mercoledì 30 marzo 2016

La difesa dei titoli. E' partito il conto alla rovescia

L'amministrazione comunale cercherà un'interlocuzione preliminare con la Federazione, chiederà un appuntamento per parlare coi vertici della Fip. E' una prima reazione fattiva all'ipotesi di revoca di cinque scudetti alla Mens Sana, tornata d'attualità non perché ci siano degli sviluppi effettivi, quanto perché - com'era previsto, nessuna novità - con la fine dell'inchiesta penale la Procura di Siena ha trasmesso alla Procura Federale le carte dell'indagine che ancora mancavano, perché quanto accertato sia valutato anche dalla giustizia sportiva.

I due mesi e mezzo passati dalla prima volta in cui si è parlato della revoca dei titoli (senza riassegnazione) non cambiano gli accalorati argomenti con cui la gente della Mens Sana è pronta a una mobilitazione a difesa della propria storia, e se la aspetta. A viziare pesantemente la battaglia c'è il mostro giuridico di un procedimento che vede in campo l'accusa ma non c'è la difesa: la Mens Sana Basket non esiste più. Ma una controparte deve esserci, non può non esserci, altrimenti è la dittatura. Dopo l'apprezzabile reazione immediata, il primo passo è capire come e con chi presentarsi davanti alla Federazione per creare una dialettica con l'accusa, invece di arrendersi a un finale altrimenti (o forse comunque) annunciato.

L'arrivo delle carte in Federazione ha fatto partire il conto alla rovescia. Vista la mole di materiale da esaminare (sono state trasmesse 20mila pagine) è possibile che la Procura Federale abbia bisogno di un mesetto prima di procedere al deferimento. Quindi diciamo a titolo puramente esemplificativo che potrebbe arrivare a fine aprile. Dal deferimento all'udienza non c'è un tempo standard, ma potrebbe passare un altro mese circa (nel caso di Pianigiani erano stati quasi due ma perché c'erano stati dei rinvii), e dunque sempre per darsi dei riferimenti esemplificativi se ne riparlerebbe attorno a fine maggio. Bene, è in questo mese dopo il deferimento che un'eventuale difesa dovrà prepararsi a giocare le proprie carte all'udienza, ma non per questo non ci si può cominciare a lavorare prima che le accuse vengano formalizzate, visto che sono già filtrate.

Filtrate a mezzo stampa ma da fonte molto attendibile, quindi già indicative. Da una parte saranno valutate le posizioni dei tesserati, che ci si aspetta vengano giudicati con lo stesso metro usato (peraltro per la prima volta della storia) nei confronti di Pianigiani: i tesserati che risultavano coinvolti all'8 maggio 2014 erano 25, di cui 17 allora sopra il limite di punibilità penale, il cui innalzamento li ha fatti uscire dall'inchiesta della giustizia ordinaria, ma non ha cambiato la loro posizione dinanzi a fisco e giustizia sportiva. Tra l'altro due-tre di loro, gli unici ancora in Italia, sono attesi dai playoff, quindi c'è interesse da parte del basket per capire se ci saranno provvedimenti federali a farli fuori dai giochi con un tempismo in cui non sarebbe esattamente lo sport a trionfare.

L'altro fronte è quello nei confronti della Mens Sana. Nell'opinione pubblica c'è confusione: si addebita alla società la colpa di aver costruito squadre al di sopra delle effettive disponibilità grazie ai pagamenti in nero di cui è accusata. Ma, al di là dell'accertamento su quanti dei soldi sottratti a tassazione siano effettivamente serviti a pagare i tesserati, non è una tesi accusatoria dimostrabile: in teoria gli stessi giocatori sarebbero potuti arrivare anche a condizioni diverse, e (per quanto logico) non è necessario che con più soldi si costruiscono squadre più forti (tra le avversarie storiche della Mens Sana ce ne sono dimostrazioni eccellenti...).

Il grimaldello piuttosto è un altro, quello dei bilanci accusati di essere irregolari, in virtù dei quali secondo l'accusa la Mens Sana non avrebbe avuto i requisiti per partecipare ai campionati poi vinti. Sarebbe peraltro a memoria la prima volta della storia dello sport italiano in cui per una accusa di bilanci irregolari e tasse non pagate non vengono comminate sanzioni amministrative ma sportive. Ma di questo e molti altri aspetti della linea ci sarà modo di parlare quando ci sarà effettivamente un'accusa formale da cui difendersi, insieme ad altri interessanti elementi già emersi in sede civile. La partita oggi è guadagnarsi il diritto a trovarsi allora nella posizione di poter parlare, perché al momento, come detto, non è previsto che esista una difesa. Dimostrare, cioè, di essere un soggetto portatore di interesse che ha titolo a entrare nel procedimento.

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Come detto ai tempi, più di ogni altro l'onere della battaglia tocca alla casa madre, la Polisportiva, che della Mens Sana Basket era azionista di maggioranza, e le è sopravvissuta. "Non siamo soggetti portatori di un interesse diretto, ma certamente di un interesse complessivo legati alla storia nostra e della sezione basket che dalla Polisportiva è stata generata - disse ai tempi Piero Ricci -, e certamente qualche titolo ce l'abbiamo a discutere certi ragionamenti, e lo faremo valere, come fatto in passato al momento dell'iscrizione al campionato della nuova società. Agiremo sotto ogni punto di vista e con ogni argomento per evitare che accada".

Non c'è ragione per cui, se oggi non c'è più Ricci alla presidenza della Polisportiva, debba cambiare l'orientamento della casa madre improntato al più totale buon senso e senso di responsabilità. La Polisportiva è stata titolare di un codice affiliazione per la stagione in B dell'anno scorso, a breve forse ne avrà un altro come società satellite, quindi è l'unico soggetto in campo che fa parte del sistema della Federazione. Se non bastasse perché le sia concesso di partecipare materialmente al procedimento, è sua responsabilità combattere con forza davanti all'opinione pubblica una battaglia per la difesa dei risultati raggiunti da una sua emanazione che non esiste più.

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Ai tempi era stato interessante cogliere anche da parte dell'amministrazione comunale la volontà a difendere la Mens Sana e la sua gente in questa battaglia. "In questo momento - disse il sindaco Bruno Valentini - non c'è il soggetto giuridicamente titolato a difendersi. Per questo stiamo ipotizzando come amministrazione comunale di poter chiedere se ci sono legali affezionati alla propria città e alla sua storia sportiva che ci offrono un patrocinio gratuito affinché il Comune possa essere interlocutore in un eventuale procedimento amministrativo, in cui potersi insinuare in mancanza del soggetto titolato a farlo. Se c’è un modo, noi vogliamo esserci".

Nel frattempo si è stabilito in effetti un filo diretto con dei legali, che hanno segnalato intanto come per un caso del genere sia meglio poi contattare avvocati che si occupano specificamente di giustizia sportiva. E' stato saggio (anche perché lontano dai riflettori, senza farne un'occasione di appagamento del proprio ego, poi le cose in qualche modo si vengono a sapere lo stesso) precedere movimenti sul fronte legale con un passaggio più "politico" per prendere contatto con la Federazione e cercare di coglierne l'atteggiamento, e a quel punto andare comunque alla battaglia o rimodulare la strategia. Ma certo che anche il Comune è un soggetto portatore di interesse che rappresenta la cittadinanza, e dunque di un popolo i cui diritti sarebbero lesi.

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Polisportiva, Comune, e poi? Difendere i diritti della gente della Mens Sana non può non essere tra le missioni di un'Associazione di tifosi che si chiama Io tifo Mens Sana. E' il popolo della Mens Sana a essere sotto minaccia, e chi come l'Associazione si è dato il compito di rappresentarlo ha l'obbligo di combattere questa battaglia. Certo, per quanto utile per dividere le spese legali, non sembra scontato riuscire a far lavorare spalla a spalla Associazione, Polisportiva e Comune. Ma serve un messaggio compatto.

E in un mondo ideale, o forse solo normale, parteciperebbe alla battaglia anche la Banca Mps. Che ha solo da perdere a vedere il proprio nome associato all'onta di un'epoca che si vuole cancellare dalla storia del basket italiano. Sarà utopia pensare questi tre-quattro enti tutti disposti a scendere in campo per difendere la Mens Sana. Ma intanto già assodare che sarebbe giusto aspettarseli può servire a capire a chi chiedere un intervento. E' iniziato il conto alla rovescia, ma è questo il tempo per partire e vedere chi è a bordo, per organizzarsi, per studiare una strategia, per studiare i propri diritti, per trovare le risorse economiche, per trovare le competenze, per muoversi nelle sedi adeguate, e per farsi trovare pronti in pista quando servirà. Non difendere la propria storia, la storia di un popolo, sarebbe imperdonabile. 

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