giovedì 6 ottobre 2016

Il viottolo, perché resti una partita da giocare

Con la pubblicazione del dispositivo del Tribunale Federale in merito ai deferimenti che hanno concluso l'inchiesta sportiva sulla Mens Sana Basket, sono le ore in cui si chiude il primo round - il più robusto - della partita sulla possibile revoca dei titoli, in particolare quelli dell'ultimo anno con Pianigiani e dell'anno con Banchi. Ed è già il momento di cercare di capire se si potranno giocare i round successivi (la Corte Federale e il Collegio di Garanzia del Coni), dopo le motivazioni che arriveranno nel giro di una settimana circa.

Dopo la prima giornata di udienze dedicata alle eccezioni, la seconda è durata più di sei ore, perché i sei dirigenti deferiti potessero discutere le singole posizioni. Secondo l'accusa, sono stati alterati i bilanci e dunque c'è stata frode sportiva. Secondo le difese, contestare la frode sportiva significa provare che ci siano stati atti finalizzati a conseguire un risultato sportivo illecito. E per quanto i reati contestati possano di per sé essere condannabili (ma non ancora condannati, dalla giustizia ordinaria, che deve ancora emettere le richieste di rinvio a giudizio, figurarsi le sentenze), c'è da dimostrare il nesso di causalità tra quanto contestato e il risultato sportivo.

Un discorso è il legame tra i bilanci e il diritto a disputare campionati poi vinti, un altro è la tesi - che sembra quella dell'accusa - di essersi potuti permettere in virtù di questi comportamenti giocatori più forti e per questo si è vinto. Logico al bar, ma non in un tribunale (anche sportivo) dove è facile eccepire che certi giocatori potevano venire anche a condizioni economiche peggiori (è successo), così come è facile eccepire che avere maggiori disponibilità per permettersi giocatori più forti non è per forza sinonimo di vincere (e anche questo è ampiamente successo, anche negli anni in oggetto).

Altro discorso è che si parla di reati amministrativi (peraltro senza aspettare che vadano in giudicato, tocca ripetersi) che vengono puniti non sul piano amministrativo ma su quello sportivo, anzi col massimo della pena sportiva. E altro discorso ancora sarebbe l'unicum di un'indagine di quattro anni sui propri conti a cui è stata sottoposta la Mens Sana Basket: che evidentemente si è rivelata giustissima e fondata, visti i possibili illeciti rilevati, ma si riservi lo stesso trattamento a tutte le società, se proprio si deve parlare di equità competitiva. Ma qui il discorso si allargherebbe troppo.

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Tra gli sviluppi di giornata, va segnalato che il Tribunale Federale ha negato l'integrazione nel contraddittorio alla Polisportiva, che aveva chiesto di costituirsi, il cui intervento è stato dichiarato tardivo. A quanto pare la costituzione doveva avvenire non oltre i cinque giorni dall'udienza, ma si tratta di un soggetto che non essendo precedentemente coinvolto non era tenuto ad avere conoscenza del procedimento e per questo proverà ad eccepire.

L'avvocato Bruno Tassone, che rappresenta la casa madre, ha fatto sapere che si riserva di esaminare il testo del provvedimento in cui si assume come ragione "la mancanza di alterità soggettiva tra Mens Sana Basket e Polisportiva" (???): ha già dichiarato che farà appello per impugnare il diniego alla costituzione nel procedimento, e per impugnare la sentenza. Alle 18.42 la Polisportiva ha diramato un comunicato a nome del presidente Saccone, che merita di essere letto, duro e combattivo, in cui la gente di Mens Sana non faticherà a riconoscersi, ovviamente nell'attesa che alle parole seguano i fatti (che comunque negli ultimi giorni ci sono stati).

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Interessante però un passaggio del No del Tribunale Federale alla Polisportiva, quando - secondo quanto riferito da Tassone - pur riconoscendo la rilevanza della Polisportiva è stato chiesto (forse al soggetto sbagliato?...) perché non si fosse costituita la Mens Sana Basket 1871. Peraltro la stessa MSB 1871 alla cui costituzione lo stesso tribunale aveva già detto no con una precedente ordinanza. Ma resta il velo del mancato tentativo di costituzione (non perché chiamata da altri, ma per propria iniziativa) della rifondata Mens Sana Basket 1871, che pure a parole ne aveva espresso la volontà. E dire che l'intervento della Polisportiva è arrivato a coronamento di un gioco di squadra con MSB 1871 e Associazione Io Tifo Mens Sana è interessante ma di per sé non basta a spiegare di aver fatto il possibile.

Anche la MSB 1871 in serata ha prodotto una nota che merita di essere letta per quanto ben scritta. Con le parole giuste in cui possa riconoscersi la gente di Mens Sana. Precisa nella ricostruzione, puntuale nelle argomentazioni legali (non dissimili da quelle usate dagli avvocati dei soggetti in giudizio), logica nello spiegare il mostro giuridico della mancanza di una difesa. E poi materna nel porsi come soggetto di riferimento dello stesso popolo della Mens Sana Basket, risoluta che di più non si può nel riservarsi "fin da ora, a fianco dei propri tifosi e di tutti gli sportivi, di valutare tutte le possibili azioni esperibili in ogni ambito e nei confronti di qualsiasi soggetto a tutela propria, della pallacanestro senese, della storia e dei tifosi".

Fantastico. Tanto bello che dispiace quasi di dover aggiungere un "ma". Non si può evitare. Bravi MA lenti. Troppo tardi. Non solo per l'orario: con un comunicato delle 22.23 si è rimasti tagliati fuori dal racconto di buona parte dei media. Ma anche per il momento in cui intervenire. Se è arrivata fuori tempo massimo la Polisportiva, che comunque ha provato a costituirsi, che dire della MSB 1871 (al di là del fatto che neanche abbia provato a costituirsi) che ha preso una posizione pubblica così ben articolata (sabato scorso in conferenza stampa era stata appena accennata) solo DOPO la seconda e decisiva udienza, quando il collegio del Tribunale Federale riunito dalle 17 in poi aveva probabilmente già preso la propria decisione?!

L'allarme era stato lanciato non ieri, non l'altro ieri. Ma il 12 gennaio (vedi). E ribadito con l'ufficialità dei deferimenti. Non ieri, non l'altro ieri. Ma il 19 luglio (vedi). Non vale l'alibi della nuova società che ha da poco i suoi vertici dopo un periodo turbolento. Nessuno ha preteso che qualcosa dovesse essere fatto il 13 gennaio, o il 20 luglio. Ma un mese fa sì, una settimana fa sì. Vale per la MSB 1871 che ha fatto un cda per parlarne lunedì scorso e un comunicato solo alla luce delle richieste di condanna, vale per la Polisportiva che si è mossa solo ora, vale per l'Associazione che ne ha parlato martedì e per il Comitato che lo ha fatto mercoledì. Magari l'unico che si è mosso in tempi più idonei è stato il Comune, ma senza esiti positivi. E c'è bisogno che continui a muoversi, come tutte le altre componenti citate.

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Già, perché si era cominciato parlando di primo round e della possibilità di giocare i successivi, considerando una partita più ampia che comprenda il ricorso alla Corte Federale e poi quello, sul metodo e non sul merito, al Collegio di Garanzia del Coni. Ma la partita della difesa dei titoli in questo momento si ferma al primo round, senza rivincite. Perché la non ammissione nel procedimento di Mens Sana Basket 1871 e Polisportiva, se confermata anche dopo il ricorso, dice che non ci sono altri soggetti portatori di interesse per ricorrere contro il provvedimento di primo grado contro il curatore fallimentare Marco Lombardi per responsabilità oggettiva.

Tranne... Tranne la stessa curatela fallimentare. Che si costituisca per il ricorso, dopo essere stata contumace per tutta questa prima fase. In questo momento è l'unica speranza che la Mens Sana possa continuare nelle aule della giustizia sportiva la difesa dei propri titoli. Curatela fallimentare fin qui contumace, ricordiamolo, perché il giudice delegato del tribunale fallimentare non ha autorizzato l'ausilio del patrocinio legale gratuitamente offerto dal Comune di Siena. E allora adesso si faccia il viottolo dal giudice delegato. Nel rispetto dell'autonomia di un magistrato, ma anche nella legittimità di spiegare meglio le proprie argomentazioni. Lo si faccia tutti, capendo se è meglio in via ufficiale o ufficiosa: Comune (se si muove un sindaco, non viene ricevuto?), nuova MSB 1871, Polisportiva, Associazione dei tifosi.

Si faccia il viottolo per capire, per far capire, per giocarsi le ultime possibilità che - tornando su decisioni precedenti - possa ancora esserci una difesa per i titoli della Mens Sana, senza che la partita finisca con la decisione di primo grado, arrivata senza contraddittorio, con le richieste dell'accusa ma senza dialettica con una difesa vera, perché le posizioni degli avvocati La Cognata (Minucci) e Storelli (Menghetti) hanno tenuto aperto l'argomento ma da sole non bastano in assenza di un soggetto giuridico titolato. Difendersi non è garanzia di difendere i titoli, ma quantomeno di aver tutelato il diritto e i propri diritti. Le idee già rilanciate dai tifosi di una class action (qui) o di cause civili (qui), magari non risolutive di per sé, dicono a chi non ce l'ha chiaro che c'è un pezzo di partita da provare ancora a giocare.

3 commenti:

  1. Buonasera. Indipendentemente dalla possibilità di ricorrere - o meno - a Corte Federale e Collegio di Garanzia del CONI, la sentenza di primo grado del Tribunale Federale è comunque un atto amministrativo e come tale può essere impugnata da chiunque ritenga tale atto lesivo di un proprio interesse legittimo. Sbaglio?. P.Cirelli

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  2. Impugnata davanti al TAR, intendo... P.Cirelli

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  3. in tutta sincerità, non ho le competenze legali per rispondere con la puntualità che la domanda merita. così al volo ho trovato questo link in cui forse c'è qualche spunto interessante
    https://ruggierodistasoopinioni.wordpress.com/2016/05/07/alcuni-chiarimenti-sui-vari-ricorsi-al-tar-presentati-o-no-dalla-juve-da-moggi-e-da-giraudo/

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