Il campo innanzi tutto. Con lo spessore di Cucci e Bucarelli, e quando sarebbe bello continuare ancora a immaginare un futuro attorno a loro due, e a questo staff tecnico. Per il resto hanno pesato troppo le contingenze per voler analizzare cosa la partita può aver detto a livello tecnico. Dopo essersi trovata qualche volta dall'altra parte della storia, ed essere stata brava ad approfittarne, la Mens Sana ha giocato senza il suo miglior giocatore, Roberts (infortunato), con un altro titolare (Borsato) a pezzi, altri due (Ranuzzi e Bryant) che lo erano fino a pochi giorni fa, e nel frattempo si sono riposati rientrando da una trasferta lontana 700 km in linea d'aria che era finita al supplementare... Che la Mens Sana crollasse nell'ultimo quarto senza più energie ci poteva stare...
"Uomini prima che giocatori... orgogliosi che difendiate i nostri colori. La squadra non si svende!", diceva uno striscione. Già, perché prima della partita, per raccontare la serata c'è da raccontarne il clima. Molto particolare. Era la prima partita dopo le dimissioni del cda. Era la prima partita senza Piero Ricci: non fisicamente, ma la prima da 16 anni senza che fosse lui alla presidenza della casa madre. C'è stato nei mesi anche chi legava alla sua presenza la motivazione sul presentarsi o meno al palazzetto: le presenze sono state 2034... In un incredibile incrocio del destino, era anche la prima serata in cui Alessandro Magro tornava a Siena, e in qualsiasi altro momento storico avrebbe meritato che si pensasse solo a lui. Stavolta no.
A un certo punto sembrava che potesse anche essere, nel peggiore dei casi, ma veramente peggiore, l'ultima partita casalinga nella storia della Mens Sana. Era anche la vigilia di un'assemblea che sarà rinviata, ma intanto bisogna che succeda materialmente: non presentandosi o presentandosi per chiedere una proroga, sulla base della verbalizzazione della Giunta per cui si richiede un lasso di tempo per analizzare alcune proposte in corso, questo si vedrà ormai nelle prossime ore. Si sta lavorando su possibili sponsorizzazioni da cui arrivino un po' delle risorse che mancano. L'auspicio della Polisportiva, nella persona dei suoi vertici attuali, è che questi giorni aggiuntivi fino alla nuova assemblea (non ancora fissata) servano a programmare la situazione, soprattutto nella parte della riduzione dei costi.
L'idea passata in Polisportiva è che i soldi che mancano al 31 dicembre (circa 300mila) si possono trovare (la stessa Polisportiva pare disponibile a rinunciare a 50mila euro sui 150mila di convenzione annua, poi ci sono alcuni anticipi di versamento in conto soci), ma che i conti dal 1° gennaio al 30 giugno debbano essere in pareggio. Per questo è il momento di esaminare il bilancio preventivo in tutte le sue spese: ipotizzare che da ora in poi per le trasferte si parte la domenica mattina, e anche coi fornitori trovare un accordo. Che a seconda dei punti di vista significa prenderli per il collo, o significa dargli più soldi di quelli che tristemente vedrebbero altrimenti. Perché l'alternativa è la liquidazione o il fallimento. Non arriva il liquidatore, ma in un certo senso la liquidazione si fa in casa.
Il grande nodo, già affrontato, è se - a fronte di un possibile risparmio dalle cessioni di 60-70mila euro buyout compresi - non convenga tenerli "in pancia" per arrivare con loro ad aumentare le entrate: la riflessione della Polisportiva in questo momento è preferire il risparmio certo di certe rinunce rispetto al guadagno incerto di eventuali incassi playoff ancora non sicuri. Da parte del basket c'è la convinzione che già il budget previsionale di inizio stagione fosse ridotto all'osso (i famosi 1.1 milioni) e che per provare a limarlo si è già mandato via un giocatore, Alberto Cacace. E' interessante sapere che prima della partita Leonardo Tafani e Lorenzo Marruganti si sono incontrati per fare il punto. A cosa porterà, lo vedremo nei prossimi giorni.
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