giovedì 30 ottobre 2014

Mens Sana e trasferte negate, il ruolo delle istituzioni (sportive)

I problemi delle trasferte della Mens Sana sono un problema di tutto il movimento. Quantomeno della categoria, della Lega Pallacanestro. E comunque non solo di Siena.

Il motivo non è quello (da me rigettato a suo tempo) dell'"arriva la Mens Sana e mette alla berlina tutte le lacune" di tante realtà che secondo me invece sono da stimare, per la dignità e passione con cui rendono più forte la base del movimento, al di là dei loro mezzi. E' un problema di tutto il movimento, piuttosto, perché è un'occasione persa di tutto il movimento.

A parlare non è il mio/nostro solito inguaribile ed endemico Siena-centrismo (mai smentito). L'occasione persa è quella di non cavalcare, ma anzi veder mortificato, l'entusiasmo di una piazza storica in un anno molto particolare della sua vita, che ha tutto per essere (non per presunzione, ma per visibilità acquisita nell'ultimo decennio) la realtà copertina di un mondo che per insindacabili problemi di numeri, fatica a dare copertine alla devotion quotidiana di un basket diverso.

Grazie all'allegra transumanza bisettimanale di un popolo che ha deciso di vivere un anno del genere come una festa, quei numeri Siena li ha. Ma si scopre che paradossalmente sono il suo problema.


Ora, il punto non è la trasferta a Varese, le cui condizioni più uniche che rare rendono certe misure anche sensate (ne scrive Panico), per quanto discutibili (ci sarebbe molto da dire, ma non aggiungerei al dibattito nulla che non sia già stato detto, vedi Brigata e Comitato). Il problema è per provvedimenti analoghi che erano stati minacciati prima (Montecatini) e paventati poi (vediamo cosa succede alla prossima trasferta...), senza che ci siano le condizioni di Varese. E, ça va sans dire, senza che ci siano precedenti che li motivino veramente.

E' qui che diventa un problema del movimento, della categoria, della Lega, di tutti. Forse un problema anche politico, perché è a quel livello che serve un intervento. Un intervento innanzi tutto per stabilire che Siena è una ricchezza per la categoria (come la categoria è un arricchimento della storia di Siena, sia chiaro).

E se è una ricchezza, allora va difesa, protetta, tutelata. E cambia qualcosa se a muoversi per sensibilizzare chi prende certe decisioni non è solo un gruppo di tifosi, un popolo, un club (comunque di B2), o se invece lo fa è una Lega, un movimento, una Federazione, comunque il secondo sport d'Italia, attraverso le sue istituzioni. Probabilmente ce n'è bisogno.

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