La crescita della Mens Sana non è più qualcosa di cui parlare in maniera carbonara con la paura di essere smentiti dai fatti, dopo la scottatura di un girone fa, utile a infondere quel sano timore di sbagliare che ha fin qui evitato veri cali di tensione. E così è stato anche nel +34 con Livorno quarta in classifica, ultima partita casalinga di stagione regolare, gara a cui a fini di classifica non c'era da chiedere niente se non segnali, e da cui invece non sono mancati gli spunti.
Preservando Pignatti, che poi si è voluto mettere in partita col 4/4 da tre finale, Sergio ha avuto il suo sfogo, spalmando su 20 minuti la sua carica e la sua qualità agonistica: senza lui nel secondo quarto Livorno ha avuto l'unico sussulto, da -17 a -5. Se si è visto ancora poco da centro è perché, oltre a non essere evidentemente un'opzione primaria, Chiacig seppur in soli 14'30" di impiego ha saputo contribuire nel 18-0 che ha spaccato la partita fino al 24-7 già sul finire di primo quarto, e poi nel nuovo allungo a +15 prima del riposo. E perché Paci ha fatto vedere le sue qualità, uscendo sulla distanza con una prestazione da 17 punti e 11 rimbalzi.
L'avversario si è rivelato non incredibile, non esattamente un messaggio ai naviganti in vista del possibile incrocio in semifinale, spiegando le tre vittorie da cui veniva più con la bontà del calendario che con lo stato di forma. Ma se la Mens Sana in scioltezza ha vendicato con gli interessi la gara di andata che aprì la crisi, è stato anche grazie alla consistenza della propria difesa, il cui simbolo è la capacità di Ranuzzi di spendersi con efficacia anche su altri ruoli: nasce da qui la serata da 7 punti con 1/5 al tiro del top scorer livornese Venucci, il 3/13 di Gigena, la serata da 1/6 da tre di Liberati che arrivava a Siena come miglior tiratore del girone.
C'è il fuoco della motivazione che si vede in un Vico finalmente ispirato con continuità per sé e per gli altri, in un Parente sereno ed efficace anche senza fare 20 punti, in un ritmo offensivo capace di prendere energia da una circolazione di palla che ora si fa vedere, con un ritmo che valorizza la profondità dell'organico. Resta ancora una partita in cui non perdere il passo, l'ultima di campionato in casa della Sangiorgese, e poi questo fuoco potrà essere esploso nella parte di stagione che conta, quella attesa tutto l'anno. A cui arrivare forti del sano timore di sbagliare.
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