Aria di déjà vu mensanino anche quando la Legabasket ha presentato come un'iniziativa all'avanguardia la partnership con Tifosy, una piattaforma di crowdfunding. Detto che si tratta di un contenitore e che andrà valutato per i contenuti di cui sarà riempito, innovativo per l'Italia lo è sicuramente.
"Tifosy aiuta le società sportive a raccogliere fondi on-line connettendo il club con i propri tifosi. La nostra missione è quella di consentire a tutti di sostenere la propria squadra in modo equo e trasparente. Questo noi lo chiamiamo FanFunding.(...) Noi di Tifosy crediamo che tutti dovrebbero avere una voce quando si tratta di gestione del club, al fine di garantire che le decisioni vengano prese nel miglior interesse del club, dei tifosi e della comunità. Ecco perché noi di Tifosy vogliamo dare a tutti la possibilità di influenzare la crescita del proprio club sostenendolo economicamente".
Discorsi già sentiti? Chiaro, in un posto in cui la società di basket è ancora viva grazie a un intervento nato dall'Associazione attorno a princìpi del genere. Già sentita anche la parola crowdfunding? Eh già, così dopo la raccolta fondi di Io tifo Mens Sana arrivata a 180mila euro e 570 adesioni a vario titolo, crowdfunding è la nuova password dell'ultima iniziativa dell'Associazione, per reperire le risorse che servono per coprire la propria parte del disavanzo del bilancio scorso. Ah, giusto per ricordare: l'obiettivo è fissato a 20mila, e si contribuisce qui.
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Di Mens Sana comunque in realtà alla presentazione del campionato non si è parlato. E' normale, la Mens Sana ora fa un altro campionato. Non c'entrava niente. E' normale, appunto. O almeno sarebbe stato normale se tutto non fosse cominciato con nove minuti di un monologo che è stato una carrellata sulle più belle storie e sulle dinastie di questi 95 anni di basket italiano. Dieci, venti, trenta capisaldi della nostra pallacanestro. Ma in quel monologo la Mens Sana non è esistita.
Fosse una dimenticanza sarebbe grave. Fosse una scelta deliberata sarebbe grave. A prescindere dagli intenti, i risultati sono maldestramente revisionisti. Non la prima volta che il basket italiano si volta dall'altra parte su quella stagione della propria storia. Dimenticàti una storia gloriosa non meno di altre, un decennio di vittorie, otto scudetti, sette di fila che è record ogni epoca del basket italiano, e anche togliendogliene due (riparliamone tra qualche giorno) resterebbe record lo stesso. La storia non si cancella.
ps: è di oggi l'ufficialità sul sito Fip, anche se il provvedimento è del 15 settembre, che anche Luca Banchi ha ricevuto un'inibizione fino all'8 ottobre. A parte la "pena" di 23 giorni invece che di 20 (che sembra più un errore di trascrizione che una differenza sensata... comunque la sostanza non cambia) è anche nel testo una sentenza in fotocopia rispetto ai provvedimenti analoghi che erano stati presi due mesi fa nei confronti di Aradori, Carraretto, Hackett, Michelori, Moss e Ress. Per cui vale esattamente quanto detto allora.
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