Questo weekend non iniziano solo i playoff di Serie B, ma anche la seconda fase di Serie C. La Virtus ci arriva dopo aver chiuso al terzo posto il girone E, quello toscano, a -4 dalla capolista San Miniato e a -2 dalla Pallacanestro Empoli seconda. E' l'occasione buona per parlare della stagione sopra le righe vissuta in via Vivaldi/piazzetta Perucatti.
Dai dieci gironi iniziali si passa adesso a otto gironi da quattro squadre ciascuno. La Virtus giocherà (sei giornate, da domenica al 31 giugno) con Vicenza, Manerbio e Falconara: al di là della logistica, non certo un gruppo facile. Le prime classificate sono promosse in Serie B, le seconde classificate per essere anch'esse promosse fanno lo spareggio il 5 o 6 giugno in campo neutro con la seconda di un altro girone (la Virtus incrocia il girone di Faenza, Lissone, S.Orsola Sassari, Crocetta Torino).
Per la Virtus comunque è già un successo esserci. Il 2 giugno scorso festeggiò sul campo di Grosseto la promozione in Dnc (Serie C), dopo la doppia autoretrocessione responsabile per sopravvivere rinunciando alla Dnb. Se dieci mesi dopo da neopromossa culla il sogno di tornare dopo due anni nella terza serie (come sarà la Serie B, complici gli accorpamenti ai piani di sopra) non è solo per la caratura di gente come Lenardon e Falossi, per i lampi di talenti come Imbrò, Olleia e Nasello, più i tanti ragazzi fatti in casa.
E' anche perché una società quasi immutata, negli uomini e nella dedizione, rispetto agli anni della B1, ha saputo trovare il giusto catalizzatore nella singolare formula tecnica a tre teste, che aveva suscitato curiosità e qualche perplessità quando ne furono gettate le basi l'anno scorso - col ticket Daniele Ricci-Edoardo Ceccarelli al posto di Federico Vignola, implementata poi in estate con l'aggiunta anche di Maurizio Tozzi, gente sulla cui competenza c'è poco da dire - e che poi si è rivelata vincente. Adesso che si è in ballo, è bello ballare.
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