Posted by Cornelia Schley on Lunedì 22 giugno 2015
La singolarità della sua dipartita da Siena, a prescindere dai giganti che sono arrivati dopo di lui nel lavoro di preparatore fisico, non ha tolto un grammo di onore alla sua storia mensanina: in biancoverde dal 2003 al 2010, dopo gli anni alla Robur, il nome suo e quello della Mens Sana sono legati indissolubilmente nelle pagine dell'epoca d'oro di viale Sclavo.
Poi c'è stata la Macedonia di Stefanov, poi due anni di Virtus Bologna, nel 2013/14 l'Unics Kazan e poi nel Brose di Andrea Trinchieri, e di un altro italiano come direttore sportivo, Daniele Baiesi. A Bamberg, Bencardino ha ritrovato una città medievale di 70mila abitanti - patrimonio Unesco - con una radicata cultura cestistica. A volte la qualità segue percorsi inattesi e coraggiosi, ma quasi sempre viene premiata. Gioia.
Di quanti altri senesi si sono già raccontate le gesta quest'anno? La scuola di basket maturata in città nei suoi anni migliori non era una bolla di sapone.
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