Avevamo parlato la scorsa settimana di Ebanks, del suo
partner preferito ‘sotto canestro’ e dei numeri espressi dai vari
accoppiamenti. Promettendo che dopo Trapani proveremo a occuparci anche di
altri ruoli e situazioni, scaviamo ancora nelle cifre del numero 2
biancoverde. Perché a Casale la differenza tra la performance nei momenti in
cui era impiegato da centro puro o da ala grande era stata minima, mentre contro
Cannon e compagni si è visto qualcosa di diverso e più netto.
Ebanks da 5 insieme a Lestini: il plusminus di giornata con
i due in campo dice +14, lo score parziale dice 47-33. Il tutto in 16 minuti e
6 secondi di impiego comune, quindi con una proiezione sui quaranta minuti vicina
ai 120 punti segnati. Di questi sedici giri di lancette, quasi quattordici (13’55”,
per la precisione) sono stati completati dagli altri tre componenti del quintetto
base: un bel 40-27 complessivo per una proiezione, sempre sul totale di quattro
periodi di gioco, di 114-77. Non che il finale sul tabellone sia stato così
lontano, però sembra un dato interessante. Ok, la difesa fa vincere le partite:
ma segnando tre punti a minuto quante partite si perdono? A Casale, va
ricordato, gli spezzoni dello starting five erano coincisi con due brutti
parziali nel secondo tempo; contro Agrigento invece sono stati i momenti
nettamente migliori della partita.
Meno appariscente la performance di squadra con Ebanks da cinque e Sandri da
quattro, in un quintetto che comprendeva anche Masciarelli e Turner: una
novantina di secondi, con un paio di indecisioni in attacco e due tiri aperti
sbagliati da Agrigento sull’altro versante. Un parziale a “reti inviolate”, si
direbbe nel calcio, con Griccioli che dopo l’1vs1 forzato di Masciarelli ha
rispedito subito in campo Lestini.
FORZA QUATTRO
Accanto a Vildera, quindi giocando da 4, si scopre che i
dati non sono così peggiori per punti segnati (di squadra) ma sono meno entusiasmanti
sull’altro lato del campo. 11’33” per un
totale di 33-28, che proiettato sui 40 minuti darebbe un 120-101 che non
entusiasmerebbe troppo lo staff tecnico alla voce ‘punti subiti’. Ma è un dato
da prendere con le molle, perché sette di questi undici minuti (e 21 dei punti
segnati, 14 di quelli subiti) sono quelli conclusivi, quando il risultato
finale era solo da scrivere nella sua dimensione precisa, ma non c’erano più
molti dubbi su chi potesse aggiudicarsi la parte migliore del referto.
Ancor meno significativi i dati dell’ex Lakers con Simonovic
(8-8, plusminus neutro in quattro minuti scarsi), anche se resta la sensazione
che il duo si trovi discretamente. Li guardi e dici “beh, questi due ci sanno fare”, poi guardi il
tabellone e vedi che sostanzialmente lo scarto è lo stesso di prima. Anche a
Casale era andata così.
PANCHINA SCOMODA
E senza Ebanks come è andata? 6’35” per un 14-12 di
parziale, sicuramente più redditizio nei quattro minuti con l’abbinamento
Vildera-Lestini (11-6) piuttosto che con l’assortimento dell’ex Omegna come
unico lungo insieme ad una ricca batteria di esterni (3-4 con Sandri, 0-2
nell’unico possesso in cui il numero quattro tattico era Casella).
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Leggi anche:
Ebanks: chi vuoi accanto?
La prima vittoria della stagione della Mens Sana
Le percentuali, gli spartani, gli abbonamenti, le infografiche
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