Quelli che precedono la bella dei quarti, in casa con Piombino, sono i giorni della quiete inquieta. All'interno del gruppo di lavoro, non è il tempo della paura di perdere, ma della fiducia che dovrebbe nascere dalla consapevolezza del lavoro e del percorso fatto. E' un binario forzatamente separato quello di chi all'esterno invece la fiducia non ce l'ha mai avuta, o chi ce l'ha avuta ma adesso legittimamente di fronte alla prima partita dentro-fuori ha i suoi dubbi alla luce di certi segnali.
Era legittimo aspettarsi una squadra che con un'annata intera sulle spalle arrivasse preparata a questo momento della stagione e alle sue insidie, e l'avvicinamento lo lasciava legittimamente credere. Giovedì si è sbagliata una partita, anche se poi è lapalissiano accorgersi che è meglio sia successo in gara-2 a Piombino che in gara-1 in casa. Arrivati al momento in cui ci si gioca tutto, non si vince niente ad avere fretta in lanciarsi in giudizi oggi, che siamo così vicini (si spera non vicinissimi, ecco) al momento in cui si tirerà la riga definitiva e il giudizio potrà essere veramente completo.
E' umana la spinta a voler spiegare a chi lo fa di lavoro cosa serve o non serve per queste partite, per ricordare che la prima partita dentro-fuori dell'anno è contro l'unica squadra che ha già vinto a Siena, per chiarire che sul piano tecnico non c'è confronto e allora è bene che non ce ne sia neanche sul piano agonistico, non facendosi scrupoli a tirare fuori la durezza non solo caratteriale che sarà necessaria, e avere una squadra più grossa a qualcosa dovrà pur servire.
E' una partita in cui conta il fine, senza fare filosofia sui mezzi che si useranno. E' come minimo normale volersi accertare che certi concetti siano chiari a chi scenderà in campo quanto lo sono per chi non lo darà. Poi però è anche il momento della stagione e la situazione in cui squadra, staff tecnico, società devono avercelo dentro quello che serve per una partita del genere, stimoli esterni non servono, e guai se servissero prima di partite così. Basti la consapevolezza di avere alle spalle un popolo, il popolo della Mens Sana. E' una responsabilità, e una forza.
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