mercoledì 20 maggio 2015

In finale lanciando un messaggio. Ora Cecina (oddio, non proprio "ora")

Nel migliore dei modi. Non poteva arrivare in maniera più convincente il 3-0 su Livorno che manda la Mens Sana in finale playoff con Cecina. E' stata una di quelle serate in cui è necessario ricordare che l'obiettivo è lontano ancora quattro vittorie, per evitare trionfalismi. Ma la Mens Sana è dove voleva essere, come voleva esserci.

Manca l'ufficialità, ma l'ultimo e decisivo capitolo - la finale che darà l'accesso alla Final Four promozione - partirà non il 28 maggio come da calendario ma il 2 giugno. Pare, per la partecipazione alle finali nazionali di Dng a Torino dal 25 al 31 maggio di Riccardo Rossato, guardia classe 1996, uomo da 9 punti in 23 minuti di media a Cecina, in doppio tesseramento con Casalpusterlengo, club con cui andrà a giocarsi lo scudettino. Oltre a imporre un ritmo tremendo di una partita ogni due giorni, lo spostamento assottiglierà a soli tre-quattro giorni il break tra l'eventuale gara-5 di finale e l'eventuale Final Four. Tanto più visto il tempo a disposizione, ci si penserà. Queste sono le ore per godersi il momento.

Il tour toscano delineato dal tabellone playoff è diventato realtà, sfidando ora dopo Piombino e Don Bosco, forse le due squadre con la maggiore rivalità anche per motivi extra-campo, quella Cecina che a sua volta ha significato non poco in questa stagione della ripartenza: è stata l'avversaria della trasferta negata con annessa cacciuccata, è stata la prima a fermare la Mens Sana in questa sua nuova vita, è stata lungo tutta la stagione la più seria rivale.

Acuito dalla rivalità, il sapore sul palato in questo momento è però quello del 3-0 su Livorno arrivato - dopo l'equilibrio delle due gare senesi - con una prova di forza ben fotografata dal 49-75 finale. Ben gestita nel suo svolgimento e ben preparata sul piano tecnico. Ma soprattutto sul piano mentale. A partire dall'approccio, pieno di certezze come si chiedeva alla vigilia, imparando dagli errori di Piombino, da quello che di buono fanno gli avversari in altre serie o semplicemente dall'esperienza che diversi giocatori in questo gruppo avrebbero nel proprio bagaglio, e per questo sono qui.

Se Livorno è stata irriconoscibile è stato solo un merito della Mens Sana, innanzi tutto per averla resa tale, e poi per avere avuto la scaltrezza di approfittarne, invece di perdere l'occasione. Anche in questo, il campo ha confermato i ragionamenti della vigilia per cui era questa gara-3 l'occasione migliore per vincere.

Ma ha confermato anche le chiacchiere secondo cui qualcosa in più poteva arrivare da Parente, ed è arrivata (15 punti, e determinante nel grande avvio, insieme al "solito" Ranuzzi), ma soprattutto ha confermato che questa partita si vinceva in difesa: Livorno ha tirato col 27% da due e il 26% da tre, Venucci è stato fermato a 2/10, Gigena a 3/14, anche Lucarelli - dopo la settimana complessa - si è fermato a 3 punti, e Liberati a 1/7 al tiro. A soli 49 punti il Don Bosco non si era mai fermato in tutta la stagione, per dire.

La voce del padrone stavolta è stata forte sin dal 16-0 nei primi sei minuti, facendo sbagliare a Livorno i primi 12 tiri e 18 dei primi 19, fino al +18 di inizio secondo quarto, dilatato sul doppiaggio nel terzo quarto (22-46 e 25-50) fino a toccare il 48-75 nell'ultimo minuto. Al di là dei ragionamenti tecnici, comunque rilevanti, la Mens Sana ha divorato il campo con autorità e personalità che spesso erano mancate in stagione. Cecina arriva in finale avendo vinto le tre gare di semifinale con 20 punti di media? Anche la Mens Sana ha mandato il suo segnale.
 
 

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