Non sta scritto da nessuna parte che debba esserci un finale triste per poter parlare di una grande storia. E' già successo una volta, anche a posto così. E in realtà nessuno oggi chiederebbe una grande storia (piuttosto una storia che duri nel tempo), ma questo gruppo di lavoro ha dimostrato di poterla regalare alla gente della Mens Sana.
Fuori da Siena non se ne accorgerà nessuno. Sarà sembrato normale che una squadra che aveva vinto cinque partite di fila (normale?!), va a vincere la sesta al supplementare a Reggio Calabria, che magari tanto bene non doveva stare se si era appena decisa a cambiare allenatore. E invece quello della Mens Sana sul campo della Viola è un successo che non ha niente di normale. A quattro giorni dall'assemblea che dirà se il basket della Mens Sana ha un futuro. Oppure no.
Non è stato normale perché Ramagli ha perso per strada due titolari, Borsato (piede) e Roberts (caviglia) che, quando è uscito a metà terzo quarto, era stato fin lì il migliore. E infatti senza di lui la Mens Sana ha imbarcato un parzialone di 20-2. Poi è rientrata, con la zona matchuppata (cit.), coi canestri di Ranuzzi e del DiLiegro forse migliore dell'anno, con lo 0/17 da tre con cui chiudono Rullo, Dobbins e Akegboye, coi 23' di Bucarelli, con la rimonta dal -10 a 5' dalla fine e dal -7 a 2' dalla fine, col gol che vale l'overtime segnato da Bryant, che fin lì aveva sbagliato 10 tiri su 12, e che fino alla sera prima era un fantasma, per colpa dell'influenza.
L'infermeria è un altro pezzo della storia perché, in una settimana in cui sono stati colpiti anche Ranuzzi e pezzi dello staff, un peso deve averlo avuto il tornado che ha travolto tutti a inizio settimana. L'annuncio di lunedì, le conclusioni, la riunione con la squadra di martedì, il groppo alla gola, il buco allo stomaco, le lacrime sugli occhi più giovani. I procuratori che hanno cominciato a sondare il mercato, le telefonate che hanno iniziato ad arrivare, l'accordo di pensarci solo dopo la partita con Tortona, dopo aver capito se si va avanti, e si va avanti tutti, oppure... oppure no.
"Questa è una partita che mi ha commosso - ha detto Alessandro Ramagli -, perché è stata giocata con un po' di testa nel momento importante, con tanto cuore e come dicono gli argentini tanti huevos, perché altrimenti non si esce vittoriosi da un campo come questo contro una squadra che ha cambiato allenatore e vuole cambiare faccia al proprio campionato con molta più intensità dei suoi canoni abituali".
"Un bel regalo per i nostri tifosi, se lo meritano tutto e tutti, e un bel regalo per noi, perché non c'erano belle condizioni per giocare questa gara. Però quando ci metti un po' di testa, tanto cuore e coglioni non è impossibile provare a vincerla. Il nostro lavoro silenzioso, in un momento in cui ci sono tante parole intorno a noi e in cui abbiamo deciso di non parlare mai e solo lavorare, è la nostra risposta se può servire a dare un po' di serenità all'ambiente, che in questo momento non è molto sereno". Spessore.
domenica 14 febbraio 2016
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