Un urlo dopo una palla persa, una reazione scomposta a un contropiede subito, il tutto condito anche da qualche espressione un po’ più colorita. Tanto per usare un eufemismo. Il fallo tecnico sanzionato a Giulio Griccioli durante il secondo quarto di Mens Sana-Moncada Agrigento racconta molto di come il coach viva con grande partecipazione (a dir poco) gli incontri della sua squadra.
«Dobbiamo essere più incisivi, più cattivi. Me lo pongo anche come obiettivo personale», ha aggiunto Griccioli nel post-partita indicando quello che vuole in maniera più continua dai suoi giocatori. Doti che il pubblico di Siena ama da sempre (non a caso Griccioli ha fatto menzione a tutto questo anche per veder crescere le presenze a palazzo): caratteristiche quali vis pugnandi, aggressività, agonismo. Insomma una sana cattiveria sportiva.
Nonostante il largo scarto finale, dalla vittoria su Agrigento si capisce come, secondo il credo di Griccioli, Siena debba avvicinarsi quanto più possibile a essere una squadra Bad boys. Il pensiero e il riferimento (anche per motivi ‘etnici’) potrebbe andare a Devin Ebanks ed Elston Turner, coppia che - nella serata in questione - rievoca facilmente i mattatori dell’omonimo film con Will Smith e Martin Lawrence.
C’è dell’altro però. Contro i siciliani, tutta la Mens Sana è stata vincente quando è stata cattiva. Lo si è visto nel parzialone del terzo quarto, quando il sistema difensivo biancoverde ha funzionato meglio. O anche nel canestro di Andrea Casella con il fallo subito da Ambrosin. Un fallo duro, antisportivo, che ha dato il la all’allungo decisivo nel finale, commesso su un giocatore che ha attaccato con la dovuta e necessaria cattiveria l’area e il ferro degli avversari.
«Con Agrigento ho visto sia le potenzialità e che i problemi della squadra. Ci sono stati 25’ di buon basket, dobbiamo lavorare ancora», ha detto ancora Griccioli riferendosi a come i suoi possano mettere in campo queste doti. Allenandosi per tradurle in maggiore solidità e continuità mentale. Caratteristiche, queste, che possono aiutare quando gli avversari sono bravi a imbrigliare il talento offensivo dei biancoverdi (vedi Casale) e che – sicuramente - rispecchiano il carattere coriaceo e grintoso di Giulio Griccioli, così come il suo credo cestistico. È il credo cestistico di un senese, che ama vedere voglia, applicazione e determinazione sul parquet. Più di un alley-oop o di un 360°.
Bad boys, bad boys
Whatcha gonna do, whatcha gonna do?
When they come for you?
***
Leggi anche:
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Ebanks: chi vuoi accanto?
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Le alternative, l'estetica, l'atteggiamento e il ragù
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