La sostenibilità economica di un settore giovanile fatto così, in questo momento, è fortemente a repentaglio. Non si sa da dove partire e, avvertimento per chi comincia a leggere, non si sa neanche dove si arriva. Il settore giovanile della Mens Sana è un argomento di una complessità tale che è impossibile fare ordine per giungere a una sintesi comprensibile, pur partendo - come si è tentato qui - da numeri che aiutino a fare una fotografia. Però è anche un tema troppo importante, in questi giorni (tra campo e fuori) a dir poco centrale, per non provare a sviscerare dati oggettivi, tentarne letture ragionevoli e avventurarsi tra i fumi confusi degli scenari futuri.
Maturata nella frenesia di abbattere i costi a fronte del baratro del fallimento, e nella fretta di chiudere un accordo quadro su più fronti compreso l'impianto e gli spazi pubblicitari, senza curarsi di quello a cui si rinunciava, la scelta dell'estate scorsa con cui la Mens Sana ha affidato alla Polisportiva il proprio settore giovanile oggi fatica a trovare difensori, bollata dai più come un abominio.
Ma in questo ha un peso decisivo il compagno di viaggio, la Polisportiva, idealizzato imprescindibile romantico richiamo alle radici fin dal 2014, quando ha avuto il merito di far rinascere il basket mensanino, ma che un anno fa - al momento dell'accordo - si era già dimostrata una controparte con cui le frizioni palesi cominciavano a farsi insanabili. L'affiliazione richiesta in Fip dalla Polisportiva nei mesi precedenti per farne la sua nuova sezione basket si è così materializzata nella Mens Sana Basketball Academy, che della MSB 1871 diventava società satellite per il settore giovanile.
Per sommi capi e senza pretese di esaustività, l'accordo prevedeva tra le altre cose che la MSB 1871 avrebbe contribuito per un terzo del budget dell'Academy fino a un massimo di 60mila euro (che all'alzarsi del budget ha finito per essere circa un quarto). A fronte dei 215mila euro spesi l'anno prima, un bel risparmio per la MSB 1871, che però è di fatto rimasta al di fuori della gestione sportiva e non solo del settore giovanile. E anche la presenza di un suo rappresentante, Claudio Cocchia, nella commissione a tre di coordinamento dell'attività, è arrivata a giochi fatti, quando la stagione era già stata impostata.
Titolare di un terzo delle spese, la MSB 1871 per la convenzione ha diritto alla metà dei proventi per l'eventuale cessione di giocatori, mentre non risultano diritti della MSB 1871 sui premi Nas (i contributi riconosciuti alle società che hanno formato giocatori: negli ultimi irraggiungibili anni della vecchia Mens Sana erano circa 300mila euro a stagione). Ma a onor del vero non matureranno premi Nas prima di tre anni, così come di tre anni era la durata della convenzione, dunque non è uno scandalo aver rimandato la questione a quando la convenzione sarebbe dovuta essere rinnovata.
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SG e Simply, che meritoriamente si sono impegnate come primo e secondo sponsor dell'Academy per dare circa 90mila euro alla Polisportiva, si giovano anche di spazi sul parquet il cui valore, con tutta la considerazione del mondo per l'affluenza alle partite giovanili, è dato soprattutto dalla visibilità per le partite di A-2 della prima squadra, ben più che per quella dell'Academy. Uno dei nodi dunque per la MSB non è aumentare o diminuire il contributo per le giovanili, ma essere o meno la titolare unica della raccolta pubblicitaria del campo di gioco (come l'Emma Villas, peraltro, certo agevolata dall'uso di una "pavimentazione" ad hoc per le partite). Se lo fosse, magari avrebbe le risorse per investire di più sulle giovanili, invece che di meno. Giusto per dire che la questione ha un perimetro molto ampio, e passa necessariamente da un chiarimento d'insieme con la Polisportiva.
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Sono troppi i circa 240mila euro spesi quest'anno dalle giovanili mensanine? Dipende naturalmente dalla visione che ci si vuole dare. Al momento di rinascere, la Mens Sana poteva darsi ma non si è data la missione di ripartire dai giovani, nel senso di "giovanili di eccellenza", magari anche prioritarie rispetto alla prima squadra. E' una decisione, un orientamento, che viene dalla proprietà (e quella nuova pare sensibile al tema dei settori giovanili, quantomeno in ambito calcistico, vedremo in quello cestistico). Non si tratta di giusto o sbagliato, ma di decisioni arbitrarie.
La missione del settore giovanile deve essere il rapporto col territorio, con un fine sociale? Ci sono società a Siena che per la propria storia e dimensione sono più legate al rapporto col territorio, e in queste consolidano il fondamento della propria identità, sono altre. Se c'è una società a Siena che, per la propria storia e dimensione, è più votata a un settore giovanile di livello anche attingendo da fuori, almeno da un certo punto in poi del percorso giovanile, quella è la Mens Sana. Sì, certo, reclutare ragazzi all'estero, fare tornei all'estero, è un percorso molto diverso.
La missione del settore giovanile deve essere il rapporto col territorio, con un fine sociale? Ci sono società a Siena che per la propria storia e dimensione sono più legate al rapporto col territorio, e in queste consolidano il fondamento della propria identità, sono altre. Se c'è una società a Siena che, per la propria storia e dimensione, è più votata a un settore giovanile di livello anche attingendo da fuori, almeno da un certo punto in poi del percorso giovanile, quella è la Mens Sana. Sì, certo, reclutare ragazzi all'estero, fare tornei all'estero, è un percorso molto diverso.
Un settore giovanile, tanto più per come può permetterselo la Mens Sana, deve avere come fine la creazione di giocatori, più che il raggiungimento dei risultati? Sacrosanto. A onor del vero è da un certo modo di fare il settore giovanile che viene la possibilità per la Mens Sana di aver avuto nel roster di quest'anno giocatori come Masciarelli, Bucarelli e in un certo senso anche Cappelletti (chiaro che viene da un'era con risorse diverse, ma con la stessa impostazione). E' da un certo modo di fare il settore giovanile che viene la possibilità di pensare per la prossima stagione di usare in prima squadra, per esempio, ragazzi come Campori, Cepic ed Erkmaa.
Che problema c'è a immaginare un settore giovanile di un certo livello se c'è la copertura finanziaria? (Poi qualche problema di copertura è emerso, ma quando la stagione è progettata la copertura c'era). Impiegare queste risorse ha senso senza un orizzonte pluriennale, se poi la stagione successiva si deve dimezzare l'impegno? Era possibile un percorso diverso e più graduale rispetto a partire subito con una foresteria con otto posti? Forse l'ideale era puntare su un gruppo per volta? Era preferibile ripartire in maniera più soft piuttosto che spingere forte e trovarsi già al secondo anno con tre finali nazionali e la partecipazione alla Eybl? (l'alternativa qual era? giocare a perdere?)
Che problema c'è a immaginare un settore giovanile di un certo livello se c'è la copertura finanziaria? (Poi qualche problema di copertura è emerso, ma quando la stagione è progettata la copertura c'era). Impiegare queste risorse ha senso senza un orizzonte pluriennale, se poi la stagione successiva si deve dimezzare l'impegno? Era possibile un percorso diverso e più graduale rispetto a partire subito con una foresteria con otto posti? Forse l'ideale era puntare su un gruppo per volta? Era preferibile ripartire in maniera più soft piuttosto che spingere forte e trovarsi già al secondo anno con tre finali nazionali e la partecipazione alla Eybl? (l'alternativa qual era? giocare a perdere?)
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Serve aggiungere il 50% al budget di quest'anno dell'Academy per pareggiare il budget più basso di sempre della vecchia Mens Sana Basket: era l'anno prima del fallimento, le giovanili erano in corposa dismissione e i risultati furono molto inferiori a quest'anno. Ma queste tre finali nazionali non erano certo state messe in preventivo. L'obiettivo era consolidarsi gradualmente: dopo essere partiti l'anno scorso puntando sul gruppo guida degli Under 18, che fecero le finali nazionali, quest'anno il passo successivo è stato puntare sugli Under 15 come gruppo forte. Un elemento su cui sicuramente si è spinto forte è stata la foresteria con otto posti, più il tutor. Sì, si è reclutato anche all'estero, ma non reclutamento di prima fascia, con molti prestiti (che hanno il difetto importante di dover essere riscattati, per fare propri i giocatori). Ma la percezione del "tutto e subito" è figlia anche della visibilità sempre inseguita all'Academy, consapevole di aver bisogno di impatto mediatico sia per cercare inserzionisti che per avere appeal nel reclutamento.
Quante sono le società che in Italia spendono più dell'Academy? La Virtus Bologna spende due volte e mezzo. La Pms Moncalieri quattro volte tanto. Spende di più la Stella Azzurra Roma, guidata dal senese Giacomo Rossi, che ha interrotto quest'anno la strada dell'Academy in finale negli Under 15 e in semifinale negli Under 16. Poi Bassano. Poi realtà di Serie A come Venezia, Reggio Emilia, Trento, e di recente anche Milano è tornata a investire. E probabilmente se ne sono dimenticate altre.
E cosa fa chi spende di meno? Ci sono dei costi fissi: 20-25mila euro per la gestione dei campionati, le regole impongono un professionista in esclusiva a coordinare il settore giovanile, poi c'è l'abbigliamento tecnico per decine e decine di ragazzi, il costo delle palestre (30-40mila euro) per chi non ha un impianto di proprietà (la Polisportiva ce l'ha, la MSB 1871 no...). La norma insomma è spendere sui 130-140mila euro, 100mila tagliando il tagliabile, di cui magari 30-35mila rientrano dalle quote. Rarissime e poco floride realtà (senza fare nomi) riescono a spendere ancora meno facendo solo le prime fasi dei campionati, regionali, senza spese per seconda fase, interzona, finale nazionale... Ma in cui praticamente il settore giovanile è un dopo-scuola che prende quarantelli in giro per la regione. Realtà che oltretutto devono spendere comunque per prendere sul mercato quei due-tre giocatori a complemento del roster della prima squadra che invece normalmente verrebbero dalle giovanili. Valutazioni.
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Le regole impongono un professionista in esclusiva e la partecipazione ad almeno quattro campionati giovanili (di cui tre di vertice) proprio perché il movimento prevede che chi partecipa a campionati professionistici investa nel settore giovanile. Quante sono in A2 le società che destinano meno del 10% del loro budget alle giovanili? Per la Mens Sana l'anno scorso è stato il 5%. Un budget di una società di A2 in cui alle giovanili è destinato solo il 5% è un budget scritto male. I 60mila euro (figurarsi scendere a 40) della Mens Sana sono pochi rispetto alla normalità, e troppi se invece si considera l'Academy un elemento estraneo. Decidere quale direzione prendere è una scelta strategica fondamentale della nuova società.
Le giovanili devono essere legate alla prima squadra proprio perché certi costi dei giocatori si ammortizzano solo riuscendo a portarli in prima squadra. Ma c'è modo e modo, si può anche con il giusto rapporto con la società satellite. Un anno fa non era stato un errore in assoluto decidere di staccare le giovanili dalla prima squadra in una società distinta, erano anni che se ne parlava rimpiangendo di non averlo fatto prima per limitare i danni del fallimento della Mens Sana Basket. Quello che è sbagliato è che la società distinta fosse interna alla Polisportiva, la Polisportiva stessa. In questo momento storico, suo e dei rapporti col basket. Non ce la fa. Non ce la può fare. Magari in un mondo perfetto sarebbe servita una società terza, partecipata (con le giuste soluzioni tecniche) dalla MSB 1871 E dalla Polisportiva. E magari anche da altri soggetti privati, esterni, che avessero avuto la volontà e l'interesse di investire in qualcosa che, quest'anno si è visto, ha dimostrato di sapersi vendere.
Fantabasket, fantatutto. Niente comunque che possa accadere a breve, come altri progetti al momento sul tavolo della nuova proprietà. Per questa stagione bisognerà trovare un'altra soluzione. La MSB 1871 vuole spendere meno (ma come si è detto magari dipende anche dal resto dell'accordo con la Polisportiva). La Polisportiva magari non vuole spendere niente, visto anche che già l'anno scorso l'operazione Academy si era retta praticamente su sponsorizzazioni esterne. La MSB 1871 come si diceva ha bisogno per regolamentodi un numero minimo di squadre giovanili. Non è un mistero che ci si sia affacciati alla porta della Virtus o di Colle. Intanto per l'utilizzo degli impianti, poi chissà. Per parlare di aberrazione o meno aspettiamo eventualmente gli eventi.
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La soluzione più semplice, e veloce, che conviene a tutti, al momento la prima e unica scelta, sarebbe trovare la quadra con la Polisportiva, un anno di transizione per poter cominciare a lavorare per la stagione successiva. Se necessario con un programma ridotto rispetto a quello di buon livello di quest'anno, ma togliere continuità adesso per spendere meno significa buttare via un altro paio d'anni di lavoro prima di tornare al livello consolidato. Chiudere la foresteria significherebbe abbattere il livello competitivo del settore giovanile, drasticamente. Dimezzarla è una possibilità: per risparmiare quanto? 20mila euro? Quanto ci vuole invece a trovarli?
C'entra obiettivamente anche la forza del buon lavoro di Michele Catalani e dello staff di cui ha deciso di circondarsi: se lavorassero male, la scelta si farebbe da sola. Se c'è una cosa chiara alla fine di questa lunghissima e forse tediosa lettura (ma la scelta è stata aggiungere quanti più elementi possibile per completezza, seppur a scapito della chiarezza), se c'è una cosa chiara, è che le domande sono molte più delle risposte, o almeno delle risposte sicure, il resto dipende dalla visione che si ha del settore giovanile. Dare queste risposte, adesso, tocca alla nuova società. Assumere tutti gli elementi per farsi un'idea non sarà banale.
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