La natura insolitamente sotto traccia del lavoro in atto in questi giorni sulla strutturazione della nuova Mens Sana rende l'idea forse della delicatezza di quanto si sta muovendo, a dispetto dell'apparente immobilismo generato dalla decisione da parte della nuova proprietà di rinviare al 7-8 luglio l'inizio formale dei movimenti per la nuova stagione.
E' in queste ore che gli organi amministrativi della Mens Sana lavorano alla compilazione delle cifre sulla cui base il Consorzio, atteso giovedì anche alla questione della scelta dei nominati nella controllata, passerà dalla formalizzazione del bilancio al 30 giugno alla pianificazione del budget per la stagione prossima. Dal cda alla presidenza, dal nuovo staff tecnico a ogni altra decisione, in realtà è adesso che si mettono le basi di tutto.
I vertici del Consorzio sono operativi nelle riunioni di questi giorni. Adesso sono attese le designazioni per il cda. Ci si è mossi in questi giorni per la presenza in consiglio di professionisti, di carattere legale e contabile. Ci si è mossi in questi giorni per la presenza di personalità. Personalità vicine da tempo a questo salvataggio partito dall'Associazione, forse la più importante a esserci praticamente sin dall'inizio. Oppure personalità vicine da sempre al numero uno della nuova proprietà, professionalità di fiducia e dal multiforme impiego.
Agli equilibri del Consorzio si intrecciano quelli dell'Associazione, in cui da qualche settimana la componente legata ai gruppi di raccolta organizzati dai tifosi, che rappresenta più o meno metà del direttivo, non soddisfatta della gestione attuale, puntualizza che la partita non è chiusa, anzi è tutta da giocare, e che ha pronto un nome di propria fiducia tra i due in cda che saranno in quota Associazione. E anche per il posto che spetterà alla Polisportiva il ping pong tra un paio di nomi, uno più di rottura e l'altro ritenuto più collaborativo, ha animato questa attesa.
Naturalmente la partita sul cda in questi giorni si è intrecciata a quella sulle cariche. A partire dalla presidenza, con autocandidature che non si arrendono alla realtà di essere state bruciate dagli eventi, prima che dalla mancanza di sufficienti consensi. Spingendo per tenere ancora aperta la partita. E poi la figura del vicepresidente, che sembra riscuotere appoggi diffusi al punto di essere considerata valida da qualcuno anche per la presidenza non si trovasse la quadratura del cerchio, ma è un lavoro diverso...
Se lo scenario sembra quello di tanti galli nel pollaio, non è necessariamente una cattiva notizia, perché al momento in cui si è deciso di procedere a un cda a nove membri, tanti quanti gli assessori della Giunta comunale, l'unica via per non renderlo un "parlamentino" confusionario è quella di popolarlo di persone di statura quantomeno capaci di rimboccarsi le maniche e con gli strumenti e le idee per portare un contributo fattivo. Se sarà così, come lo spessore di alcune scelte lascia intendere, potrà essere un'opportunità. Se non sarà così, sarà difficilmente gestibile.
Un rischio, già esperito in queste settimane quando c'è stato chi si è sentito in diritto di contattare allenatori per sondarne le disponibilità al posto di chi dovrebbe occuparsene, è quello di possibili sovrapposizioni con il lavoro di Lorenzo Marruganti. Avere un direttore sportivo di peso non è l'unica formula possibile a questo livello: c'è chi sceglie un allenatore che ne assorbe una parte delle funzioni, c'è chi le affida a un direttore generale che si occupa anche di reperimento risorse e politica sportiva.
Ma nel momento in cui è stato confermato il mandato a Marruganti, non solo a parole ma mettendolo (secondo quanto risulta) al centro delle decisioni di natura sportiva dei prossimi giorni, a questo punto il rispetto dei ruoli, delle deleghe e degli ambiti di competenza è la regola d'oro perché non finisca tutto a carte quarantotto, anche presto. E d'altra parte, se la dialettica comunque è sempre un valore e sarà un elemento nuovo, con Piero Ricci (al di là, sia chiaro, di ogni altra valutazione) il rischio di pestarsi i piedi non c'era mai stato.
Sono anche i giorni in cui gira l'ipotesi di una stagione, la prossima, da votare a un progetto sulle giovanili e sul vivaio senese. Facile, è il tipo di progetto con cui si pensa di spendere meno. Al di là che non è necessariamente vero, stride abbastanza col fatto di entrare nella prima stagione in cui le giovanili certo restano quelle della Mens Sana, ma di fatto si sono "esternalizzate" alla Polisportiva. E una squadra di un certo tipo presuppone un allenatore di un certo tipo: non vanno bene tutti, soprattutto se selezionati secondo il criterio del minor costo...
E, a proposito, il costo di un allenatore non lo fa solo il pedigree ma anche la voglia di rinunciare a qualcosa rispetto al proprio valore. E il costo lo fa anche il tipo di struttura di cui il coach può aver voglia/bisogno di circondarsi. Non è insomma tutto così facile come nel magico modo dei luoghi comuni sulle persone e sui progetti, posto che così si possano chiamare se hanno un orizzonte di un anno. Tanta carne al fuoco, quella che sta tenendo tutti tremendamente impegnati in questi giorni. Il Palio aiuterà ad allontanare le luci dei riflettori fino all'inizio della prossima settimana. Ma se tutto va nella maniera migliore, senza intoppi, qualche certezza in più arriverà già dal prossimo paio di giorni.
ps: ciao Casalpusterlengo e Omegna, dentro Eurobasket, Legnano e Treviglio. Ecco il nuovo girone Ovest di A2.
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