La novità di giornata è che c'è da commentare la seconda uscita in due giorni della Mens Sana, che aiuta a capire anche la strategia adottata. Il passaggio centrale è l'annuncio di un documento sottoscritto dalle due società (quindi con Cecina al proprio fianco) e inviato alla Fip in cui "si rende nota la massima collaborazione tra i due club, già in atto da due settimane, affinchè la partita si disputi di fronte alla cornice di pubblico di entrambe le squadre come è desiderio delle due società". Si parla anche di "opera di coordinamento e diffusione" da parte della Lega Pallacanestro, dunque sostenendone di fatto il pieno appoggio all'iniziativa, "con l’augurio comune che possa portare a una revisione del provvedimento in oggetto". La strategia che emerge?
All'indomani di aver urlato i motivi per cui si ritiene di aver subìto un danno, chi ha preso la decisione viene posto di fronte all'evidenza pubblica della mancanza di motivazioni reali per il provvedimento deciso, dato il clima e le iniziative fattive tra le due società. I toni forti del primo comunicato hanno (forse rischiosamente) un po' ristretto il campo di azione, il secondo comunicato percorre la migliore tra le vie rimaste.
Di fronte all'opinione pubblica si sono espressi tutti gli attori possibili: società, società avversaria, istituzioni amministrative, istituzioni politiche, e mi pare interessante - e saggio da parte loro, vista l'aria che tira - che non ci siano i tifosi. E tutti hanno espresso lo stesso concetto, tranne chi ha preso la decisione: per litigare bisogna essere in due. Qui non ce n'è neanche uno.
Personalmente non riesco a spostare i complottismi se non davanti all'evidenza e anche in questo caso non credo al 'sistema' ostile (magari parti isolate), ma penso abbia piuttosto senso ragionare di 'valutazione ostinatamente sbagliata' . Non mi interessa cercare colpevoli dell'errore, ma che il danno alla gente venga sanato.
E peccato che una storia solo da godere come quella della ripartenza della Mens Sana abbia invece finora come argomento principale della stagione l'impossibilità degli appassionati di poterla vivere nel modo in cui hanno deciso di farlo, ovvero stando vicini alla propria squadra nell'anno in cui se ne sente più il bisogno.
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