venerdì 29 settembre 2017

Come arriva la Mens Sana all'inizio del campionato

Portata di forza dalla nuova linea societaria, piuttosto che arrivarci gradualmente, a votarsi a un campionato di prima fascia, per ingaggi di grido e risorse spese - al di là di come sono state spese -, l'ambizione con cui la Mens Sana entra nella sua terza stagione di A2 è con franchezza bilanciata da uno sguardo onesto alle avversarie, né manavantista né trionfalista.

L'assenza di squadre manifestamente attrezzate per il salto di categoria, come ce ne sono invece 3-4 nell'altro girone, apre lo spazio per guardare in alto; di contro l'innalzamento sostanziale del livello della seconda fascia apre questo spazio potenzialmente a un gran numero di squadre, soprattutto ricordando l'evidenza per cui in questo campionato più del livello tecnico conta quello agonistico e identitario. Per questo molto dipenderà dalla Mens Sana, artefice del proprio destino. Proviamo a dare un'occhiata al motore prima del via.

Non è pretattica ma un dato di fatto ricordare che il precampionato della Mens Sana è cominciato senza Ebanks, quando è arrivato Ebanks dopo soli due allenamenti insieme si è fermato Turner e quando stava per rientrare Turner si è perso Cappelletti, che negli equilibri di questa squadra (per impatto, senza esagerazioni) era una sorta di straniero aggiunto. Rispetto ai tempi dell'arrivo di Mascolo, la società oggi ha la forza di mettere sull'unghia una disponibilità fino a 30mila euro (cifra non distante da quella che un anno fa si spendeva per un americano come Myers) per un rimedio immediato, e Borsato come riserva è una soluzione non di basso livello.

Le vicissitudini del precampionato hanno rallentato un processo di costruzione che avrebbe comunque faticato ad arrivare a compimento entro l'inizio della stagione, essendo il roster già disomogeneo per valori interni, a causa di un mercato palesemente bifronte di cui non possono non restare tracce: per metà costruita per salvarsi e per metà da promozione, con un paio di ruoli abbastanza sbilanciati rispetto agli altri (non è difficile capire quali), e una costruzione di squadra che ha finito per essere non esattamente organica e con incastri naturali. Eppure i risultati del precampionato, che non contano niente ma che sono stati obiettivamente lusinghieri, dicono che nonostante tutto ci sono valori interessanti su cui lavorare.

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Un problema che si risolve col tempo è aver dovuto fare gran parte della preparazione senza Turner, non solo come giocatore più forte della squadra ma anche come unica vera guardia del roster, la cui assenza ha falsato un po' equilibri e rotazioni (ne risentirà lo spazio di Casella, di conseguenza quello di Sandri, di conseguenza quello di Lestini) e rimandato la conoscenza reciproca: fermo per 17 giorni dopo aver lavorato per un paio di settimane, di fatto è ripartito da zero e potrebbe non essere in condizioni di un certo livello prima di un paio di settimane.

Un'altra questione forse resterà aperta tutto l'anno e sono gli equilibri nel reparto lunghi, il ruolo in cui sarà impiegato Ebanks e capire se al suo fianco sia meglio Lestini o uno tra Vildera e Simonovic. Dalla crescita di Simonovic e dalla solidità difensiva di Vildera passa buona parte della stagione, ma la risposta breve è che nelle valutazioni dello staff tecnico il talento di Ebanks è per gli avversari più difficile da fermare se impiegato da pivot che da secondo lungo, ruolo in cui più facilmente le altre squadre potrebbero mettergli addosso finti lunghi capaci di reggere l'uno contro uno visto che non va spalle a canestro, mentre come centro tattico nessuno ha il passo per stargli dietro. Evidentemente si rischia di pagare in difesa, anche per propensione al contatto fisico, mentre soluzioni tattiche (cioè zone) per proteggerlo ancora non sono nella faretra, arriveranno più avanti.

La questione a cui la Mens Sana ha messo una toppa è invece la perdita di Cappelletti. Con Borsato, che anche solo per esperienza non è Mascolo, la Mens Sana guadagna in tiro da fuori e perde in capacità di battere l'uomo dal palleggio, che non porta neanche Saccaggi e che dunque serviva come l'aria. Rispetto a Cappelletti la Mens Sana con Borsato non alza il ritmo ma lo abbassa. Senza le sue penetrazioni si perde in parte la possibilità di innescare col penetra e scarica i giocatori pericolosi da tre che aspettano sul perimetro. Senza il migliore dei play penetratori a roster, e senza lunghi con gioco interno, la palla in area resta da portarla solo con esterni come Turner o Sandri, gente che può imporsi anche fisicamente, oltre che tecnicamente, sui pariruolo spalle a canestro. Tutti giocatori, compreso Casella, la cui intercambiabilità può essere un valore anche dall'altra parte del campo.

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Con molti giocatori in gruppo dall'indole difensiva a dir poco da costruire, questa è una squadra che sarebbe interessante veder correre per cavalcare in campo aperto e transizione il proprio potenziale offensivo. Ma dopo la perdita di Cappelletti non è semplice immaginare chi possa spingere la squadra a ritmi alti programmaticamente, soprattutto se i dubbi sull'aggressività difensiva e sulla consistenza a rimbalzo diventassero realtà.

Ma se l'anno scorso la luce di Harrell e Myers (comunque livelli diversi...) si spense quando le avversarie impararono a difenderli come faceva male, quest'anno la Mens Sana conta sul fatto di poter rispondere agli adattamenti su Turner ed Ebanks approfittando degli spazi che si apriranno soprattutto sul perimetro per tiratori come minimo di media efficacia (e alcuni di buona efficacia) come Lestini, lo stesso Turner, Borsato, Casella e Sandri. Come fa a non essere un cantiere aperto, ancora per un bel po'?


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