Nell'immaginario collettivo Agropoli resterà per sempre il nome sull'altra metà del tabellone quello storico 14 giugno 2015. Oggi è un po' una neopromossa, e un po' una squadra che arrivava a questa partita come seconda in classifica. Come Agrigento prima della pausa. Oggi la Mens Sana ha gli stessi punti di entrambe, ed è 2-0 negli scontri diretti con entrambe. La Mens Sana è indubitabilmente una realtà di questo campionato. Non da oggi, non da due settimane fa.
"Adesso è giusto anche riprogrammare le prossime cinque partite, giocandone una per volta ma sapendo che possiamo spostare il mirino su un obiettivo diverso", ha detto coach Alessandro Ramagli. Non è una partita quella che apre prospettive, anche perché l'equilibrio resta altissimo: una vittoria più in alto c''è il secondo posto, due più in basso c'è il settimo, una bella forchetta. Ma se nel calendario delle ultime sei partite ce n'erano due più difficili delle altre, una è andata. Ed è andata bene.
Con un Bryant ancora da 23 punti e 7 falli subiti, con un DiLiegro ancora da 13 punti e 16 rimbalzi: erano i giocatori più discussi, anche qui, non senza ragione, e oggi sono questi. O almeno anche questi. E poi ci sono tutti gli altri. Tra cui anche quelli a cui la fine delle sirene di mercato non ha fatto male, sperando che la serenità che legittimamente cercano possano trovarla in queste settimane anche a Siena. Vorrebbe dire che la trovano tutti, perché ci sono delle prospettive.
Questo gruppo di lavoro è uno di quelli che ha saputo farsi amare da Siena. Questi ragazzi meritano di vivere il loro sogno, e questa piazza sognante con loro. Che non vuol dire andare di sopra, ma continuare a provarci gusto senza che qualcuno porti via il pallone. In questi giorni si è rischiato che succedesse, forse si continua a rischiare. Ma è tutto questo, vivere tutto questo, che spiega più di ogni altra cosa che senso ha sbattersi per tenere in vita la Mens Sana.
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