A caldo i fatti, per gli approfondimenti ci sarà tempo. Era la partita casalinga più importante dell'anno, come tale forse da interpretare più nell'ottica del momento della raccolta (il risultato) che della semina (come è arrivato), pur essendo solo a febbraio, ma di fronte a una squadra che oggi sarebbe l'avversaria in finale playoff. La Mens Sana ne è uscita ribaltando il -5 dell'andata, allungando a +4 in classifica più appunto lo scontro diretto, anche se con una partita giocata in più.
Per perdere il primato in stagione regolare serve che la Mens Sana perda due delle ultime sette partite e che Cecina le vinca tutte: presto per parlarne, magari sarà il caso di rifarlo tra una settimana dopo la trasferta sul campo di Valsesia. Tutto questo stando solo ai fatti nudi e crudi, poi si comincia a parlare della partita. Che a metà terzo quarto sembrava sinistramente andare come in un altro recente big match casalingo. Hanno girato la serata il fattore tecnico e il fattore ambientale.
L'ambiente: all'altezza dell'occasione, incisivo, al di là dei numeri (2753 presenze). Anche la cornice, oltre all'avversaria, ha creato un clima che ha obbligato la Mens Sana a domare la tensione, con una grande partita sul piano dell'atteggiamento. La giusta risposta alla sfida con Cecina, che ha confermato le sue qualità, e la sua qualità, anche sul palcoscenico più prestigioso, e nonostante la condizione di Sanna: sarebbe giusto, e bello, ritrovarsi entrambe tra un anno al piano di sopra.
E poi c'è il fattore tecnico. Non è sfuggito a nessuno come sia arrivato il cambio di marcia. Il 16-0 che ha spaccato la partita tra gli ultimi tre minuti del terzo quarto e i primi tre del quarto, da -9 a +7, è coinciso con l'ingresso di Panzini e Chiacig. Decisivi. Per quanto consequenziale, bocciare quelli di cui hanno preso il posto forse non è il punto. Forse il punto è che con un roster da nove giocatori è impossibile avere il massimo da tutti e nove.
Qualcuno meno brillante è fisiologico, l'importante è sfruttare questa profondità (ora unica per la categoria) per ricavarne per ogni partita l'assetto migliore per portarla a casa. E' lo scenario ideale. Ci sono state e ci saranno partite in cui i protagonisti saranno ribaltati. Quante volte si è parlato del maggior profitto dell'assetto con Paci. E la scelta su Parente è evidente, e con una logica: continuare a investire su di lui oggi, confidenti che ne arriveranno i frutti domani, o dopodomani.
Era anche l'esordio di Sergio: ha subito conquistato tutti al di là del profitto numerico, forse perché ha colmato il bisogno di vedere 'uno così', a prescindere da come ha giocato effettivamente. Nel quintetto del break, con Panzini e Chiacig, c'era anche lui. Prezioso anche per aver permesso di non spremere Pignatti, il migliore, di fronte a Fratto. Tutto questo, già alla prima uscita, nonostante problemi di falli che parevano mandarla a monte. Su due dati di squadra, tiri liberi e palle perse, varrà poi la pena di tornare più specificamente in questi giorni.
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