E' infatti curioso come faccia la Mens Sana ad avere 2300 spettatori di media, se solo una volta in tutta la stagione, dieci partite fin qui, ha toccato quella quota. Di seguito i dati di affluenza, attingendo ai dati riportati da Nazione e Corriere di Siena, sulla base di quanto comunicato dalla società di partita in partita (le ultime due gare sono riportate separatamente perché appartenenti al girone di ritorno, e dunque non parte del conteggio in oggetto, ma mettiamole sul tavolo per completezza):
Latina non comunicato (c'era la campagna abbonamenti aperta)
Casale 1800
Treviglio 2052
Legnano 2349
Tortona non riportato dai giornali
Agropoli 2038
Eurobasket 2077
Biella non riportato dai giornali
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Scafati 1911
Reggio 1987
Il totale fa 10316 spettatori nelle cinque partite del girone di andata di cui si hanno i dati, che significa una media di 2063,2 spettatori. Abbastanza diverso dai 2328 che emergono dal comunicato. Considerando che l'affluenza media non si discosti molto da questo dato di 2063 spettatori, parametrata su otto partite invece che sulle cinque a disposizione, farebbe un dato complessivo nel girone di andata da 16506 presenti, comunque ben sotto i 18621 che risultano dal report della Lega Pallacanestro.
Per arrivare a quella cifra, bisognerebbe che nelle tre partite "mancanti" la Mens Sana avesse fatto una media di 2768 presenti. Inverosimile. Anche aggiungendo al computo le prime due partite del ritorno, il totale di presenze fa 14214 (la media scende a 2030). No, i dati nel comunicato della Lega Pallacanestro non possono essere reali, non sono quelli veri.
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Il comunicato ha le lacune di un resoconto in cui si riportano solo i più bravi e non gli altri, per cui magari ci sono anche altre realtà di cui non si hanno notizie. Ma dando per scontato che gli altri dati del report siano più affidabili di quelli su Siena, l'affluenza della Mens Sana - se attestata attorno ai 2063 spettatori medi - arriva dopo quella di Fortitudo, Treviso, Virtus, Trieste, Biella, Forlì, Verona, Roseto e Udine, più o meno ai livelli di Rieti (2071) e Legnano (2017).
Senza presunzione, ci sono anche realtà che ha poco senso che siano davanti alla Mens Sana. Anzi, detto col rispetto dovuto alla passione che c'è altrove e alle capacità di chi sa lavorare molto meglio, ha poco senso che la Mens Sana sia dietro ad alcune di queste altre realtà: per bacino, per tradizione, per radicamento, per storia. Non è 2328 o 2063 spettatori di media che cambia il concetto.
Ma l'incapacità di schiodarsi dal valoroso, inossidabile e fedelissimo zoccolo duro di circa duemila persone è argomento antico, e irrisolto quantomeno da quando la Mens Sana è in A2, forse anche da prima. E' oggettivo che ci siano sempre state preoccupazioni urgenti a cui pensare - e non finiscono mai, ci sono ancora: la sopravvivenza del club - che hanno impedito di lavorare a concetti di espansione e sviluppo della rinata Mens Sana, posto che ci siano in pancia le competenze per occuparsene con profitto.
Ci si aspettava che aiutasse il fatto che attorno alla Mens Sana ci siano più persone a occuparsene, rispetto all'anno scorso. E anche questo è oggettivo, al di là dei risultati conseguiti. Quest'anno c'è stato un aumento di qualche genere di iniziative, come le visite nelle scuole, e non solo. Iniziative per incentivare la presenza al palasport come quelle interessanti attivate con Reggio Calabria che (perché rimaste poco note, perché da centrare meglio, perché non sarebbero state efficaci comunque o per l'aridità del terreno di riferimento) non hanno avuto purtroppo grandi riscontri nell'immediato. Peccato, avrebbero meritato.
Proprio riguardare in fila i dati stagionali aiuta a individuare un trend: 1800 spettatori con Casale, 2050 con Treviglio, 2350 con Legnano. Crescere si può. Si deve. Anche se ci sono delle urgenze di cui occuparsi. E non finiscono mai. E ancora oggi sono al centro della scena, doverosamente. Così non è facile.
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