domenica 22 marzo 2015

Difesa sì, difesa no, parziali e quintetti

Per quello che si è visto per i primi trenta minuti, il successo della Mens Sana sul campo di Oleggio non sarebbe una partita di cui andare fieri, una partita da squadra pronta ai playoff. Guardare solo al profitto più che al modo, evidenzia comunque il primo posto quasi matematico, vista la contemporanea sconfitta di Cecina a Pavia (un sonoro -16). Guardare ai temi emersi, rende sempre più evidente come sia la difesa, o la non difesa, a girare le partite della Mens Sana.

Contro Oleggio la Mens Sana ha ribaltato la partita con un parziale di 19-0 dal 59-50 al 29' al 59-69 al 36'30". La chiave non è stata solo negli otto punti di fila di Pignatti che hanno riacceso la Mens Sana. Non è stata solo nelle tre triple (su cinque) in poco più di tre minuti dopo essere arrivati sul finire del terzo quarto con 2/15 da oltre l'arco.

E' stato soprattutto tenere otto minuti senza segnare quella stessa Oleggio che, quartultima in classifica, si era scoperta improvvisamente macchina da canestri contro la fin lì molle difesa mensanina, con un primo tempo da 46 punti (!) con il 62.5% da due e il 46% da tre.  La Mens Sana ha vinto così, dopo essersi messa in condizione di perdere laddove non aveva senso perdere, per colpa dell'atteggiamento opposto.

A un certo punto di quegli otto minuti, la Mens Sana ha avuto una sequenza di sei possessi in cui, a parte uno in cui il tiro di Oleggio non ha preso neppure il ferro, i padroni di casa per cinque azioni non hanno neanche tirato, tra palle perse e infrazioni varie. Allargando lo sguardo ai minuti precedenti in cui Ferrari ha fatto 11 punti di fila, allungando praticamente da solo dal +2 al +9, la Mens Sana per 13 minuti non ha subito neanche un punto da qualcuno che non si chiamasse Ferrari.

Poi è entrato Bruno Ondo Mengue e ha posto rimedio, e qui si apre anche una valutazione sui quintetti: nel momento del super break in campo c'erano Panzini, Vico, Ondo Mengue, Pignatti e Chiacig. Fuori i titolari Parente (con 4 falli), Paci (che gioca i quarti dispari) e Ranuzzi.

Ma siccome purtroppo nulla è così facile da leggere, proprio con Chiacig, Ondo Mengue e Panzini in campo al posto di Paci, Ranuzzi e Parente, nel primo tempo era arrivata l'imbarcata che - dopo il buon inizio della Mens Sana - aveva dato inopinatamente il controllo della partita a Oleggio, il break di 16-4 (dal 14-20 al 30-24) in coincidenza del primo giro di rotazioni dal 7' al 12'.

Cosa ci si capisce? Forse solo che non ci sono eroi e che non ci sono capri espiatori a prescindere, non si può parlare a senso unico di salvatori della patria o di colpevoli, al di là di prestazioni individuali su cui riflettere, ma da inquadrare comunque con l'andamento della squadra nei momenti in cui ognuno dei giocatori era in campo.

Magari non è corretto trarne una morale della favola che valga universalmente, e altre volte andrà diversamente, ma una delle poche somme che è possibile tirare è forse la conclusione che la ricchezza del roster permette sempre di trovare, alla lunga, la soluzione migliore. Messa così, sarebbe una bella risorsa.

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