martedì 8 marzo 2016

8 marzo 2016

La Mens Sana si dà un'opportunità. Non c'è l'accordo, non totale, tra Polisportiva e Associazione, sulla divisione delle responsabilità per dare un futuro alla Mens Sana. C'è l'accordo sul voler trovare un accordo, che non è poco. C'è l'accordo sul darsi tempo grazie al rinnovo delle cariche sociali ("devono studiare le carte", la motivazione del rinvio dell'assemblea), e usare questo tempo per trovare l'accordo: quello che manca non è niente che una trattativa non possa colmare, anche se proseguirla a oltranza sarebbe snervante.

C'è l'accordo sul nuovo consiglio di amministrazione, che è il vecchio con Alfredo Barlucchi e Guido Guidarini al posto di Stefano Inturrisi e Francesco Panichi, più Bono e Carapelli, più Marruganti presidente (al momento fino a giugno, se arrivano i soldi potrebbe lasciare anche prima). Il nuovo cda anticipa - è evidente - l'accordo su una nuova compagine sociale di cui nel futuro prossimo faccia parte anche l'Associazione. Dalla prossima assemblea dei soci, che il cda tra giovedì e venerdì prevedibilmente riconvocherà entro un paio di settimane. E prevedibilmente con l'Associazione che fa un altro passo verso la Polisportiva e la Polisportiva che fa un altro passo verso l'Associazione, per ritrovarsi anche sui numeri.

I numeri quindi. Servirà ritrovarsi innanzi tutto sulla copertura della perdita di 300mila euro della semestrale. Che sono scesi di circa 150mila euro: con l'abbattimento del capitale sociale (47mila euro più 43mila di riserve) per 90mila euro, soldi messi a suo tempo dalla Polisportiva per la creazione della società, più 57mila di finanziamento soci, ovvero crediti per soldi già spesa a cui la Polisportiva oggi rinuncia. Restano circa altri 150mila, che scendono con lo stanziamento da parte della Polisportiva di altri 70mila euro, tanti quanti i soldi della fidejussione estiva, una garanzia bancaria, per permettere alla Mens Sana l'iscrizione al campionato.

Restano da coprire 80mila euro, e qui è già un primo nodo. L'Associazione ritiene che vadano ripartiti per una ricapitalizzazione secondo uno schema analogo a un'ipotizzata nuova divisione dell'azionariato 47%-47%-6% (quest'ultima è la parte di Danilo Bono) o a una più aggiornata divisione 51% (Associazione)-43% (Polisportiva)-6%. Fermo restando il 6% di Bono, dunque, farebbe circa 40mila euro per uno. La Polisportiva ritiene invece di avere già pagato più che abbastanza. Già i 150mila per dimezzare i 300 iniziali nascono da risorse spese in origine dalla casa madre. Ma poi c'è l'ulteriore stanziamento di 70mila (127mila compresa la rinuncia al credito del finanziamento soci), dunque i 150 restanti si ripartiscano in 70mila Polisportiva, 70mila Associazione e 10mila Bono.

E' il gioco delle parti: l'Associazione, a quanto pare, i 70mila, li ha già sul conto, non avrebbe problemi a impiegarli. Ma chiede alla Polisportiva di condividere il cammino. La Polisportiva d'altra parte ha evidentemente intrapreso una strategia d'uscita mirata a non spendere più. La realtà è che entrambe guardano al semestre gennaio-giugno 2016. Quello in cui l'Associazione ha bisogno di trovare qualcuno con cui condividere più o meno a metà il fabbisogno di circa 240mila euro previsto. E in cui invece la Polisportiva si trova impossibilitata dai propri conti a spendere di nuovo, motivo per cui a un certo punto ha dichiarato la volontà di scendere al 10% delle quote, pur di non dover partecipare a nuove cospicue coperture di perdite.

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I prossimi giorni serviranno per confrontarsi rispettivamente al proprio interno - la Polisportiva con una giunta, l'Associazione con una riunione coi soci tra venerdì, sabato o al massimo lunedì - per capire il margine per fare reciprocamente un passo l'una verso l'altra, rispetto al tavolo allestito in mattinata con Barlucchi, Guidarini, Brogi e Tonini da una parte, Saccone, Corsini e Mascia dall'altra, più Marruganti. Il discorso si è spinto anche oltre. Sui costi delle giovanili che sarebbero eccessivi per il basket: la Polisportiva si è detta pronta a rilevarle (tenendosi le entrate per coprire i costi, mettendo a disposizione gratuitamente i tesserati), purché l'attività sia scindibile, e nell'estate scorsa la Federazione aveva risposto picche.

Sui costi della convenzione, anche questi (150mila) eccessivi per il basket, la Polisportiva (posto che di mezzo c'è anche del personale e non solo l'uso del palazzetto) si è detta pronta a passare da un regime forfettario a uno in cui - concedendo il locale gratis - potrebbe far pagare al basket solo le utenze di acqua, luce e gas, stabilendo con una stima degli ingegneri un costo orario e facendo pagare il basket sulla base delle ore di utilizzo. In realtà al basket interessa più ribassare che mettere in discussione l'attuale regime forfettario. Riguardo ai 33mila euro che mancano per completare il pagamento della convenzione di quest'anno, la Polisportiva ha deciso di rinunciarvi, così come di rinunciare agli incassi della biglietteria che nell'accordo le sarebbero spettati in alternativa.

E' evidente il differente approccio tra chi a un certo punto ha deciso di scoprire le carte, la Polisportiva, dicendo di non potersi più muovere da lì (anche se le cifre nel frattempo sono cambiate) e chi, l'Associazione, ha un approccio da negoziazione continua che obbliga a leggere ogni slancio, soprattutto quelli più strani, come una scelta nel modo di condurre la trattativa. C'è un motivo urgente per cui sarebbe stato importante aver trovato l'accordo subito, procedendo già alla ricapitalizzazione per portare un'iniezione di soldi freschi: la società è attesa da spese impellenti per circa 150mila euro, urgenti per circa 80mila e urgentissime per circa 25mila euro, cioè le tasse federali da pagare entro lunedì. Venir meno a quest'obbligo comporta sanzioni (vedi qui) compresa la penalizzazione e l'esclusione dal campionato.

Non si possono aspettare le possibili due settimane della riconvocazione della nuova assemblea dei soci, sempre che ci sia l'accordo tra le parti per ricapitalizzare. Per cui la prossima urgenza è trovare altrove questi denari: due settimane fa si è riusciti a farsi anticipare una fattura, adesso probabilmente si proverà ad attingere ai famigerati sponsor "dormienti", a cui nei migliori auspici degli amministratori potrebbe bastare l'aria nuova in cda e l'aver così sposato il progetto di salvataggio dell'Associazione per tornare a innescare un circolo virtuoso di interesse e investimenti attorno alla squadra. A una prima occhiata, introiti da sponsor di questo genere appaiono vitali anche sul medio termine, per abbattere un po' i circa 250mila euro di fabbisogno del periodo gennaio-giugno assieme a quanto resta - dopo l'aumento di capitale - delle sottoscrizioni dell'Associazione.

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Provando a figurarsi degli scenari, un'ipotesi (non necessariamente quella che sarà percorsa) è un tentativo di soluzione in due fasi, una adesso e una in estate. Lungo il percorso è difficile ma possibile che arrivino altre risorse dalla Polisportiva, che è in una situazione in cui non si può permettere di mettere ulteriori soldi nel basket: secondo quanto risulta, se non ci fosse stato l'intervento dell'Associazione/Consorzio sarebbe stata disposta a mettere in liquidazione la società. Qualcosa dalla casa madre potrà comunque arrivare, e di questo parlerà la prossima Giunta, ma è quasi impossibile che possa essere qualcosa che vada oltre la copertura della semestrale al 31 dicembre 2015.

Alla Polisportiva è stato proposto di restare come socio di minoranza importante per cedere progressivamente le sue quote all'ingresso di consorziati. E poi, per non essere costretta a partecipare alle perdite, le basterebbe non partecipare al nuovo aumento di capitale sociale che si renderebbe necessario a giugno. Ma la Polisportiva non vuole trovarsi nella condizione di essere accusata a quel punto di staccare la spina al basket perché non mette soldi che da sempre ha dichiarato di non avere. E sa che la cessione graduale delle quote per l'eventuale ingresso in progress dei consorziati può farlo al suo posto l'Associazione, a cui vuole conferire oggi gratuitamente la maggioranza quasi totale delle quote.

Tanto il punto è partecipare o meno alla copertura del fabbisogno del periodo gennaio-giugno 2016: ogni giorno parte un treno, ma al momento la sintesi di maggiore buon senso (poi percorrerla è un altro discorso) parrebbe quella di una Polisportiva che fa un ultimo sforzo per aiutare l'Associazione a coprire la semestrale ma poi, come annunciato, le lascia campo sgombro per trovare le risorse del periodo gennaio-giugno 2016, i famosi 250mila euro. Risorse che dovrebbero arrivare da chi è nel capitale sociale (come l'Associazione), dal citato possibile contributo di qualche sponsor (un po' di contatti ci sono), e dall'ingresso in scena, prima o dopo, del Consorzio di aziende: i 1500 euro di iscrizione ciascuna, se moltiplicati come si spera su un buon numero di partecipanti (partendo magari dal convincere gli inserzionisti attuali), sarebbero un interessante punto di partenza.

Al di là della possibilità di rimettere a nuovo una parte minima delle perdite, potrà presentarsi a giugno un nuovo aumento di capitale (la seconda fase del salvataggio), per coprire le eventuali perdite e/o per permettere l'ingresso di nuovi soci. Come il Consorzio, evidentemente. O perché no, anche di soci privati forti. Su tutto questo in fin dei conti bisogna ancora mettersi d'accordo. Associazione e Polisportiva ne riparleranno quando si rivedranno, indicativamente nel giro di una settimana dopo le reciproche consultazioni interne. La Mens Sana non è morta, ma ancora non è in sicurezza. Il lavoro continua.

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