare in vantaggio di stazza e centimetri contro i diretti avversari per ricevere vicino a canestro (IN) ma capaci di innescare i compagni dopo l'inevitabile scelta degli avversari di collassare in area (OUT).
Sandri in post basso, tiro da tre punti di Lestini |
Sandri in post basso, Turner sceglie l'uscita (inseguito), Lestini con vantaggio per il tiro da tre punti |
DIFESA
Al momento, il vero problema persistente che non ha risentito, con la stessa rapidità dell’attacco, di nuovo entusiasmo.
La grandissima produttività offensiva, quindi, ha “mascherato” i problemi difensivi che appaiono i più evidenti e che richiederanno molta applicazione per far sì che le lacune vengano colmate.
Il nuovo coach ha però provato a cambiare le carte in tavola, proponendo soluzioni “novità” per offrire un’arma in più alla squadra e costringerla ad approcciare delle novità anche nella propria metà campo.
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