Dire che con Monsummano contava il risultato più di ogni altra cosa (detto qui) non è assolutorio per le indicazioni emerse sul piano tecnico (qualche accenno qui), ma una constatazione che poi ha trovato riscontri vedendo quello che è successo altrove. All'avversaria di coppa e alle avversarie di campionato.
Anche Cento giocava una partita stretta tra due impegnative gare di Coppa Italia. Aveva la difficoltà ulteriore di essere in trasferta su un parquet con un certo fattore campo, ma le è andata decisamente peggio: sconfitta 80-59 in casa della Fortitudo, rompendo anche in campionato - dopo il ko di coppa con la Mens Sana - quell'imbattibilità che durava da nove partite.
Una partita con soli 69 punti segnati, il 39% da due e 1/15 (!) da tre. Con Donato Cutolo a guardare, non entrato. La lettura di questo -21 la dirà solo il futuro, se Cento pensava alla coppa, se la incattivirà in vista della coppa, o se è effettivamente in un periodo di flessione.
Contava solo vincere, ed è quello di cui non sono state capaci importanti aspiranti sfidanti del girone. Cadute come mosche. Piombino è caduta sul campo di Empoli non più ultima in classifica, palestrina fatale anche alla Mens Sana. Varese ci ha rimesso le penne in casa contro Oleggio. Ma soprattutto ha colpito la sconfitta non di misura (76-61) di Livorno in casa di Valsesia.
Perché Valsesia è risalita con forza, alla quinta vinta di fila e con margini sempre più ampi, di fatto terza in classifica (e bisogna andare a giocarci). E poi perché Livorno, certo senza Gigena, da essere l'anti-Mens Sana è colata a picco: in cinque partite, coppa compresa, ha battuto solo Torino fanalino di coda, e ne ha perse quattro. Non approfittarne sarebbe stato, per la Mens Sana, un peccato imperdonabile. Così invece allunga di nuovo a +4. Ecco perché contava prima di tutto il risultato. E adesso, testa a Cento.
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