Al 14 luglio, con tante caselle da riempire, si cerca anche di leggere nei fondi delle tazzine per farsi delle idee. Anche se poi prevedibilmente si proseguirà solo in parte su questa strada, l'inizio della campagna acquisti mensanina con Mattia Udom sembra annunciare un'idea di squadra marcatamente giovane. E d'altra parte è una conseguenza logica, seppur non necessaria, se si mette sul tavolo un progetto tecnico su base triennale fondato sulla crescita, crescita che nasce dalla continuità tecnica di interpreti che resteranno anche nelle prossime stagioni, ma anche dai loro miglioramenti individuali.
Crescita dunque (anche) attraverso le forze interne: ancora nell'incertezza del budget, (anche) a questo serve aver investito qualcosa in più su uno staff tecnico così qualificato e qualcosa in meno sull'organico, per arrivare in parte col lavoro in palestra a quello a cui non si arriva sul mercato. O almeno per arrivare a qualcosa in più rispetto al punto di partenza, era questo il valore aggiunto auspicato. E qualcuno tra i giocatori della nuova Mens Sana sarà sicuramente chiamato a un percorso del genere: arrivare oggi, per essere pronto l'anno prossimo e ancora più pronto tra due anni. Dando al club un patrimonio che cresce.
Non ci sarà, probabilmente, la pressione sul singolo risultato che ha chi gioca per la promozione o di chi si salva o meno per una vittoria in più o in meno. L'obiettivo da darsi, nel caso, è quello di diventare un'incubatrice di basket. Nella sperata condizione in cui si spera non sia in discussione la permanenza in categoria, ci si può permettere il rovesciamento logico per cui è meglio una squadra di giovani che fanno arrabbiare per il potenziale ancora inespresso che di "esperti" che sai già quanto ti danno, ma privi di un respiro che vada oltre il profitto della singola stagione. Tutto questo come scelta deliberata dell'identità da darsi, della missione per questa stagione, perché non c'è una convenienza economica, sicuramente non se si parla di giocatori Under...
Si è pensato a una squadra con due giovani? Se ne prendano tre. Si è pensato a una squadra con tre giovani? Se ne prendano quattro. Si è pensato a una squadra con quattro giovani? Se ne prendano cinque. Lo stesso coraggio con cui si è deciso di puntare più sullo staff tecnico che sui giocatori, sarebbe ardito e per questo affascinante averlo anche nella costruzione di una squadra di giovani. Anche in coerenza alla stima nelle capacità di moltiplicazione dei pani e dei pesci riconosciute con ragione alla guida tecnica.
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