"Il prossimo campionato di serie A2 si presenta come uno dei più appassionanti e rappresentativi della storia. A piazze giovani e cariche di entusiasmo si sono affiancate città che hanno fatto la storia del basket nazionale, da Nord a Sud. La serie A2 rappresenta un movimento che cresce ed al quale un sempre maggiore numero di aziende sta dando fiducia".
Lo dicono con una nota ufficiale a Reggio Calabria, dove hanno appena annunciato l'accordo con lo sponsor Bermè, dopo quattro anni senza marchi sulle maglie. Parole interessanti in generale, tanto più se confrontate con quello che sta succedendo alla Mens Sana.
Innanzi tutto guardare a Reggio serve a dire che avere uno sponsor non è scontato, se un bacino e un club storico come quello reggino ha dovuto aspettare tanti anni. Poi sarebbe troppo banale ironizzare dicendo che non tutto il mondo è paese: se "un sempre maggior numero di aziende sta dando fiducia", forse succede altrove, non a Siena. Non è dato sapere se dietro all'attuale mancanza dello sponsor si celi il nulla oppure se ci sono lavori in corso che a suo tempo silenzieranno ogni impazienza.
Il concetto qua non è dire che il pacchetto sia facile da vendere, e non riuscirci è da incapaci. Non avendone le competenze, e facendo altro di lavoro, sarebbe stupido dire che cercare sponsor sia facile, e lo sarebbe lasciarlo intendere con approcci alla materia troppo semplicistici, sebbene certe criticità sull'argomento siano evidenti (proprio per rispetto delle competenze di ognuno, della necessità di professionalità per il reperimento risorse si è parlato più volte).
Di certo però le parole di Reggio Calabria sono una brochure, un depliant, un biglietto da visita con cui anche la Mens Sana può presentarsi su piazza. Cercare qualcuno che voglia investire nella Mens Sana significa avere tanto tanto tanto da offrire:
- un campionato che avrà un appeal che non ha mai avuto;
- piazze importanti che a questo livello non ci sono mai state e senza timore di smentita perfino più importanti di quelle che ci sono in Serie A, con bacini d'utenza conseguenti;
- un'attenzione che in un mondo normale - viste le premesse - sarebbe perfino superiore a quella per la Serie A, poi entreranno in gioco altre logiche commerciali e politiche;
- i valori di un sistema, quello dell'A2 e della Lnp in genere, fondati da una parte sul dinamismo e sulla vitalità per le tante iniziative, dall'altra sull'italianità (di un campionato che va da Nord a Sud, con squadre italiane per otto decimi).
E poi quello che in questo contesto rappresenta la Mens Sana:
- la storia di una società che viene dal 1871, e che anche nel basket ha una tradizione pluridecennale;
- il radicamento per il fatto di essere la punta dell'iceberg di una polisportiva da tremila soci;
- la città di Siena, con tutto quello che significa, soprattutto riuscendo a creare sinergie (commerciali, di attrattività verso l'esterno...) con le sue eccellenze;
- l'eredità della scuola di basket più vincente della storia del basket italiano, perché non è più la società dei sette scudetti di fila, ma quella resta l'aria che si continua a respirare (se sembra una forzatura o un prendersi meriti altrui, chiedere a chi è venuto a Siena l'anno scorso, o a chi l'ha scelta questa estate);
- l'investimento su un progetto di ripartenza e di risalita che ha una destinazione definita (il ritorno a livelli più alti) su cui scommettere insieme adesso per condividere il cammino di crescita; un pedigree distante rispetto alle vicende giudiziarie del passato ancora da chiarire completamente; l'entusiasmo del progetto di una società giovane dopo la sua rinascita, che ha margini di grande interesse legati al ritorno della cura del settore giovanile, o legati anche alla possibilità di tornare a essere società guida su base regionale.
...
E sicuramente qualcosa è rimasto fuori. Sta poi alle aziende decidere se farsi persuadere, se sposare questa visione: chi non lo capisce, perde un'occasione. D'altra parte certi concetti si possono condividere del tutto, in parte, o per niente. Ma di questo si parla quando si va a "vendere" una realtà come la Mens Sana, questo è quello che va messo in vetrina. A meno che le logiche nel porsi verso l'esterno non siano solo di relazioni, di influenza, di amicizie, di scambi. Nel caso, quella che sembrerebbe una scorciatoia sarebbe solo un modo per complicarsi la vita, non mettendo su piazza come si deve un "prodotto" con così grandi potenzialità come la Mens Sana.
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