Dieci giorni fa ho avuto la possibilità di assistere per lavoro alla decisiva "bella" della finale scudetto femminile tra Schio e Ragusa. A dirigerla c'era, nella terna, Martino Galasso, senese, classe 1982, uomo di riferimento del mondo arbitrale cittadino, anche come istruttore, già impegnato da tempo anche in Serie A2 maschile. Era dai tempi di Claudio Indrizzi che da Siena non usciva un arbitro di questo livello.
Non è la solita sbrodolata autoreferenziale per dire quanto siamo bravi a Siena e che il basket s'è inventato noi, né un modo per tenersi su nell'anno del precipizio in quarta serie. Semplicemente il doveroso tributo alle eccellenze cittadine, orgoglioso sostegno ai migliori esponenti che il movimento della pallacanestro cittadina è stato in grado di produrre. Grazie evidentemente alle doti individuali, è chiaro, non solo per ragioni "ambientali".
La salute del basket in una città si misura evidentemente anche da questo, non solo dal livello delle squadre di riferimento, magari slegato dal contesto. Se n'è parlato più volte: c'è un coach, Giulio Griccioli, reduce da un ottimo debutto in Serie A, se non è stato allenatore dell'anno poco ci manca... ci sarebbe il c.t. della Nazionale... c'è un giocatore ormai di riferimento in A2 come Tommaso Marino...
c'è sempre in A2 Andrea Monciatti, assistente allenatore a Biella... e parliamo di contradaioli veri... c'è Giacomo Rossi, direttore sportivo e responsabile reclutamento alla Stella Azzurra Roma, club sul cui momento si possono dire una serie di cose ma se si parla di basket è da anni un'eccellenza nazionale a livello giovanile, nonché unica rappresentante italiana al torneo europeo Under 19 parallelo alla Final Four di Madrid in svolgimento in questi giorni...
e questi ultimi due (entrambi scuola Virtus) non li cito evidentemente solo per la soddisfazione di averci lavorato insieme - in ambito giornalistico - fino a una decina di anni fa, ma i risultati parlano per loro. Bravi tutti, che patrimonio.
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