martedì 17 ottobre 2017

Panico da zero a dieci: il gruppo, lo stato confusionario, la saudade

La goccia scava la roccia, se però apri tutto il rubinetto è peggio:

10 I primi dieci minuti di Trapani: Al limite della perfezione. Una squadra che sa quello che vuole fare, come vuole farlo e quando vuole farlo. Praticamente l’opposto di quello che invece ha dimostrato la Mens Sana nello stesso lasso di tempo.
  
9 Stato confusionario: Di quelli belli importanti per i biancoverdi. Del tipo che ti risvegli e non sai dove sei, dove hai messo la macchina e perché quel tizio lì davanti si sta allontanando col tuo portafogli in mano. Ma tutto questo su un parquet.

8 Social: Quello che ha usato Ebanks per dire ciò che tutti pensavano, cioè che nessuna squadra si può permettere di scendere in campo con quell’atteggiamento e pretendere di non essere spazzata via. Il fatto che i giocatori se ne rendano conto è forse già un passo importante.

7 Saudade: Quella che evidentemente coglie i biancoverdi quando si allontanano da Siena. Ancora non abbiamo dati affidabili viste le sole tre partite giocate, ma in queste tre i numeri dicono che la Mens Sana perde 17 punti percentuali da due quando gioca fuori, 15 per quanto riguarda il tiro da tre. Due indizi non fanno una prova, però anche a Don Matteo qualche sospetto verrebbe.

6 Secondo tempo: Quello in cui si è tentato di rimediare ai danni catastrofici del primo. Quando ormai era troppo tardi e senza mai impensierire l’avversario, ma perlomeno salvando la dignità.

5 7/7: L’incredibile striscia che Jefferson è riuscito a infilare dai 6.75. Un risultato che depone sicuramente a suo favore, molto meno a favore di una Mens Sana che gli ha permesso di entrare in fiducia e ha sistematicamente dimostrato di non avere idea di come contenerlo in molti casi.

4 Vantaggi generati: Pochissimi, a tratti nessuno, da parte dell’attacco della Mens Sana. Troppo spesso incartato in una serie di blocchi (frequentemente anche portati male) che poi si esaurivano con un penetra e scarica o poco più. Difficile pretendere di battere una formazione con le velleità di classifica di Trapani in questo modo.

3 Reazioni: Quelle che non sono mai arrivate durante il primo tempo, quando serviva disperatamente arginare la marea. Ciò che è stato detto in panchina per smuovere gli animi non ci è dato saperlo, dal campo si è visto solo una parvenza di chiamata alle armi da parte di Saccaggi, tra l’altro tristemente frustrata dopo nemmeno cinque secondi dall’ennesima tripla di Trapani.

2 Difesa: La grande assente di queste prime tre giornate nonché l’unico vero fil rouge che ha unito tutte le partite, tra sconfitte e vittorie. La mancanza di una solidità difensiva sembra il vero problema che questa squadra si sta trascinando dietro, persa tra quella che a tratti sembra una poca convinzione degli interpreti e in altri casi una vera e propria difficoltà nell’interagire come collettivo.

1 Gruppo: Un altro aspetto che, perlomeno in campo, ancora non sembra esserci. I tanti errori della partita a Trapani troppo spesso sono sembrati dovuti a incomprensioni, mancate comunicazioni, o quantomeno una difficoltà ancora non superata nell’intendersi in campo tra tutti gli interpreti. Siamo ancora a Ottobre ed è molto chiedere a un gruppo quasi interamente nuovo una chimica perfetta, resta il fatto che ancora siamo al work in progress.

0 (-10): Inversamente proporzionale all’inizio di Trapani ci sono stati i primi minuti della Mens Sana, con quello 0-10 che ha immediatamente messo la partita in salita e, di fatto, segnato il risultato finale. Per evitare il ripetersi di queste situazioni chiudiamo questa settimana elencando una serie di consigli per motivare i giocatori al meglio al momento di scendere in campo:
  • Discorso motivazionale di Bagatta negli spogliatoi sulla scia di Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica
  • Proiezione non-stop del primo quarto per tutta la settimana sullo stile della Cura Lodovico di Arancia Meccanica
  • Ricordargli che lo fanno di lavoro (cit)

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