Piombino, l'avversaria delle prime volte. S'era appena fatto in tempo a ricordare (qui) in che modo variegato la partita dell'andata aveva, sotto svariate forme, fatto da gigantesco biglietto da visita a questa nuova vita. Con Piombino è arrivata la prima sconfitta interna della nuova vita della Mens Sana. A suo modo passerà alla storia anche questa, nelle cartoline in bianco e nero per ricordare da dove è ripartito il nuovo corso, dovendo buttare giù che tipo di bocconi.
E' forte la tentazione di spericolarsi a caldo in valutazioni severe. Ci saranno, ma in attesa di depurarle dall'emotività mi pare più razionale partire dalle valutazioni che ha fatto il coach Matteo Mecacci, che è la persona a cui è affidata la responsabilità di affrontare il momento e la stagione: al netto di fregole giacobine e "calcistiche", è nell'interesse della Mens Sana e di tutti augurarsi che a trovare la via d'uscita sia lui, che è stato messo al centro del progetto tecnico (ne parlai qui). La squadra deve esserne consapevole. La fiducia non gli è stata data a caso. Se da parte del coach ci sono state difficoltà, l'auspicio è che siano state salutari, non che portino a ricominciare da capo. E' tutto perfetto? No (qui qualche spunto dei giorni scorsi). Non ci sono intoccabili, ma scelte ponderate, e valutazioni che non possono essere umorali. Quindi cos'ha detto Mecacci?
"Ci siamo affidati troppo al tiro da tre, la mia è una squadra che non può permettersi di prendere 27 tiri da oltre l'arco".
"Siamo stati molli in difesa, e molli con la testa in attacco".
"La squadra in allenamento lavora bene, ci tiene, ma dobbiamo essere più lucidi".
"Abbiamo perso soprattutto perché quando c'era da vincerla, nel terzo e quarto periodo, non abbiamo giocato di squadra".
"La responsabilità è mia: mi metto di fronte alla squadra, ma dobbiamo cambiare registro".
E' già questo un estratto della conferenza stampa, ognuna di queste frasi scelte è un punto di partenza molto interessante per un'analisi. Mi soffermo qui solo sull'ultima, che mi pare la più significativa. Se non l'avesse detto Mecacci, se non fosse arrivata la sconfitta ma solo un'altra vittoria non pienamente convincente, si sarebbe detto comunque, lo si sarebbe dovuto dire, magari lo si era già detto: dopo un girone, finita l'andata, è il momento che la Mens Sana cominci a cambiare marcia. Messa così, è una chiacchiera generica rivolta a tutti e a nessuno. Ma è il momento che diventi una consapevolezza forte.
Non si può continuare a vivere la stagione come un'attesa passiva dei playoff, il momento in cui veramente si deciderà la stagione. Non da vivere in maniera sparagnina fatta di vittorie risicate fini a se stesse, pur di continuare a macinare punti per il primato in classifica. Ma dev'essere un'attesa aggressiva, costruendo sulla fame e la cattiveria (ci sono?) quella quadratura tecnica e soprattutto quella personalità da alpha dog del girone. Non è troppo chiederlo, visto il punto di partenza (le doti tecniche del gruppo) e quello che è il punto di arrivo richiesto (la promozione). Poi le considerazioni sulla sconfitta con Piombino non si chiudono qui. Ci si tornerà.
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