Come funziona? Funziona che siamo alla fase degli avvisi di conclusione delle indagini. A questi seguiranno nel giro di tre settimane le richieste di rinvio a giudizio (salvo proroghe fino a 90 giorni per eventuali memorie e supplementi di indagine voluti dalle difese). A questo punto l'imputato può rinunciare all'udienza preliminare e chiedere il giudizio immediato. In sede di udienza preliminare poi ci sarà chi potrà optare per accedere al patteggiamento o al rito abbreviato, che prevede la riduzione di un terzo della pena: è possibile che per molti degli indagati l'iter processuale si concluda qua. Altrimenti si apre la discussione dell'udienza preliminare sulla cui base il gup pronuncia una sentenza di non luogo a procedere, dispone ulteriori indagini, oppure decreta il rinvio a giudizio accogliendo la richiesta del pm, dando inizio alla fase dibattimentale.
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Sul piano degli indagati, sono confermati gli stessi sei destinatari dell'accusa di associazione per delinquere del maggio 2014: Ferdinando Minucci, Olga Finetti e Jacopo Menghetti sponda Mens Sana Basket; Stefano Sammarini, Nicola Lombardini e Alessandro Terenzi sponda Essedue Promotion, la società di marketing con la cui collaborazione sono state concretizzate le pratiche contestate. Attorno a loro l'indagine si è diretta in direzione della famiglia di Minucci (Rosanna Mereu, Federica Minucci, Pierluigi Zagni) e dei rappresentanti della società (il presidente Cesare Lazzeroni, la vice Paola Serpi, l'ad Luca Anselmi).
Qui arriva subito un distinguo importante, perché in sede penale non appaiono più di metà delle figure (i componenti degli ultimi cda e del collegio dei revisori, undici persone) verso cui in sede civile è stata avanzata una richiesta di risarcimento da 33.5 milioni. Un altro distinguo importante riguarda il numero delle persone rimaste al centro dell'indagine, sicuramente inferiore rispetto a quello più volte ventilato.
Quanto filtrato su uno dei più noti degli indagati, Simone Pianigiani, fa capire una ragione per cui tanta gente è uscita dall'inchiesta: l'innalzamento della soglia di punibilità penale per i reati contestati ai tesserati, sopra la quale nel maggio 2014 erano stati indicati 17 giocatori che adesso evidentemente sono scesi al di sotto. Discorso a parte da quello penale sono le loro posizioni dal punto di vista amministrativo, che molti risultano aver sanato, e da quello sportivo (finora attento solo a Pianigiani). Un'altra ragione del numero relativamente basso di persone coinvolte rispetto al previsto è legato al reato di ricettazione. A questo fronte erano probabilmente legati i maggiori margini di coinvolgimento di altre persone, alla fine risulta contestato a Stefano Bisi mentre altri - eppure apparsi nelle 20mila pagine dell'inchiesta - sono usciti dall'indagine, anche per la prescrizione (8 anni).
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