Questa serata forse la può raccontare solo chi era a Cecina. La può capire veramente solo chi era a Cecina. Le lacrime di chi era a Cecina. 8 giugno 2015: da oggi è agli annali come una delle date da ricordare nella storia della Mens Sana, come altre date che ogni tanto è capitato di evocare come un richiamo del sangue. E' il giorno in cui la Mens Sana ha vinto il campionato. Uscendo con un successo 78-83 da gara-4 a Cecina dopo un supplementare, il risultato che vale il 3-1 nella finale playoff del Girone A di Serie B. Vincere in casa della più fiera, valorosa e qualitativa avversaria della stagione - al di là delle tensioni della serie - è il sigillo che legittima il traguardo.
Sabato c'è la Final Four, c'è la Fortitudo, c'è Carraretto, per la promozione sul campo; domenica l'eventuale seconda chiamata contro la perdente di Rieti-Agropoli. Poi ne salgono in A2 tre su quattro, e che la quarta poi resti giù (anche se le dichiarazioni ufficiali sono chiare) ci si crede quando si vede, perché non esiste. E anche per i puristi, salire con un ripescaggio dopo aver vinto il proprio campionato non è come salire con la wild card o comprando i diritti, significa comunque esserselo conquistato sul campo. Comunque la si veda, ne manca una. Oggi, 8 giugno, la rinata Mens Sana è dove sognava di essere undici mesi fa, quando è partita questa esperienza. E allora è giusto, e liberatorio, celebrare questa serata, perché non è vero che ancora non si è fatto niente. Poi si vedrà.
Tutto sembrava andare sulla carta nella direzione ideale. Una partita non a basso punteggio, tornando a macinare viaggi in lunetta, con Vico di nuovo molto coinvolto, il più impiegato insieme a Ranuzzi, limitando Sanna (6 punti, 3/7) e Gambolati (8 punti con 2/10), e ben venga una gran prova di Del Testa (15 punti, 4/7 da tre) perché nei precedenti era stato sinonimo di sconfitta per Cecina... Tutto così simile allo scenario migliore auspicato nelle chiacchiere da bar della vigilia. Però in campo, alla prova dei fatti e del tabellone del punteggio, non andava in manera così trionfale.
Dopo essere stata avanti per quasi tutto il secondo tempo, anche a +10 (firmato Vico) poi rimangiato, a tre minuti dalla fine la Mens Sana era sotto di 1. E avrebbe perso se, col cronometro dei regolamentari a zero, sul -1 Caroti - entrato d'urgenza al posto di Rossato che aveva subito fallo - avesse segnato entrambi i tiri liberi. Segno che le chiacchiere da bar e il basket a tavolino valgono comunque quello che valgono. Di tiri liberi Caroti ne ha poi segnato uno solo e si è andati al supplementare. E' chiaro che poi si può recriminare anche sullo 0/2 di poco prima di Chiacig, o su altro ancora.
E a 2' dalla fine dei supplementari c'era ancora Cecina a +1. Poi Parente ha infilato 10 punti di fila, una tripla e 7/8 ai liberi, mentre dall'altra parte Fratto, Caroti, Gambolati e Bruni sparavano a salve. Vinta più col sospirone di sollievo, stavolta, che con merito. Ma a questo punto conta indiscutibilmente solo il risultato. Che sia stato il volto più sofferente della stagione a metterci così la firma non cancella niente, ma certo è una storia nella storia. E comunque un posto nel poster se lo meritano i colletti blu: Panzini, che ha scelto il giorno giusto per il massimo stagionale di 17 punti; Ranuzzi, il più operaio dei big mensanini, alla miglior partita dell'anno contro Cecina, contro cui nei sei precedenti era stato spesso irriconoscibile; Sergio, perché l'utilità del suo inserimento da qualche gara non si vedeva più, e a sua volta ha trovato il giorno giusto per il suo massimo di punti con la Mens Sana.
Non esageriamo a spacciarla come una buona notizia, perché la Fortitudo sapeva già di essere qualificata quando la Mens Sana ancora doveva giocare gara-1 con Cecina, ma chiudere la finale in quattro partite concede tempi un minimo civili per preparare la Final Four promozione: non meno di tre giorni come sarebbe dovuto essere, ma cinque giorni. Quasi normale. Della Final Four ci sarà modo di riparlare: di certo questo weekend non c'è mare che tenga, è vero che la Fortitudo riempirà il palazzo, ma quei mille biglietti mesi a disposizione dalla Lega vanno comunque mandati esauriti. E' dai tempi delle Final Four di Eurolega che la Mens Sana non muove un esodo così consistente. E che sia l'ultima volta della Mens Sana su un campo di Serie B.
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