Certo, la partecipazione del coach, la sua emozione nel raccontare ai suoi giocatori - in particolar modo la traduzione senese-americano per Elston Turner durante la visita alla chiesa e al museo - la storia, le tradizioni, le vicende e gli usi delle vie dove è nato e cresciuto non sono un fattore secondario.
Una serata decisamente piacevole tra rituali precisi ma non solo. Il riferimento va al saluto con doveroso in bocca al lupo dell'onorando Marco Fattorini, al video dedicato al Griccioli mensanino e nicchiaiolo e, infine, alla tradizionale consegna della canotta autografata da parte di capitan Saccaggi a priore e presidente di società. Notevole però anche il fuori programma, con lo stesso Griccioli che ha dovuto vestire i panni del conduttore intervistando i suoi giocatori, visibilmente emozionanti - più o meno - nel parlare al microfono di fronte a tutte quelle persone.
Per i giocatori, che poco o nulla conoscevano di questa visceralità delle contrade, profonda e intrinseca realtà senese, è stata una full immersion nelle emozioni. Ovvio che, proveniente da una cultura tanto distante, Turner sia rimasto impressionato del respirare a pieni polmoni un così vivo e presente senso della storia, partendo dalla descrizione delle monture, dell’araldica, dei palii, ecc. Ascoltando però anche Saccaggi, Lestini e Sandri si è percepito come quella nei Pispini sia stata una serata fuori dal comune e che nuove sensazioni abbiano toccato l’animo di tutti i giocatori.
Per non parlare dei sentimenti dello stesso Griccioli, per l’occasione ospite e padrone di casa, amico, fratello e compagno di vita di pressoché tutti i presenti. Dove, se non «a casa, in famiglia» (come ha detto lui stesso), il coach avrebbe potuto vivere un’emozione simile?
Siena è una città unica. Le sue contrade, come tutte le cose del mondo, hanno pregi e difetti ma ciò che trasmettono non ha eguali. È da qui che la Mens Sana può e deve ripartire per ricucire e rinsaldare il rapporto con la città. Specie dopo una campagna abbonamenti sottotono.
Le contrade sono il cuore pulsante del tessuto cittadino. E se questo profondo senso di appartenenza verrà trasmesso almeno in parte anche ai giocatori, tutta la squadra non potrà che giovarne. Lo dice la storia. Della pallacanestro e della città di Siena.
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