Ci siamo. Del doppio impegno di Coppa Italia (29 gennaio alle 20.30 a Cento, 4 febbraio alle 20.30 in casa) si parlava da mesi, e dunque la curiosità va al di là degli sviluppi recenti della crescita della Mens Sana. Riparlarne oggi non serve a dire niente di nuovo (qui un occhio all'avversaria) ma probabilmente è utile a inquadrare correttamente questa sfida, per come ha sempre avuto senso considerarla e depurata dall'emotività del momento (forse superato).
RIPARTENDO DAL CARO BABBO - Forse peccando di superficialità (più che di presunzione) i valori delle prime giornate facevano sembrare che vincere la regular season fosse solo una formalità, col rischio - tra calendario più clemente e una classifica che si sperava già addomesticata - di un girone di ritorno non particolarmente stimolante dal punto di vista della competività, in vista dei playoff e dell'auspicata gara secca della Final Four di fine anno, e a cui dunque servirebbe arrivare pronti e preparati.
LA VECCHIA TESI - In quest'ottica i quarti di Coppa Italia, prima ancora della Final Four di marzo, potevano essere visti (qui un post dedicato) come una opportunità più unica che rara da sfruttare, per livello delle avversarie e per il clima partita da dentro-fuori, o comunque da playoff, sicuramente più "allenante" per le auspicate gare di fine stagione rispetto alle singole tappe della "maratona" regular season. Ecco, "allenante" è stata una parola di cui ho anche abusato, ma mi pareva perfetta.
RIVISITARE LA TESI? - La prosecuzione della stagione ha dimostrato in pratica quello che si pensava bastasse sapere solo in teoria, ovvero l'errore di dare troppo per scontato, anche se continua a essere giusto aspettarsi di essere a fine stagione a giocare per la promozione. Ma le recenti vicissitudini, con le domande (e le necessità di risposta) che hanno generato, non cambiano la sostanza: la Coppa Italia non è l'obiettivo stagionale, l'obiettivo stagionale è a fine anno, e questo è un impegno da interpretare come funzionale alla meta finale.
CULTURA VINCENTE - Non è un modo per porsi limiti, anzi fare bene con Cento andrebbe proprio nella direzione della meta finale. E' un impegno da affrontare con la leggerezza di chi sa che comunque l'esito non peserà sui propri veri obiettivi? Il contrario, è proprio per questo - perché non conta per la classifica - un'occasione per costruire o continuare a costruire una cultura vincente.
E QUINDI? - Cosa cambia affrontare ora Cento dopo quello che è successo nell'ultimo mese abbondante? Sarebbe stato più facile concentrarsi sul valore "allenante" dei quarti con Cento se tutto fosse sempre andato liscio. Così invece un risultato diverso da una prestazione convincente sarebbe vissuto da alcuni come una bocciatura, e non è giusto. Parlare di problemi risolti per la Mens Sana è esagerato, ma comunque - per i risultati e per il modo in cui sono arrivati - la parentesi negativa è stata chiusa. Fosse sempre aperta, questo con Cento non sarebbe stato un test attendibile nell'ottica "allenante" di cui parlavo, perché la mente sarebbe stata altrove.
NEL BREVE TERMINE - Forse un po' presto rispetto a quando "si è riacceso il motore", nel migliore dei casi sarà un test importante se potrà dire come la Mens Sana ha superato la prova del fuoco delle difficoltà dell'ultimo mese, e per dire come se n'è usciti veramente. Un'occasione prima per misurarsi e poi per crescere sulla base di quello che il test dirà (qualsiasi cosa dica), interessante anche per le capacità di adattamento che si riusciranno a mettere in atto tra la prima e la seconda sfida. Peraltro è anche l'ultima trasferta di difficoltà massima prima dei playoff (più delle tre restanti in campionato).
INCROCIARE L'ALTRO GIRONE - Non sopravvaluterei la chance di confrontarsi con l'altro girone. Mi pare più pregnante la possibilità di sfidare una squadra di alto livello. Che sia del girone con cui ci si incrocerebbe nella Final Four promozione è importante ma non COSI' importante: sarebbe comunque una gara secca che sfugge a tante elucubrazioni, tutto in 40', in cui conterà l'aspetto tecnico, ma forse di più essersi dati gli strumenti per saper affrontare le gare secche. A questo serve la serie con Cento, a questo servirebbe la Final Four, quella sì vera prova generale dei playoff (anche perché meno distanti: ora mancano 3 mesi): per questo sarebbe importante arrivarci.
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