Quello che è successo intorno, se c'è bisogno di ricordarlo, è l'assenza della Brigata per la prima metà di partita, lasciando al proprio posto lo striscione "Domani si fa i conti!!! Chi non viene è colpevole!". Inciso, all'incontro organizzato dal Comitato in pieno stato di crisi della nazione, convocando gli stati generali al completo, pare che qualcuno degli invitati (forse qualche due...) possa presentarsi. Purché sia costruttivo, e invece il rischio che non lo sia è altissimo, in un momento in cui si stanno cercando con zelo le soluzioni. Chiuso l'inciso: al rientro della Brigata, il resto del palasport ha contestato una protesta che in assenza di spiegazioni sul metodo usato (la Brigata, che pure in passato ha comunicato attraverso comunicati, da settimane non argomenta la propria posizione) pare colpire l'anello debole di questa situazione, la squadra.
edit: la Brigata ha poi pubblicato in mattinata una nota sulla protesta
NON DATECI PER SCONTATIA seguito degli ultimi avvenimenti che stanno rischiando di trascinare un'altra volta la nostra...
Pubblicato da Brigata Biancoverde Siena su Lunedì 29 febbraio 2016
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La squadra ha tirato fuori una partita di grande orgoglio, di spessore incredibile se letta con le lenti dell'assenza di Roberts (caviglia) e confrontata con come era andata nelle ultime due partite. "Abbiamo giocato una partita di grande cuore - ha detto Alessandro Ramagli con una capacità sempre unica di toccare le corde giuste -. Abbiamo interrotto la striscia negativa e farlo in una situazione di emergenza ha valenza doppia: è uno step che mancava a questa squadra, quello di dimostrarsi capace di portare a casa la vittoria anche in situazioni fisiche complicate e in assenza di un giocatore significativo, quando siamo stati incompleti abbiamo sempre presto. I ragazzi hanno dimostrato grande attaccamento alla maglia e rispetto per il proprio lavoro", ha chiuso riprendendo implicitamente il filo delle dichiarazioni di una settimana fa a Voghera.
Si può ragionare della zona matchup e del quintettone con tre lunghi, della tripla decisiva di Udom o dei liberi altrettanto decisivi di Bryant, dei 9 assist di Truck o dei 17 rimbalzi di DiLiegro ("siamo maturati da ragazzi a uomini", ha detto a proposito di frasi che toccano le corde giuste), della partita di Ranuzzi o Borsato, dei cinque uomini in doppia cifra o della scossa data da Bucarelli, della rimonta fatta o di quella subita, dei problemi di falli di Saccaggi o del 2/17 da tre del trio Martin-Evangelisti-Chiarastella, del -2 dal secondo posto o del +4 sul nono posto o del +10 sul quartultimo.
Alla fine forse l'unico argomento che ha senso è su quello che questo gruppo di lavoro - in campo e fuori dal campo - ha saputo costruire attorno a una squadra non scarsa ma neanche di grandi nomi eppure evidentemente con dei valori, oltre che ben assemblata, in un campionato in cui è evidente che la qualità del lavoro e la costruzione di un buon ambiente spesso pesa più del talento. Non sono discorsi vuoti solo perché sembrano già sentiti, non diventa un gruppo normale solo perché a Siena se ne sono visti altri di grande spessore. Anzi.
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Prima della partita della Mens Sana, a margine di quella della Robur, Federico Trani - figlio della nuova proprietaria Anna Durio - ha speso parole che non possono non far pensare alla Mens Sana. Del possibile ruolo di Anna Durio nel futuro della Mens Sana si era parlato nei giorni scorsi. "Siena è un luogo ideale per portare avanti un’idea di calcio e di sport molto coinvolgente, secondo me è molto portata a un’unione di intenti tra gli sport: nulla esclude che potremo lavorare su collaborazioni con gli altri sport, questo non lo escludo. E’ una piazza in cui si può lavorare sul modello estero tipo Real Madrid o Barcellona in cui non esiste solo il Barcellona calcio ma una polisportiva Barcellona in cui poter far crescere prima degli atleti i ragazzi e gli uomini”.
Domanda fuori campo: sta strizzando l’occhio alla Mens Sana? “No, posso strizzarlo alla Mens Sana, posso strizzarlo all’Emma Villas, posso strizzarlo a chiunque. è un discorso in assoluto, senza riferimenti a casi particolari: la passione e la gente di Siena sono secondo me il primo passo verso questa mentalità di sport che purtroppo in Italia c’è in poche piazze. E con questo si possono raggiungere obiettivi senza essere sceicchi, petrolieri, straricchi e spendere a caso”. Dunque si torna a parlare di polisportiva, e non intesa come 1871... La scelta delle parole può non essere studiata, quindi va presa con le molle, però si parla di "collaborazioni con gli altri sport", che è diverso da entrare in società.
Il tipo di argomento sul tavolo, anche nei colloqui dei giorni scorsi, lo ha confermato nella stessa sede anche Anna Durio. “Ho approfittato di questi giorni, credo di aver incontrato chiunque appunto per vedere quali possibilità ci potrebbero essere, dove potrebbe esserci dello spazio per fare un campo”. Tipo quelli vicini al palazzetto (Torre Fiorentina)? “Lì ci starebbe, bisogna vedere se si riescono a fare degli accordi. Perché quello vicino al palazzetto è di proprietà della Polisportiva. C’è un altro terreno invece di proprietà del Comune. C’è da lavorare, non è qualcosa che si può fare nell’immediato”.
Dunque la Polisportiva è proprietaria di un campo sportivo che interessa alla Robur per fare il famoso e mai realizzato centro sportivo, insieme a un altro lì vicino del Comune, che probabilmente sta caldeggiando l'operazione. Le carte in tavola sono chiare, c'è da capire a che tipo di accordi si sta pensando. E se e come si intrecciano col futuro del basket mensanino.
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